Champagne amaro: l'aumento dei prezzi fa scendere le vendite. E i francesi "tradiscono" le loro bollicine con Prosecco e Crémant

16 Gen 2024, 19:48 | a cura di
Bilancio in chiaroscuro per le bollicine francesi che perdono oltre 25 milioni di pezzi ma fanno meglio del pre pandemia. Mercato condizionato dall'inflazione, dall'overstocking e dai francesi che virano su altri vini a metodo classico e sul Prosecco italiano

Il 2023 dello Champagne è andato peggio delle previsioni. Le celebri bollicine francesi hanno chiuso l'anno a quota 299 milioni di bottiglie vendute, rispetto alle 314 milioni stimate dal Comité Champagne alla fine del primo semestre dello scorso anno. Il risultato complessivo è un netto calo (-8,2 per cento) rispetto a un 2022 che, tuttavia, aveva segnato un record di vendite, con 325 milioni di pezzi, e un giro d'affari per la prima volta sopra i 6 miliardi di euro.

La concorrenza del Prosecco e vini Crémant

Si tratta di un bilancio in chiaroscuro, in cui per maison e vigneron d'oltralpe hanno pesato sia gli effetti dell'inflazione sia una certa disaffezione dei cittadini francesi a spendere per le loro bollicine di bandiera. A erodere quote di mercato sono stati sia i vini Crémant, i concorrenti locali a metodo classico dello Champagne che ormai hanno superato la soglia delle cento milioni di bottiglie (tra Alsazia, Borgogna, Bordeaux, Loira, Jura), sia il Prosecco, che in Francia ha trovato terreno fertile e dove la crescita nel corso del 2023 è stata a due cifre. Tra le cause di questo voltafaccia dei francesi c'è un incremento dei prezzi medi delle bottiglie che sono saliti durante lo scorso anno (secondo rilevazioni al dettaglio da parte delle associazioni dei consumatori, escluse le vendite dirette in cantina o sul web) oltre i 34 euro per una bottiglia di Champagne con marchio della cantina e di oltre 24 euro per una a marchio del distributore.

Il giro d'affari resta sopra quota 6 miliardi di euro

Nel dettaglio, nel corso del 2023, lo Champagne ha venduto 127 milioni di bottiglie in Francia e 172 milioni di bottiglie all'estero, mantenendo comunque un giro d'affari al di sopra dei sei miliardi di euro. Le vendite oltre confine, in particolare, sono state nettamente superiori al periodo pre-pandemia (2019) quando i pezzi erano 156 milioni e rappresentano attualmente il 57% delle vendite complessive (dieci anni fa questa quota era del 45 per cento), a testimonianza di una propensione alle esportazioni sempre crescente. Il Comité Champagne spiega la flessione nei volumi delle esportazioni registrata nel 2023, oltre otto punti persi rispetto all'anno precedente, con la grande mole di stock di bottiglie operata due anni fa dai distributori per timore di non disporre di sufficiente prodotto da rivendere sul mercato.

Ottimismo per il futuro

Secondo Maxime Toubart, co-presidente del Comité Champagne e presidente del sindacato dei vigneron, il 2023 riporta la denominazione a condizioni di normalità dopo tre anni anomali. «Il calo era atteso e restiamo ottimisti per il futuro», ha evidenziato David Chatillon, presidente dell'Unione delle maison de Champagne e co-presidente del Comité. L'ottimismo non potrebbe mancare, del resto, soprattutto tenendo conto dello straordinario millesimo 2023 per tutto il distretto francese, che è stato giudicato di grande qualità.

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