“Non darò retta alle voci che sento nella mia testa”.
“Gli hot dog non sono segnalibri”.
“Non istigherò alla rivoluzione”.
Ogni volta che Bart Simpson – simpatico impertinente della serie animata I Simpson – sfida le autorità, viene obbligato dalle sue insegnanti a espiare i propri peccati scrivendo frasi di questo tipo sulla lavagna.
Perché è un gesto da non fare
Punizione che dovrebbe essere inflitta anche a te, caro cliente, quando capovolgi una bottiglia nel secchiello del ghiaccio per segnalare al cameriere che è appena terminata. Secondo il Galateo, infatti, rovesciare una bottiglia vuota nel seau à glace è assolutamente out.
Un gesto inelegante (adottato secoli fa non solo dagli uomini ben accompagnati nelle case d’appuntamento ma anche dalle stesse maîtresse), di scarsa considerazione verso quanto consumato e svilente per il sommelier che lo ha servito.
Chiamare il sommelier senza essere volgare
Cosa fare, dunque, se si vuol far notare che il vino è terminato senza risultare volgari? Si può, per esempio, attirare l’attenzione del cameriere chiamandolo con gentilezza e discrezione, posizionare con cura la bottiglia sul tavolo (e non nel secchiello) o sul guéridon con l’etichetta rivolta verso la sala. Basterebbe, talvolta, alzare il dito indice rivolgendo al responsabile un delicato sorriso. È fondamentale non agitare le braccia con movimenti scomposti, alzarsi dal tavolo interrompendo il sommelier mentre è occupato con altri clienti ed effettuare esercizi di ginnastica fonatoria per attirare l’attenzione di chi lavora in sala.
Semplici indicazioni se non si vuole spappolare il proprio naso alla lavagna e fare la fine di Bart Simpson: “Non capovolgerò la bottiglia vuota nel secchiello del ghiaccio. Non capovolgerò la bottiglia vuota del secchiello del ghiaccio. Non capovolgerò la bottiglia vuota nel secchiello del ghiaccio”.