Le donne bevono vino perché sono libere (fortunatamente) di farlo. E a questa libertà non vogliamo rinunciare. Anzi, rivendico, rivendichiamo il diritto di poterlo fare come un uomo e accanto agli uomini. Le donne devono poter bere vino sentendosi al sicuro, da sole o in compagnia, proprio come fanno gli uomini, con la stessa leggerezza dei padri, dei fidanzati, dei mariti e dei fratelli, di poter amare il vino come lo amano gli uomini senza essere considerate poco di buono o affette da problemi di autostima, di non abusarne come non dovrebbero fare tutti, di concedersi un'ubriacatura adolescenziale e spassosa come gli uomini possono permettersi di fare da sempre.
Le donne possono lavorare con il vino e nel mondo del vino, e sanno farlo altrettanto bene. Dispiace dunque contraddire Antonella Boralevi, scrittrice, secondo cui le donne bevono solo «per darsi un tono». E rimaniamo inorriditi, ancora una volta, da chi come Alessandro Scorsone, sommelier e cerimoniere della presidenza del Consiglio, sostiene che il vino, l'alcol, quando c'è di mezzo una donna diventa «un mezzo per conquistarla». Quanta inettitudine in sole due frasi andate in onda martedì 16 aprile durante il Tg2Post, ancora una volta sulla Rai. Discorsi da maschi ubriachi in diretta tv che non superano l'alcol test.
Genetica del sessismo
A differenza dei precedenti scivoloni della tv pubblica (il Gambero Rosso ha denunciato le frasi sessiste andate in onda a È sempre mezzogiorno), questa volta la reazione emotiva non è quella della rabbia o del nervosismo, perché più che essere incazzate ci sentiamo esauste. È sfiancante ogni volta dover commentare le stesse cose ed è una violenza inaudita - e ormai quotidiana - dover affogare in questo straripante fiume di luoghi comuni che relega le donne a manichini della vita sociale.
L'intervento di Boralevi non solo è sciatto ma anche offensivo. Leggete attentamente: «C’è dentro di noi qualcosa, io temo che sia genetico, noi non ci sentiamo mai all’altezza (…) una donna deve sempre combattere con una parte di sé per cui non si sente all’altezza. Qual è il tema? Che le donne spesso bevono come prima si fumava una sigaretta, cioè bevono per darsi un tono. Va benissimo, ma noi non abbiamo bisogno del bicchiere di vino per sapere che siamo persone di valore come voi uomini».
Dunque, geneticamente le donne non si sentono all'altezza. Davvero? E quindi bevono vino per aumentare la propria autostima? Non sono invece secoli di patriarcato, maschilismo e sessismo a impedire a molte donne di credere in sé stesse? Così come non è il pregiudizio degli uomini di vedere una donna da sola al bancone a impedire a quest'ultima di sedersi? Non è la disinvoltura di qualche rompi coglioni a rendere alle donne meno sicuro bere alcolici? Di chi è la colpa, della preda o del predatore? Rifletteteci. Dottoressa Boralevi, ci rifletta anche lei.
I veri argomenti che la Rai non affronta
Certe affermazioni non solo sminuiscono le donne in quanto tali ma anche il loro rapporto con il bere. Avviliscono chi come noi con il vino ci lavora. Essendo animate da una vera passione, oltre che da una certa professionalità, avendo colleghi uomini che bevono con noi per lavoro e ci rispettano nel farlo, saremmo felici di ascoltare in tv qualcosa di più intelligente e aderente alla realtà. Magari da chi di vino ci capisce davvero. Il mondo sta cambiando, fortunatamente, e le donne del vino sono tante. Mentre le donne a cui il vino piace sono sempre state molte. Varrebbe dunque la pena ricordare che il vino è un genere neutro, l'azione di berlo non è attribuibile a una sola specie o a determinati momenti. Si è liberi di farlo senza essere tacciate da etichette stereotipate.
Magari milioni di spettatori si sono anche trovati d'accordo con Boralevi e Scorsone, solleticati nel loro animo ombelicale, perché diciamolo: è facilissimo intossicare la discussione intorno al vino usando la parabola delle donne che bevono per rifarsi un po' di ego. La domanda a cui ha risposto Boralevi, ovvero che le donne sono riuscite a farsi spazio nel mondo del vino (settore notoriamente troppo maschile, aggiungiamo noi), poteva innescare una discussione seria e proficua.
Boralevi avrebbe potuto menzionare quello che il Gambero Rosso ha raccontato durante il Vinitaly, tenendo conto che la puntata era dedicata proprio al Salone internazionale del vino italiano: la foto di “famiglia” dell’inaugurazione ci ha raccontato lo stato dell’arte dell’inclusività femminile nel settore vitivinicolo, su undici rappresentanti del settore c’era una sola donna all’estremità dell’immagine (la vicesindaca di Verona, Barbara Bissoli, chiamata in sostituzione del titolare Damiano Tommasi, assente per motivi personali). Un piccolo miglioramento rispetto allo scorso anno quando la quota maschile aveva fatto l’en plein: dieci su dieci. Ma non basta: impegnati nell'esercizio matematico, abbiamo denunciato la pessima condizione in cui versano le presenze femminili nei ruoli apicali dei Consorzi del vino, incluse le associazioni del vino naturale. Le vignaiole sono ormai tante, ma nei ruoli di rappresentanza sono ancora pochissime. Quindi il risultato è sempre uguale a sé stesso: scoraggiante.
Una bottiglia di vino da sola
La Rai non ha speso una parola su questi argomenti, eppure sarebbero quelli da trattare, tralasciando invece i qualunquisti sul perché, il come e il dove le donne devono bere vino. «Torno a dire - ha aggiunto Boralevi - che prima di tutto noi non abbiamo bisogno di un bicchiere di vino per sapere che siamo persone di valore come voi uomini. Direi di limitarci a un bicchiere, una piccola dose e soprattutto mai bere da sole, in casa. Mai».
Avete capito? Mai. In casa poi, suvvia sembreremmo delle ubriacone, degli insopportabili esseri viventi, troppo fragili, in presa alla dipendenza, alla disperazione e chissà cos'altro. Viceversa, gli uomini possono farlo (da soli)? Con la stessa logica allora potremmo iniziare a dire che le donne non devono fumare da sole, non possono mangiare un gelato da sole, non possono guidare da sole o non possono andare al cinema da sole. Stronzate, le donne possono bere, anche a casa da sole. Basta usare la dovuta moderazione. Ma questo vale anche per gli uomini. In ogni caso, essendo un po' ribelle, stasera una bottiglia di vino da sola la apro e brindo alla Rai che continua a regalarci argomenti di cui parlare.