La classifica del Liv-ex Power 100 mette ogni anno in fila i marchi più influenti a livello globale. Il 2023 è stato un anno di contrazione, l’indice di riferimento è sceso del 12%, dopo anni d’incrementi ragguardevoli. Se guardiamo il segmento italiano, l’Italy 100, il vino tricolore gioca in difesa: -5,7%. Il periodo preso in considerazione va dall’ottobre 2022 al 30 settembre 2023, le sorprese sono tantissime. A partire dal cambio al vertice. In cima alla classifica troviamo infatti Domaine Leflaive, seguito da Chateau d’Yquem e Meo Cazumet, con Opus One e Jospeh Drouhin a completare il quintetto di testa. Piuttosto clamorosa la caduta di Leroy, primo da solo nel 2022, che scivola al n.10; fragoroso il tracollo delle quotazioni de mitico Domaine de la Romanée-Conti che perde ben 59 posizioni, collocandosi in 67ma posizione, dopo l’ottavo posto nel 2022. Non va meglio a Krug che dal decimo posto del 2022 finisce al 54, mentre Dom Perignon scivola dal sesto al 44mo posto. La peggiore performance è di Arnoux-Lachaux che è sceso di 97 posizioni, era secondo nel 2022. Tre le fila francesi, sorprende Louis Latour, che vola dal 199mo posto al 23, e Chateau Climes che dalla posizione 353 diventa 98°. Se la Borgogna conferma una posizione leader, con 37 vini nei primi 100 (-2 sul 2022), torna a brillare Bordeaux, con ben 30 etichette (+5 sul 2022).
L’Italia rappresentata solo da Toscana e Piemonte
Mille vitigni autoctoni, qualità diffusa su tutte le ragioni, biodiversità. A vedere la classifica degli italiani il duello si riduce quasi totalmente a un confronto tra Toscana e Piemonte. Il primo brand italiano è Gaja, che si piazza al 7° posto (era 38° nel 2022), travolgente l’ascesa di Giuseppe Rinaldi, al 15° posto: guadagna ben 70 posizioni rispetto al 2022. Sembra essere la conferma di un tendenziale cambio di gusto sull’Italia confermato da un’altra sfilza di cantine che scalano la lista: Giacomo Conterno (n.23), Roagna (n.46) , Bruno Giacosa (44), Montevertine (81). Indietreggiano: Tenuta san Guido (57) e Masseto (73), in grande spolvero Antinori che si piazza al n.20; bel balzo anche per Ornellaia (34) e Biondi Santi (35). Per uscire dall’asse toscano-piemontese bisogna scendere fino alla posizione numero 89, occupata da Giuseppe Quintarelli.
I vini in controtendenza
Se andiamo analizzare i singolo vini, sono solo 7 le etichette con un trend positivo. In cima troviamo nuovamente due vini d'Oltralpe: l’Hermitage Rouge 2019 di Domaine Jean Louis Chave (+39,8%) e lo Chateauneuf du Pape Vieilles Vigne 2019 di Domaine de la Janasse (+11,5%). In Italia corrono le quotazioni di Ornellaia 2019 e del Barolo Monfortino 2013 di Conterno. Tra i collezionisti, andando indietro nel tempo, si mette in mostra il Flaccianello della Pieve 2011 di Fondodi (ben +40%), stessa performance per lo stellare e sempre più introvabile Monfortino 2001.