Sarà molto difficile portare a casa gli stessi quantitativi di uve del 2016 e superare, di conseguenza, quei 50 milioni di ettolitri di vino che hanno consentito all'Italia di confermarsi sul primo gradino del podio dei produttori mondiali. Con tutta probabilità, la 2017 sarà un'annata col segno meno nei volumi, ma per le cantine italiane regalerà acini sani, dall'alto profilo qualitativo. La raccolta è appena iniziata in Sardegna e Sicilia nello stesso giorno, il 26 luglio. Il risultato del consueto sondaggio a campione, da Sud a Nord, effettuato dal settimanale Tre Bicchieri nella fase pre-vendemmiale (di cui pubblichiamo la prima parte), restituisce un vigneto sicuramente ferito dalle gelate del mese di aprile e stressato da una siccità perdurante che, soprattutto nell'area centro-meridionale, sta mettendo tutti a dura prova. Dall'altro lato, però, proprio la scarsità d'acqua ha avuto risvolti positivi dal punto di vista agronomico, favorendo la quasi assenza di fitopatie (peronospora e oidio), un netto calo dei trattamenti fitosanitari, un conseguente risparmio nei costi per i produttori e la possibilità di disporre di uve in perfetta salute. Certamente, in diversi territori, la pioggia è quantomai necessaria, lo sarà in modo particolare nel mese di agosto, per poter concludere al meglio la fase di maturazione di gran parte delle Dop. Tuttavia, dal monitoraggio tra i consorzi di tutela, il clima generale è improntato a un cauto ottimismo. E nel confronto con l'estero, infine, la buona notizia è che l'Italia, pur destinata a perdere qualche milione di ettolitri di vino, dovrebbe restare in testa tra i grandi produttori, visto che per la Francia si prevede una delle annate più scarse (tra 37 e 38 milioni di ettolitri) e per la Spagna un lieve calo, a 39 milioni di ettolitri.
Sicilia
La Sicilia, in particolare, ha registrato un luglio molto siccitoso con temperature che, tuttavia, Dal sondaggio Tre Bicchieri emerge un vigneto ferito dalle gelate di aprile e messo alla prova da una siccità perdurante. Gli aspetti positivi? Uve in buona salute e leadership italiana confermata su Francia e Spagna. Primi grappoli staccati in Sardegna e Sicilia rispetto una prima metà molto calda, sono scese nella terza decade del mese, evitando una pericolosa disidratazione dei grappoli. Pertanto, la condizione generale delle uve, come spiega il vice presidente del Consorzio della Doc Sicilia, Salvatore Li Petri, è considerata “molto buona”, senza problemi legati a fitopatie, allo stress idrico e con un andamento vegetativo che è definito “regolare”. Qualche problema solo in zone costiere con minore escursione termica. Sul fronte quantitativo, secondo le stime del Consorzio presieduto da Antonio Rallo, si prevede una produzione in leggero calo sul 2016. Per la Doc Sicilia, il 2017, lo ricordiamo, segnerà l'anno d'esordio di Grillo e Nero d'Avola nella sola Doc e non più anche nell'Igt.
Sardegna
Più articolata la situazione in Sardegna, che lo scorso anno ha prodotto circa 804 mila ettolitri. Secondo quanto riferito dalla sezione regionale di Assoenologi guidata da Dino Addis (Cantina Gallura), la primavera è trascorsa registrando una temperatura superiore di 1,9 gradi rispetto
alle medie, la gelata di aprile ha colpito duramente il vigneto isolano (composto da 27 mila ettari), a
macchia di leopardo, interessando diverse zone: dal Sulcis alla Baronia, dalla Gallura all'Ogliastra. “Dopo il gelo” spiega Addis “le piante hanno ricacciato ma, con temperature estreme, si corre il rischio che la vite interrompa il suo iter di maturazione”. La qualità delle uve sarde è “perfetta, con pochissime tracce di oidio e senza peronospora. Ad oggi l'annata si prospetta ottima sul lato qualitativo”. Mentre, sulle quantità, di sicuro “non ci sarà un aumento rispetto al 2016”.
Calabria
Lieve anticipo vegetativo per le Doc calabresi Cirò e Melissa (500 ettari e 4 milioni di bottiglie in media), gestite dal Consorzio di tutela presieduto da Raffaele Librandi, che prevede una raccolta stabile rispetto a un anno fa, quando in cantina arrivarono 40 mila quintali di uva, per circa 30 mila ettolitri di vino. Qui si inizierà la raccolta ai primi di agosto con i vitigni internazionali, mentre il Greco bianco è previsto per metà settembre; poi sarà la volta del Gaglioppo. Il presidente Librandi parla di “uve belle e sane, con qualche situazione da stress idrico che però non generano alcun allarme. Speriamo in un clima più fresco ma non necessariamente piovoso. Riteniamo che sarà una buona annata”.
Puglia
La siccità è, invece, una minaccia concreta nel Salento. Non piove dal mese di maggio, la fase vegetativa risulta rallentata ma senza anticipi nella maturazione: “Siamo abbastanza preoccupati” racconta Damiano Reale, presidente del Consorzio di tutela del Salice Salentino, che lo scorso anno ha portato in cantina 213 mila quintali di uve. L'effetto combinato della gelata di aprile e della scarsità d'acqua potrebbe significare un calo del 30% nelle quantità. “Il dato positivo è che le uve sono sane” riferisce Reale “e da un punto di vista chimico avremo vini perfetti, i trattamenti sono stati limitati per assenza di fitopatie, come la tignola. Stimiamo, in generale, che da questo punto di vista sarà una buonissima annata”. L'inizio raccolta è previsto intorno al 18 agosto. Per un'altra grande Dop della Puglia l'annata si preannuncia “ottima”, come riferisce Roberto Erario, presidente del Consorzio di tutela del Primitivo di Manduria“carica di grado zuccherino nonostante un leggero calo di raccolta rispetto al 2016”, anno in cui sono stati prodotti 20 milioni di litri di Primitivo, sui 18 del 2015. “Siamo fiduciosi e contenti per lo stato attuale dei nostri vigneti che ovunque si presentano con abbondanti esuberi fogliari. Le temperature in aumento” spiega Erario “hanno generato un lussureggiamento vegetativo che porterà un'alta gradazione”. Le nevicate e il freddo invernali hanno creato le condizioni ideali per “devitalizzare le fonti di inoculo che generano malattie”. L'andamento meteo ha favorito l'assenza di infezioni. Nell'areale del Primitivo si raccoglierà in anticipo di una settimana, tra 20 e 22 agosto.
Campania
Una buona annata si prospetta per le aziende del Consorzio vini Vesuvio Dop. Il vasto incendio dello scorso 18 luglio ha soltanto lambito le aree vitate (circa 190 ettari tra Dop e Igp Pompeiano), concentrandosi su quelle boschive. “L'andamento vegetativo risulta ottimale” riferisce il presidente Ciro Giordano “e la qualità delle uve è ottima, con una buona situazione fitosanitaria”. I viticoltori campani hanno ridotto del 30% i trattamenti. La raccolta ai piedi del Monte Somma sarà anticipata di circa 15 giorni: si prevede una “riduzione di circa il 10% della produzione (15 mila i quintali di uve nel 2016: ndr)per l'aumento delle temperature e il calo delle precipitazioni rispetto a un anno fa”.
Lazio
Nel Lazio, sui mille ettari della Dop Frascati la siccità ha rallentato le fasi fenologiche. “La pioggia è quantomai necessaria per consentire una maturazione ottimale delle uve”, riferisce il presidente del Consorzio di tutela, Paolo Stramacci. Tra Frascati Doc, Frascati superiore e Cannellino, il 2016 ha consentito di portare in cantina 95 mila quintali di uve. Le rese sono state portate da 140 a 110 quintali per ettaro e, per il 2017, si è deciso di scendere ulteriormente a 110 per la Doc e a 90 per Frascati superiore e cannellino: “Una scelta di qualità che farà sì che anche quest'anno si registri un leggero calo a volume. Per quanto riguarda, invece lo stato di salute delle uve, la situazione è molto buona. I produttori hanno trattato meno, ci sono stati meno attacchi di peronospora. È vero che le gelate di aprile hanno provocato l'essiccamento dei germogli, ma il problema risulta nel complesso limitato. Produrremo meno” conclude Stramacci “ma produrremo meglio”.
Marche
Si inizia con Chardonnay e Merlot, per finire con il Montepulciano. In mezzo ci sarà il Verdicchio, vitigno principe delle Marche. La vendemmia nell'areale dell'Istituto marchigiano tutela vini (Imt) è stimata in generale calo: gli sbalzi termici della primavera e la siccità molto forte potrebbero mettere in difficoltà soprattutto i vigneti più giovani, come riferisce il direttore Alberto Mazzoni, che ritiene molto probabile un anticipo delle fasi di raccolta di dieci giorni rispetto alla media.
Toscana
Il distretto del Brunello di Montalcinoha sofferto la mancanza d'acqua fino a giugno inoltrato, ma le piogge delle ultime settimane, compresa quella del 24/25 luglio, sembrano avere rimesso le cose a posto. Il presidente del consorzio di tutela, Patrizio Cencioni, è ottimista e parla di generale situazione di anticipo vegetativo di una decina di giorni: “Si prospetta un'annata molto buona grazie anche all'assenza di peronospora e a pochi casi di oidio. Temperature notturne scese sotto 20 gradi stanno creando le condizioni ideali per vini profumati e con la giusta acidità”. Sul fronte delle quantità, non si prevede di superare il 2016 (124 mila quintali di uve Brunello). Il via alla raccolta è probabile nei primi giorni di settembre. Edoardo Donato, presidente del Consorzio tutela vini della Maremma Toscana, non ha dubbi: “La vendemmia 2017 sarà eccezionale, con previsioni sul fronte quantitativo (132mila quintali; ndr) e qualitativo pari a quelle del 2016”. La problematica più attuale è comunque la siccità, nelle aree pianeggianti più vicine al mare, ma “al momento non si riscontrano perdite di prodotto”. Anzi: “La vite è stata costretta ad andare in profondità ricavando le migliori caratteristiche da ogni terroir d'origine”. Alla scarsità d'acqua va aggiunto il tema dei danni dagli ungulati, molto attuale in Toscana e nei confronti del quale “non si è posta ancora una soluzione concreta”. Si raccoglierà con dieci giorni di anticipo, ma i prossimi due mesi risulteranno come sempre determinanti. Nei vigneti della Doc Cortona, il monitoraggio tra i produttori stima un -15% sulla media stagionale a causa di siccità e del caldo eccessivo di giugno e luglio, che saranno responsabili di un aumento della gradazione delle uve (+2/3 punti babo sulle medie). La gelata di aprile, inoltre, ha determinato grappoli più spargoli con acini molto più piccoli, soprattutto per i vitigni a bacca rossa (Sangiovese e Syrah): “Questo comporterà un calo della qualità del raccolto, senza precludere una buona annata”, fa sapere il presidente del consorzio, Marco Giannoni. Su tempi di raccolta, non si segnalano grandi anticipi visto che “le alte temperature hanno contribuito alla parziale chiusura degli stomi e quindi a una sorta di blocco del metabolismo che, invece, sta riprendendo in questi giorni con un'invaiatura di buon livello”. Anticipo vegetativo compreso tra una o due settimane per il Sangiovese e gli altri vitigni nel Chianti Classicocon “uve molto buone sotto il profilo sanitario”, come sottolinea il numero uno del Gallo Nero, Sergio Zingarelli. Un anno fa sono stati prodotti 287 mila ettolitri di vino, mentre per l'anno in corso le previsioni del Consorzio parlano di calo “intorno al 10%”, per via del gelo di aprile e per la siccità. “La 2017 è un'annata simile a 2012 e 2003” dice Zingarelli, sottolineando come nell'ultimo periodo si siano registrate buone escursioni termiche giorno-notte.
Preoccupa la siccità nell'areale del vino Chianti Docg. Il consorzio guidato da Giovanni Busi stima un calo del 10% rispetto a 1,2 milioni di quintali di uve del 2016. “Siamo preoccupati perché una eccessiva disidratazione del chicco può andare a toccare la qualità finale del vino”. Il vigneto Chianti è in fase di invaiatura, con un anticipo di 10 giorni. “Occorrerebbe un bicchiere agostano che porti 25-30 millimetri di pioggia sul terreno. Il Sangiovese è un vitigno capace di assorbire rapidamente l'acqua”. Lo stato di salute delle uve è buono: “Sono sane, ma tutto dipenderà dal fatto” conclude “che abbiano o meno la benzina per arrivare fino a metà settembre”.
a cura di Gianluca Atzeni
Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 27 luglio
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