Durante l'edizione 2023 di Benvenuto Brunello si sono presentati alla stampa i Brunello di Montalcino 2019, le Riserve 2018, il Rosso di Montalcino 2022, il Moscadello e il Sant’Antimo.
Il nostro focus: il Brunello
La tendenza, ad ogni prova, è sempre quella di accomunare l’annata nuova ad alcune annate passate, per rendere immediatamente leggibile la critica. E in questo senso si potrebbe riassumere l’annata 2019 con un richiamo alla potenza della 2015 e nello stesso tempo alla buona gestione del tannino della 2016. I vini, in generale, hanno una certa energia con un frutto ben profilato ed una trama tannica succosa.
C’era da aspettarsi più uniformità, si evidenzia ancora una certa altalena con differenze più accentuate nei Brunelli che appartengono alla parte nord e sud della denominazione, ma un grande punto a favore, come anticipavo, va all’ottima gestione del tannino che ha aiutato nella corsa all’assaggio dei campioni presentati all’anteprima, 119 cantine, rendendola più agile.
L’andamento climatico della 2019 è stato piuttosto regolare e non si sono registrati fenomeni straordinari, il germogliamento è avvenuto nei tempi consueti. Annata soleggiata con massime estive tra i 30 C° ed i 35 C°, non si sono raggiunti picchi di calore.
In massima sintesi possiamo dividere gli assaggi in due grandi filoni: quelli in cui viene privilegiato il tratto stilistico, con realizzazioni eccellenti e determinate da un grande rigore, piene di espressività, la stessa capace di regalare nel bicchiere un Brunello di estrema eleganza e nitida piacevolezza. Una interpretazione, se si vuole, più esterofila ma convincente e soprattutto molto buona, che stacca in maniera netta dal resto degli assaggi: è il caso, per un esempio determinante, di Giodo, il Brunello 2019 firmato dal noto enologo Carlo Ferrini e dalla figlia Bianca.
Dall’altra parte c’è il territorio che spinge con forza e dona vini più carnosi, terrosi, quasi più ingombranti, perché come anticipavo la 2019 è un’annata di grande larghezza ed ampiezza, di tanta materia da saper gestire con particolare attenzione all’impatto alcolico. Da questo lato della barricata ci sono vini molto ilcinesi, più classici, generosi ma anche meno affusolati, più veraci ma molto veri: tra i campioni d'assaggio quello che condensa molto bene tutte queste sfaccettature è Ciacci Piccolomini d’Aragona con Pianrosso.
I migliori assaggi*
Canalicchio di Sopra Vigna Montosoli. Bellissima polpa con spiccate note floreali molto affascinanti. Incalzano profumi di prugna e ciliegia. In bocca è intenso, avvolgente ma con una dinamica di grande verticalità e vibrante tensione acida.
Casanova di Neri Etichetta Bianca. Dai tratti molto scuri con graffi selvaggi, dominano il mirtillo e la mora e in bocca sa ben sposare i tratti più dolci con quelli più acidi, chiudendo in maniera armonica. Ben fatto, sa evolvere rapidamente in complessità.
Cava d’Onice Colombaio. Un vino di notevole struttura, dal corpo bellissimo. Dal profilo olfattivo sensuale. Ampio e con un richiamo sapido degno di nota al palato. E’ generoso, dinamico, compiacente con una spinta aromatica che affonda in profondità. Molto persistente ed energico.
Ciacci Piccolomini d’Aragona Pianrosso. Brunello molto territoriale dai sussurrati toni tostati, terra e sottobosco con un deciso richiamo balsamico. Al palato si fa carezzevole con una dimensione gustativa molto ampia, aprendosi ad una frutta rossa matura mista a petali di rosa che in bocca si rilascia in una piacevolezza gustativa tipica del sangiovese di queste terre. Cremoso ed avvolgente. Dalla speziatura raffinata, energico e dal bell’allungo.
Franco Pacenti Rosildo. Grande classicità, emozionante al naso quanto in bocca, un sangiovese puro che fa stare bene. Di grande sincerità. Un Brunello di ottima fattura, con una polpa sana e gustosa che sa conciliare i caratteri sinceri del buon sangiovese territoriale. Dai leggeri tratti affumicati, è fresco con una ineccepibile stoffa che sa unire un bel movimento e la giusta tensione nel passaggio al palato.
Fattoi. Si presenta con un profilo aromatico molto interessante, colorato e ricco di sfumature, di grande fascino. Mantiene un’ottima carica espressiva al palato dove punta sull’intensità e l’ ampiezza non perdendo mai di vista il nerbo acido che rende il sorso incalzante e vivo. Verace e dal grande sapore.
Gianni Brunelli Le Chiuse di Sotto. Vino che sa raccontare una certa profondità di territorio restituendola con un buon lirismo stilistico. Non è mai statico, gioca con scioltezza e perfetta ritmica le sue doti migliori. Fresco e balsamico, alterna frutta gustosa e cenni agrumati condensando complessità in un sorso slanciato e deciso.
Giodo Illuminante interpretazione del Brunello d’annata. Succoso e mentolato, di immensa finezza ed eleganza tanto olfattiva quanto gustativa. Un calice che fa volare fuori dai confini del Brunello e che in un assaggio alla cieca potresti leggere in chiave esterofila come una vera e propria opera dal titolo “Borgogna il cinese”.
Renieri. Classe ed eleganza con una ben espressa spinta mentolata, dai profumi freschi e dal colore bellissimo del sangiovese. Il sorso è deciso e netto, molto vivace e scorrevole, al palato sviluppa una traiettoria bellissima nitida e superba. Dalla tessitura tannica eccellente.
Castiglion del Bosco Campo del Drago. Odora di bosco e di erbe aromatiche a cui da eco una piccola frutta confettata. Al palato domina la freschezza con un vigoroso tratto mentolato. Il sorso è disinvolto con un bel grip al centro bocca e una centrata agilità complessiva
Tiezzi Vigna Soccorso. Un’annata che sa consegnarci una versione molto originale ed euforica rispetto al passato di questa storica Vigna. In bocca si privilegia un tratto agrumato ed energico, con una progressione incantevole. Equilibrato e teso, concede una bella lettura di sé
(* Si tratta di una coincisa selezione dei migliori assaggi che usciranno in maniera completa nel prossimo numero del mensile Gambero Rosso)