Cambio importante in casa Ferrari: arriva l'enologo Cyril Brun

15 Giu 2023, 20:02 | a cura di
Dopo 37 anni di una carriera costellata di successi internazionali Ruben Larentis lascia Ferrari. Un vuoto difficile da colmare. Ma dalla Champagne arriva un nome importante, Cyril Brun

La notizia da qualche mese era nell’aria… raggiunto il limite pensionabile, l'enologo Ruben Larentis si appressava a lasciare la Ferrari del Gruppo Lunelli, dove ha lavorato ininterrottamente e con straordinario successo per 37 anni. I riconoscimenti nazionali e internazionali sono stati la costante di una carriera votata all’eccellenza, proprio come le straordinarie “cuvée di montagna” che ha contribuito a elaborare. Enologo dell’Anno nel 2010 per Gambero Rosso, ha ottenuto per ben cinque volte il premio di Producer of the Year al concorso Champagne & Sparkling Wine World Championships. Nel 2019, infine, gli è stato consegnato il Lifetime Achievement Award dalla giuria di Champagne & Sparkling Wine World Championships. Chi avrebbe preso il suo posto?

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Ruben Laurentis e Marcello Lunelli

Il passaggio del testimone in casa Ferrari

Il suo pedigree è eccellente, la sua carriera è stata straordinaria, e anche in Ferrari farà grandi cose” dice Ruben di Cyril Brun. “Mi auguro che valorizzi la squadra: in Ferrari trova dei ragazzi preparatissimi sotto l’aspetto professionale ma anche di grande spessore umano, che spero vengano valorizzati come meritano”.

Abbiamo chiesto a Matteo Lunelli come si è arrivati a scegliere un enologo francese per Ferrari. “È stato un lungo lavoro di selezione. Ferrari ha degli obiettivi ambiziosi e dopo Ruben Larentis dovevamo scegliere un personaggio di alto profilo, di grande esperienza, appassionato, che raccogliesse nuove sfide e allo stesso tempo potesse interagire con la nostra squadra di enologi, ben dieci, che lavorano in azienda. Cyril ha un curriculum di prestigio, in Veuve Clicquot e in Charles Heidsieck ha dimostrato un grande talento sia con produzioni numericamente importanti sia con tirature limitate di prestigio Era quello che cercavamo…”.

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Marcello, Matteo, Camilla e Alessandro Lunelli con Cyril Brun

Dallo Champagne in Trentino

“È una grande sfida fare grandi vini anche qui, scoprire i segreti di un terroir davvero vocato” ci ha detto Cyril. “Ci siamo incontrati nel 2017, avevo assaggiato i vini e ho voluto visitare l’azienda. Siamo sempre rimasti in contatto e quando si è creata la posizione mi hanno subito contattato e sono riusciti a convincermi. Con Matteo c’è un’ampia condivisione di vedute. Non è stata una trattativa lunga”. Gli abbiamo chiesto cosa abbia potuto convincere uno chef de cave della Champagne a cambiare radicalmente territorio: “Il Trentino mi affascina. In un contesto di riscaldamento globale, che ormai percepiamo ampiamente anche in Champagne, qui c’è un clima diverso, le notti anche d’estate sono fredde, c’è acqua, insomma è un posto fantastico… il luogo ideale per fare spumanti classici”. E alla domanda su quale sia la sua cuvée Ferrari preferita non ha avuto esitazioni: “se Giulio Ferrari è la superstar, il vino che mi affascina e sul quale inizierò subito a lavorare è il Perlé”.

Chi è Cyril Brun, nuovo enologo di Ferrari

Cyril Brun nasce nel 1969 ad Aÿ, nel cuore della Champagne. Dopo un’esperienza nella cantina di famiglia, nel 2000 arriva in Veuve Clicquot, dove per 15 anni coordina il programma dedicato al Pinot Nero e guida il team di Innovazione e Sviluppo. Nel 2015 è nominato Chef de Cave da Charles Heidsieck. Nel 2019 e nel 2022, conquista il titolo di Sparkling Winemaker of the Year, in occasione della International Wine Challenge. Viene celebrato a livello internazionale anche per aver ricreato la famosa cuvée chiamata Champagne Charlie.

Tra la Ferrari di Trento e la Champagne ci sono legami storici. Alla fine dell'Ottocento, Giulio Ferrari si innamorò dello Champagne. Dalla Francia portò a Trento l'uva chardonnay, diffondendone la coltivazione in Trentino e in Italia, grazie alla sua attività di vivaista. Fu lui a intuire, per primo, la straordinaria vocazione del Trentino e, nel 1902, fondò la cantina che, 121 anni dopo, porta ancora il suo nome. In entrambe le zone, la vendemmia è ancora oggi effettuata a mano e la seconda fermentazione avviene esclusivamente in bottiglia.

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