Il Rosso Jannik regalato per Natale al tennista altoatesino è vero Primitivo di Manduria Doc, ma etichettato in maniera irregolare. Si avvia tecnicamente verso la chiusura - anche se resta in piedi la polemica politica - il caso delle 73 bottiglie inviate dal comune pugliese al sindaco di Sesto Pusteria (dove è nato l'attuale numero uno del ranking Atp), che il Consorzio di tutela vini di Manduria aveva riconosciuto come non Doc, perché prive di fascetta di Stato, avviando una segnalazione agli uffici dell'Icqrf. Secondo quanto ha potuto verificare il Gambero Rosso, attraverso gli organismi di controllo, non c'è stato alcun sequestro di bottiglie, ma sono state rilevate delle irregolarità amministrative - una sui registri e una sulla mancata presenza delle fascette di Stato per la Doc - che sono state già sanate.
Nessun prelievo a Sesto Pusteria
Le bottiglie nelle settimane scorse erano fisicamente arrivate in Alto Adige, alla sede dell'amministrazione comunale di Sesto Pusteria, in provincia di Bolzano. E, a quanto pare, là sono rimaste. Lo stesso sindaco Thomas Summerer ha dichiarato di non aver ricevuto alcuna notizia in relazione a presunti prelievi di vino, «né tantomeno – secondo quanto riportato dal Corriere del Mezzogiorno - mi è arrivata una richiesta di restituzione delle bottiglie che, difatti, sono ancora qui in Comune. La mamma di Jannik è stata qui, si è detta onorata dell’omaggio fatto a suo figlio dalla città di Manduria, ma non ha chiesto né prelevato alcuna bottiglia». Bottiglie che, quindi, l'Icqrf non ha sequestrato ma per le quali potrebbe essere chiesta la regolarizzazione, ovvero l'apposizione della fascetta di Stato mancante, solo in quelle ancora presenti nella sede comunale e non per quelle che eventualmente sono già nelle case di privati cittadini.
Vino Doc ma senza fascetta
Considerate le informazioni a disposizione, il caso eno-politico potrebbe essere scaturito da una disattenzione collettiva, del tutto in buona fede e senza intenzioni di dolo. La Vinerie Baldari, azienda che fa capo all’assessore comunale all’Agricoltura di Manduria (non associata al Consorzio) molto probabilmente ha acquistato delle bottiglie di Primitivo di Manduria Doc dalla Cantina Produttori vini di Manduria e, come ricostruito dalla stessa cooperativa avrebbe modificato le capsule, rimosso la fascetta di Stato, stampato delle etichette personalizzate e utilizzato il numero di lotto di produzione della storica cooperativa pugliese. Poi la storia è nota: la foto delle bottiglie scattata nell'aula comunale, con tanto di comunicato stampa che annunciava il dono per Sinner, la denuncia di gruppo dei Progressisti di Manduria, la presa di posizione ufficiale del Consorzio di tutela guidato da Novella Pastorelli, la diffida a tutela dei circa 300 soci da parte della Produttori vini di Manduria (che ha recentemente ricevuto la visita degli ispettori Icqrf per la verifica del lotto) nei confronti della Vinerie Baldari per l'uso non lecito dei loghi di Equalitas (sulla certificazione sostenibile) e dei dati enoici di produzione.
La posizione della cantina
«La questione, che a noi appare come una bravata, potrebbe chiudersi una volta per tutte - afferma al Gambero Rosso il direttore generale dei Produttori vini di Manduria Vittorio Moscogiuri - e da parte nostra non c'è alcuna intenzione di procedere per danno d'immagine, dal momento che anche il cliente ha ammesso l'errore».
Errori che ci auguriamo non faccia Jannik Sinner, che continua a collezionare vittorie agli Australian Open, volando ai quarti (nonostante qualche problema fisico). Intanto, a Manduria, vista la figuraccia, c’è chi chiede di far saltare qualche testa all'interno dell’amministrazione comunale. Ma ormai si attende anche il "vero Primitivo Doc" per Jannik Sinner, che l'ente di tutela ha promesso di voler inviare al campione altoatesino.