Una cassa di Amarone per celebrare il futuro inquilino della Casa Bianca. È così che Giancarlo Aneri, imprenditore vinicolo veneto, ha deciso di festeggiare il ritorno di Donald Trump alla guida degli Stati Uniti, ribadendo la sua ammirazione per il tycoon come «l’unico che può riportare la pace nel mondo». Un’affermazione impegnativa, forse un po’ idealizzata, ma che racconta il lato pacifista del produttore e la sua speranza nel ruolo pacificatore del nuovo presidente degli Stati Uniti.
Una cassa di Amarone in regalo a Donald Trump
Aneri è convinto che Trump abbia le carte in regola per portare equilibrio nel mondo e mettere fine ai conflitti. «Non sono un semplice simpatizzante di Trump, ma apprezzo chi condivide le mie idee», afferma Aneri in un'intervista al quotidiano Libero. «Mi piace perché ha promesso di riportare la pace nel mondo, e questo mi basta». E aggiunge, con convinzione quasi assoluta: «Solo lui può far cessare la guerra in Ucraina e, seppure con più difficoltà, quella in Medio Oriente». L’imprenditore ripone fiducia nelle capacità del tycoon di mantenere «un profilo non bellicista», ricordando il suo precedente mandato come un periodo di distensione, nonostante le tensioni globali. E, in memoria di quei tempi, ha deciso di spedire sei bottiglie di Amarone 2016 – l’anno della prima elezione di Trump – come augurio per un eventuale nuovo mandato. «Quando vinse nel 2016, festeggiò con il mio Amarone che gli avevo fatto arrivare tramite l’amico Flavio Briatore. Stavolta, appena confermato il suo trionfo, gli ho inviato altre sei bottiglie». Ma Aneri è attento a specificare che le bottiglie non sono state inviate alla Casa Bianca, onde evitare che «se le beva Biden». Per il momento, la cassa è destinata a una delle residenze private di Trump. «Sono sicuro che le riceverà», dice con fiducia al quotidiano.
Ce ne è anche per Berlusconi e Elon Musk
Aneri ama vedere i suoi vini protagonisti di momenti storici, e di brindisi importanti ne ha già firmati. Nel 2004, ad esempio, durante la firma della Costituzione europea, fu Silvio Berlusconi a regalare le sue bottiglie personalizzate ai capi di Stato. «Il vino unisce e il brindisi è sempre un momento di felicità», osserva Aneri, svelando che vorrebbe un giorno inviare una cassa anche a Elon Musk. «Vorrei che il mio Amarone arrivasse su Marte, durante uno dei viaggi del patron di Tesla». Per quanto si possa ammirare la sincera dedizione di Aneri alla pace e alla tradizione, rimane un interrogativo: l’Amarone riuscirà davvero a innescare un cambio di rotta nei complessi equilibri internazionali? La diplomazia del vino ha indubbiamente i suoi meriti, ma forse la speranza che Trump possa riportare la pace nel mondo richiede un po’ più di pragmatismo.