Vino e cibo: l'agroalimentare italiano spicca il volo e conquista posizioni all'estero. Fondamentale, per l'export, il ruolo dei chef e ristoratori italiani che sono i migliori ambasciatori del nostro made in Italy enogastronomico. Sono loro che fanno conoscere i prodotti tipici e, soprattutto, il nostro vino. Ma quale รจ la situazione in Oriente? Nel nostro tour in Cina e in Corea abbiamo scoperto un mercato ancora da conquistare pienamente, nel caso della Cina, e un panorama sorprendentemente preparato e attento ai prodotti di fascia piรน alta per la Corea.
Vino e cibo: l'agroalimentare italiano vola
Le prime tappe del World Tour 2016/2017 segnano una novitร importante nel lavoro di promozione delle nostre eccellenze nel mondo. Per la prima volta alle degustazioni di vino, e ai seminari guidati, si associa la valorizzazione dei nostri migliori ambasciatori del mondo: i ristoranti italiani. Durante gli eventi in Asia รจ stata presentata in anteprima Top Italian Restaurants, la prima guida digitale che racconta il salto di qualitร che la ristorazione italiana ha compiuto negli ultimi anni a livello globale: in termini di ricerca, formazione e innovazione.
Se lโexport del vino italiano continua a segnare un trend di crescita straordinario, buona parte di questo merito va ascritto ai nostri ambasciatori del gusto: chef, sommelier, distributori di prodotti certificati e di prima qualitร . Ci muoviamo per tappe, e questa รจ in Oriente.
Seoul. Dove si beve vino di fascia alta
La Corea del Sud, con i suoi 50 milioni di abitanti e una posizione di leadership nel mondo della tecnologia e del duty free, รจ la quarta potenza economica asiatica e senza ombra di dubbio quella piรน interessata al segmento del lusso. Non per niente, parlando di vino, il dato interessante รจ il valore di prodotto importato rispetto al volume. A fronte di oltre 180 milioni dollari di valore annuo ci sono 330 mila ettolitri, il che significa che in Corea del Sud il vino importato, e consumato, รจ di fascia medio alta. LโItalia รจ il terzo Paese, dopo Francia e Cile, e mostra un costante miglioramento negli anni, a dimostrare che spazio e interesse non mancano. Attualmente il valore di vino italiano importato supera quota 30 milioni, la metร dei quali รจ coperta dai rossi, 9 milioni dai bianchi e 6 dalle bollicine (di cui siamo secondi esportatori, dopo la Francia).
Che ci sia possibilitร di sviluppo per il Made in Italy enologico รจ evidente, al di lร dei dati numerici, nel momento in cui si incontrano stampa e buyer. Alla masterclass sui premi speciali della Guida, che si รจ svolta lo scorso 2 novembre al Grand Hyatt, guidata da Eleonora Guerini, curatrice della Guida Vini dโItalia, si รจ contata la presenza di 50 tra giornalisti e importatori, con un livello di preparazione difficile da riscontrare in Oriente. โSono ormai diversi anniโ dice la giornalista enogastronomica Sangmi Kim โche il vino italiano รจ considerato di alto livello, alla stregua di quello francese. I numeri vedono ancora la Francia in largo vantaggio, ma sono certa che le distanze si accorceranno sempre piรน. ร importante che i produttori italiani siano presenti il piรน possibile, che partecipino a eventi come quelli del Gambero Rosso, perchรฉ solo attraverso una maggiore conoscenza del prodotto si avrร un incremento dellโimportโ.
Pechino. Un mercato da presidiare
Discorso diverso per la Cina, dove lโItalia deve lavorare ancora molto e molto duramente per recuperare la posizione che le spetta, in termini sia di volumi dโaffari sia di quantitativo esportato. Sono, infatti, quattro i Paesi โ Francia, Australia, Cile e Spagna โ che ci superano. A fronte di oltre 1,8 miliardi euro in valore di vino importato, solo 90 milioni toccano allโItalia. Va detto che il 2015 ha visto un incremento del 16% rispetto al 2014 (un segnale davvero ottimo), ma non cโรจ dubbio che ci sia davvero molto da fare perchรฉ il Belpaese occupi il posto che merita.
La Cina รจ certamente un Paese complicato da comprendere e con cui stabilire un rapporto di continuitร , ma rimane la vera sfida e il vino italiano la deve vincere. In nessun altro posto al mondo la necessitร di fare sistema si sente come qui, un poโ per la necessitร di educare il palato un poโ perchรฉ i quantitativi, in un Paese che conta un miliardo e 400 mila abitanti, sono una discrimine non indifferente quando si affronta la questione importazione. โLa Cina si รจ aperta moltissimo al mondo del vino occidentaleโ dice Clemence Jiang, del China Daily โma รจ innegabile che il vino sia ancora percepito un bene dโรฉlite. I vini italiani iniziano a conquistare visibilitร e interesse, ma i francesi e gli australiani sono quelli piรน presenti sul nostro mercato. LโItalia ha ancora molti spazi da conquistare e considerata la qualitร dei vini degustati oggi non credo sia difficile che accada in tempi brevi. Bisogna non mollare e non farsi scoraggiare da un mercato a volte caotico e volubile, ma importante nei numeri e nel desiderio di farsi sedurreโ.
Tre le masterclass presentate dai due curatori della Guida Vini dโItalia Eleonora Guerini e Marco Sabellico, cui hanno partecipato ben 150 persone, tra giornalisti e trade.
a cura di Eleonora Guerini e Lorenzo Ruggeri