alle ultime due annate”, è questa la definizione data dal critico Robert Parker che vede molte somiglianza tra il 2011 e il 2008.
Tallone di Achille dell'annata è la sovraestrazione, la maggiore estrazione dei composti aromatici avvenuta ad agosto per rimediare alla mancanza di sole. “Ma i vini migliori – concordano tutti i critici – sono quelli lasciati al loro corso naturale”.
E mentre a Bordeaux proseguono le degustazioni en primeur, c'è anche chi in controtendenza, sostiene che sia uno spreco aprire una bottiglia non ancora pronta e che il Bordeaux è un vino “designed to age”. È la master of wine Jancis Robinson che preferisce piuttosto dare i suoi consigli enologici sui Bordeaux delle annate precedenti. What's ready?
“Sicuramente il Bordeaux 2001, dapprima sottovalutato, ma che provato nuovamente a dieci anni di distanza si rivela anche migliore del 2002”, dice la degustatrice britannica che consiglia in particolare Yquem (12 bottiglie 5,5mila sterline), Latour (4,8mila) e Lafite (7,5mila). L'annata più recente pronta per la degustazione? “Il 2007. Per tutto il resto è ancora presto e ci si potrà pronunciare tra qualche anno”, sostiene la master of wine che però, concorda con gli altri critici sulla questione prezzi (“giustificabili solo se si parla di annate molto vecchie”): a partire dal 2002 sono saliti un po' troppo compromettendo il rapporto con la qualità. Adesso la parola d'ordine è moderazione se non si vuol rischiare di spingere gli acquirenti verso la vicina e rivale Borgogna.
Loredana Sottile
04/04/2012