Grandi manovre in casa Champagne. Sul fronte business, principalmente, a fronte di un consumo che inesorabilmente scende in Italia e in Europa. Cosรฌ grandi maison come Dom Perignon, Veuve Cliquot, Krugg, Charles Heidsieck e la piccola Collard-Picard puntano su vecchie annate e selezioni particolari. Mentre si moltiplicano i banchi di assaggio. Capodanno รจ alle porte!
Un botto dโeffervescenza. Tanta davvero, nel business dello Champagne, tanto piรน in vista delle vicine feste. A innescare la visibile agitazione in quella fetta del mondo Champagne che sโinterfaccia con lโItalia e il suo mercato sono anche questโanno i venti di una congiuntura che non vuol saperne di dare le dimissioni e lasciare il posto al soffio sospirato della ripresa. Il consumo da noi soffre. E quello dello Champagne, che pure ha a lungo retto botta, non fa eccezione: complessivamente si contrae, e il limite basso (soglia anche psicologica, direbbero in Borsa) dei 5 milioni di bottiglie รจ lรฌ, ormai. E ci sono maison che proprio nel momento piรน arduo provano a giocare al rialzo, a inventare novitร importanti.
Il primo refolo di vento รจ stato quello relativo allโavvicendamento al vertice di Dom Pรฉrignon Italia. Il prรฉstige quasi per antonomasia, โtayloredโ dal vulcanico Richard Geoffreoy e pilastro di fatturati anche da noi, รจ passato dalle mani di Marco Ravasi a quelle di Cristiano Talassi, nuovo brand director. Nessun gorgo di tempesta perรฒ. Lโelegante, bravissimo Ravasi ha scelto di affrontare una nuova sfida professionale, sempre nel mondo del lusso (chi ama la stellina di Montblanc lo troverร lรฌ, a occuparsene come direttore marketing). Mentre il collaudatissimo Talassi, giร a capo di Moet et Chandon e Belvedere per lโItalia, nel gruppo LVMH, ha aggiunto altri scalpi eccellenti (oltre a Dom anche Hennessy, Glenmorangie e Ardbeg) da pettinare e far scintillare a dovere per il colosso di mr. Arnault.
Decisamente meno indolore invece il duplicarsi di fatto dellโannuale e ormai rituale giornata italiana dello Champagne. Quella โufficialeโ targata Civc, lโorgano regolatore e associativo della filiera, si รจ svolta a Firenze. Ma orfana di 19 marchi (e non proprio secondari per fama e penetrazione, visto che si va da Roederer a Jacquesson, da Paillard a Bollinger o Pol Roger, per citarne un mazzetto) che son quelli distribuiti dal gruppo di operatori alleatosi sotto le insegne di Club Excellence. Ulteriormente rafforzato dallโadesione di Vino & Design, la label del bravo Dick ten Voorde (che ha portato in dote come Champagne le etichette di R&H Legras, ma รจ poi ben nota per i suoi Riesling europei di rango, e nel listino italiano ha cose come Castellโin Villa o Roagna) il team presieduto da Massimo Sagna (e con dentro Balan, Cuzziol, Meregalli, Heres, Pellegrini e Sarzi) ha fatto la sua giornata Champagne in Brianza, al Devero, lโhotel dove cucina (alla grande) Enrico Bartolini. Risultato, 1.500 presenze dichiarate, con larga prevalenza di professionisti e, come peperoncino, un ragionevole numero di fan veri (quei clienti particolari che fanno la felicitร delle maison) e svariati critici di settore. In piรน, la festa (riuscita) ha dato occasione al Club di dare i (propri) numeri vincenti: se il comparto soffre, loro dichiarano invece un piรน 15% proprio nello Champagne. E ribadiscono cosรฌ che le sinergie (sana concorrenza sรฌ, guerricciole no) rendono, eccome, agli imprenditori italiani che sanno capirne il valore.
E ci sono le maison che rilanciano, in genere rafforzando le diverse offerte e puntando sul doppio claim longevitร (ergo grandezza assoluta del vino) e terroir, e offrendo ai consumatori due opzioni complementari e distinte: da un lato la cura della qualitร e della veste (distanziandosi dai format Gdo) dellโetichetta dโentrata, e dallโaltro la proposta di bottiglie speciali per origine (singola vigna), modalitร di produzione (sempre piรน focus sullโannata, anche per le cuvรฉe) ed etร , con la (ri)comparsa di vecchi millesimi di rango, in sboccature originali o tardive a seconda dello stile della casa. Si tratta, รจ chiaro, di bottiglie dai piccoli numeri e dai prezzi alti, che mirano a chi non conosce crisi, o ai super lovers; ma piรน in generale a far riverberare lโimmagine di qualitร della maison.
Aveva iniziato un anno fa Veuve Cliquot, che questโanno fa il bis. Ecco allora in campo il 1990 e il 1979 in rosa e lโ89 e lโ82 (favoloso) in bianco. In piรน, ricama e ammicca sul packaging del suo passepartout (lโetichetta arancione) proponendola anche infilata in rutilanti mailbox allโamericana (messaggio: cโรจ posta per te, ed รจ da bereโฆ) mentre a livello Italian glam gioca la carta di un ambo mondiale con il brand Ferrari. Ultima curiositร , il derby in famiglia (Lvmh) dei libri: in casa Cliquot quello sulla spumeggiante vita della Vedova; da Krug il calligrafico, evocativo Krug Lovers, dedicato ai fan celebri di Krug durante i 143 anni di storia, passando da Hemingway a Gainsbourg e da Barenboim a Lagerfeld e Coppola. Sempre Krug cala poi in tavola lโasso (il nuovo Clos du Mesnil) e insiste, nel gioco largo della Grande Cuvรฉe, sulla impronta dellโannata base e sulla tracciabilitร di tutti i processi relativi a ogni bottiglia.
Al gran gioco dellโOenothรจque approda finalmente anche un produttore fine e di rango, con riserve non ultraprofonde, ma luccicanti per valore, come Charles Heidsieck. Il bello รจ che il gioco parte e si radica, per ora, proprio per lโItalia. Brut โ83 e โ81, Millenaires โ83 e 85, Cuvรฉe Charlie โ81 e โ85 sono i sei atout in mano a Philarmonica, che importa il marchio, e che รจ il motore dellโoperazione.
E sul prestigio di millesimi agรฉe, su tutti il quasi miracoloso (ma dimostrativo: di fatto non ce nโรจ) Rosรฉ 1969, scommette lโimmagine la piccola, fine maison Collard-Picard, in scuderia dai chiantigiani Cecchi. Il gioco di mercato รจ demandato poi al teso millesimato Excellence, al trasversale Prรฉstige, e a un centratissimo Blanc de Blancs.
Infine, i โnaturaliโ. Potevano mancare, anche in zona Champagne? Giammai. ร, si sa, anche il loro jour de gloire. Ed eccoli dunque a Roma, per iniziativa di Luca Burei & team (palati esperti del ramo tipo Fabrizio Pagliardi o Alfonso Isinelli): marchi e personaggi giร noti (Laval il guascone, Bedel il lunare, lโintellettuale Lรฉclapart) e altri meno, piรน da scoperta. Per fortuna (di chi laicamente beve e degusta senza chiese o prevenzioni, come il sottoscritto) un bel poโ non solo sani: anche buoni. Ne proponiamo un tris che sa di ottimo vino, intanto, e poi anche di ambiente rispettato, e di filosofia, per chi nel calice vuole anche quella.
E la Vedova gialla sposa la Rossa. Va bene, questโanno non ha vinto. Ma la Ferrari รจ sempre una leggenda. E un passepartout di livello universale. E cosรฌ, con unโidea nata dalla sua costola italiana, la Vedova piรน famosa (e bevuta) del mondo ha deciso di salire a bordo, e di scendere in pista. Il gemellaggio Ferrari-Veuve Cliquot si articola cosรฌ in una ultra-limited edition di 20 serie da tre Jeroboam lโuna, vestite in pelle (quella usata per le sellerie della scuderia di Maranello) e serbate in preziosi cofanetti lavorati e laccati a mano uno per uno, che incrociano i colori delle tre linee Ferrari (Classica, Scuderia e Tradizione) con quelli del mondo Champagne (il bianco delle marne calcaree, ad esempio) e le icone di Cliquot, cometa in testa. Ciascuno dei set, tutti numerati e autenticati con garanzia e autografo dello chef de cave Dominique Demarville, sarร venduto allโasta in un diverso Paese del mondo. Il numero 1 รจ, neanche a dirlo, quello per lโItalia, dove luogo e contesto del Maranello Edition Day sarร reso noto in primavera. Divertente sottolineare come questa (rara) alleanza tra i due brand dei due paesi cugini porterร di fatto un pezzo di savoir faire dโItalia, con lo Champagne al volante, in giro per il mondo proprio nellโanno delโExpoโฆ
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le degustazioni
Cuvรฉe Sir Winston Churchill 2002 - Pol Roger
Lo so, รจ dicembre e siamo qui per questo. Ma se cโรจ una cosa che di un grande Champagne non si dovrebbe dir mai (rimanda a quella stagionalitร fissa che si vuol superata) รจ: lo aspetto come si aspetta Nataleโฆ Eppureโฆ Per questa special Cuvรฉe ci approcciamo cosรฌ. Ne attendiamo lโuscita come un bimbo sotto lโalbero (e stavolta, per dirla con Edoardo, ci sta dentro anche il presepe). Credeteci: di 2002 Sir Winston ne avrebbe scolati conteiner. Sostenuto da unโannata di classicitร quasi perfetta, anche lui lo รจ. Ragazzino (che freschezza, e che futuro davanti!) e insieme giร โsavantโ, complesso, dialettico tra note cremose e fughe nel salino, frutto bianco croccante e rientri di noisette, ricordi di Virginia e iodio dโalbe marine. Un vero hit. Tenetevelo per un poโ, se potete (e se stappate, invitateci!).
Valutazione: 98/100. Prezzo 180 euro
Clos du Mesnil 2003 - Krug
Tutto chiaro: la scommessa grossa รจ la Grande Cuvรฉe. ร lรฌ che si fanno i giochi. Col Mesnil, invece, si sta dentro quello spot dal claim: โTi piace vincere facileโ. E che questa sia lโetichetta meno controvertibile (e in questo senso facile) รจ lo stesso Olivier Krug, marchio vivente della casa, a premetterlo. Anche se poi un millesimo come il 2003, che giร ha richiesto soluzioni ardite ad altri super prestige, tanto piรน puรฒ creare rischi se si parla di vino da singolo, misurato vigneto, di cui per di piรน va sacrificato per legge (trasformato in rรฉserve) il 20% del prodotto. Anche stavolta, perรฒ, lo Chardonnay dorato e hit di casa Krug fa il suo. In modo piรน aperto, disteso e easy (non in senso riduttivo, ma di impatto meno tagliente) che altre annate: ma con un sorso ricco di luce e di finezza, giร lussurioso (in anticipo sui tempi soliti), ma anche ultra fine e bilanciato.
Valutazione: 95/100. Prezzo 1.000 euro
N.P.U. 1999 - Bruno Paillard
Ascoltare Bruno Paillard raccontare la sua N.P.U., la bottiglia dellโambizione, corona al lavoro paziente e sapiente con cui questa โgiovaneโ casa ha polverizzato, piรน che bruciato, le tappe, spiega davvero tante cose. Del personaggio e del suo mondo. Poi, il calice fa il resto. Un calice diverso dalla rocciosa, impenetrabile edizione 1996. Per questo 1999 lโapproccio รจ diverso. Il vino ha mano e stoffa dโaltro tono. Certo piรน distesa, modulata dalle sue origini (รจ concepito in barrique), educata e arricchita di complessitร da ben 144 mesi sui lieviti, che fanno la differenza. Aggiungeteci un dosaggio minimo (4 grammi) e il tempo ormai giusto dalla sboccatura: e avrete uno Champagne puro, di spessore e classe, con toni distinti di tabacco e spezia, da usare davvero a piena tavola; o, se preferite, solo per festeggiarvi.
Valutazione: 94/100. Prezzo 200 euro
Cuvรฉe Charlie 1985 Oenotheque - Charles Heidsieck
Sullโetichetta avrebbero potuto scrivere: โfinalmente!โ, la parola giusta per salutare, da parte dei veri fan, il rilascio in Italia delle magiche bocce dโetร dalle crayeres maison. Unโoperazione che รจ un successo del distributore Guido Folonari, spingitore dellโimpresa. E che ha nei due 1985 riediti, il Charlie e il Millenaires, le sue punte. Di misura abbiamo scelto il primo, ultimo della serie โCharlieโ dedicata al funambolico fondatore, viveur, business man, pioniere del mercato americano e (forse) agente segreto, con tanto di serie tivรน Usa eponima e Hugh Grant nella parte. Trentโanni quasi, e forma smagliante: nitidezza, profonditร , sostanza, funghi e nocciole, miele, erbe aromatiche, ma anche spiazzanti nuance iodate. Finale sapido e vivido. Chapeau Charlie!
Valutazione: 94/100. Prezzo 400 euro ca.
Cave Privรฉe 1982 - Veuve Cliquot
In casa, hanno tesori nel caveau. Il blasone รจ quel che รจ, la storia pure. E questo 1982 โsecond lifeโ (lโannata che tutti i vignaioli vorrebbero: qualitร e abbondanza, e un cero al santo patrono) la storia la racconta bene. Pinot 66%, Chardonnay 34%, basso dosaggio (sotto 5 grammi), per una volta questo Champagne รจ davvero come una donna bella e vera. Nessuna menzogna sullโetร , e tutto il fascino di chi ha vissuto una vita ricca, gloriosa, traboccante di pienezza da condividere. Che qui, sul fronte gusto, vive dei contrasti tra morbidezza e note saline, i souvenir nocciolati e lโesoticitร della frutta candita. Il finale รจ francamente tostato, un โgout anglaisโ, ma di gran razza.
Valutazione: 94/100. Prezzo370 euro
Cuvรฉe n. 733 Dรฉgorgement Tardif - Jacquesson
Poco da dire: quando il duo Chiquet si muoveโฆ La loro mossa 2014 si chiama 733. โMa come? Giร uscita?โ, direte voi. Sรฌ, ma ora rieccola, dopo 7 anni di lieviti, apripista della nuova politica del super duo: rilascio, cioรจ, con sboccatura ritardata dei sens annรฉe numerati della casa. E addio ai millesimati classici, tranne i soli celebri Lieux-dits. Al 52% di Chardonnay, 24% e 24% di Noir e Meunier, questa Cuvรฉe (base 2005, apporti 2004 e 2001) apre le nuove danze alla grande. Solida, quasi reticente al primissimo tocco, si fa rapidamente empatica nel calice (voi non umiliatela con temperature polari e asfittici bicchieri-ditale!) aprendosi su nuance agrumate e fruttate ampie e insieme cristalline, per chiudere poi su toni di tabacco e frutta secca finissimi.
Valutazione: 92/100. Prezzo95 euro
Grande Cuvรฉe 2002 - Alain Thienot
Della (bella) famiglia di Champagne di casa Balan questo per noi รจ sempre stato quello โperbeneโ. Compรฌto, ammodo, irreprensibile. Ma a cui abbiamo spesso preferito la piรน fantasiosa anima ballerina ed esploratrice del Pascal Doquet, compagno di scuderia. Stavolta perรฒ questo 2002 va oltre ogni definizione di educazione, o di Champagne pettinato per la festa. Qui si vira schietti sul satrapico. Uno Champagne godurioso, cremoso, ma privo di morbidezze di risulta, generoso di note di forno, sottobosco, frutta esotica e matericitร : tutto tenuto poi in quota e in tensione dalla schiena dritta dellโannata, che gli regala spina agrumata ben in vibrazione. Il piรน riuscito della serie, secondo noi, tra i fratelli degustati.
Valutazione: 91/100. Prezzo120 euro
Cuvรฉe Dom Picard Blanc de Blancs Grand Cru - Collard-Picard
Ci sarebbe stato da scegliere: il teso, tagliente Essentiel, ad esempio, o lโaccogliente, ospitale Prรฉstige, come non raccomandarli? Ma nella gamma proposta da Olivier Collard il piรน convincente di tutti, al momento, ci รจ parso questo figliolo degli Chardonnay di Oger e Le Mesnil (le vigne del suocero, direbbero a Roma, essendo proprietร originaria della famiglia Picard, appunto, cui รจ dedicata lโetichetta): elegante, fermo e fresco insieme, mandorla leggera e ricordi accennati ed equilibratissimi di legno, รจ oggi perfettamente in linea. E puรฒ progredire certo ancora.
Valutazione: 90/100. Prezzo70 euro
Comme Autrefois 2001 - Bedel
In biodinamica dal 1999, cantore convinto del Meunier, base esclusiva per questo e un altro dei suoi vini ma prevalente poi in tutte le cuvรฉe, Bedel, Valle della Marna, ha stile difficilmente confondibile, imperniato su un uso ancestrale del legno in vinificazione (รจ il caso di questo Autrofois, serbato poi in cave da subito con tappo di sughero e lasciato 10 anni sui lieviti a vivere la sua dialettica tra riduzione e finissima ossidazione), e anche gran coraggio. Ne occorreva per proporre un 2001, annata scartata dai piรน e molto difficile. Ma qui lโanimositร รจ sorretta dai fatti. Che parlano di un vino boisรฉ ma con classe, e generoso di frutta matura, con una ricca, corposa arancia in primo piano e morbide spezie a seguire.
Valutazione: 89/100. Prezzo90 euro
Efflorescence Extra Brut - Marie-Courtin
Una piccola azienda della Cote des Bars (Pinot Nero), oggi condotta da Dominique Moreau, che ne perpetua la tradizione femminile, ma dirige la rotta verso approdi nuovi. Dal 2005 la scelta รจ: biodinamica, vini monovitigno e di singola annata, assecondamento fedele della qualitร dei suoli, sfacciatamente calcarei, e doppia linea: con o senza SO2. Ci perdonerร lโala talebana del movimento, quella che mangia magari conserve varie e insalate (purchรฉ bio) in atmosfera modificata (cose spesso solfite) ma poi sviene se le si propone un calice toccato dal โdemonioโ: noi perรฒ abbiamo preferito lโEfflorescence, blanc de noirs extra brut solfitato, bocca seria, appena rustica (come da programma), corposa, ma ben piรน coerente e fine del confratello vergine. Una bella scoperta per chi non conosca giร lโetichetta.
Valutazione: 88/100. Prezzo48 euro
LโApotre - David Lรฉclapart
Tre ettari comprati sulla Montagne de Reims, zona di Pinot Noir, in uno dei rari spot serbati in zona per lo Chardonnay. Un modo come tanti per dire subito che si viaggia, alla De Andrรฉ, in direzione ostinata e contraria. Tutto il resto (biodinamica, lieviti solo autoctoni, no dosage, legni, vini tutti monovitigno e non millesimati, ma da uve di unica vendemmia) va di conserva. ร il mood Leclapart: di cui lโApotre รจ โ vedi nome - il piรน alto portavoce. Figlio di singola vigna (del 1946), basato sulla non splendida vendemmia 2007, questo blanc de blancs si giova perรฒ della miglior riuscita dello Chardonnay rispetto ai Pinot dโannata. Ed รจ serio, dritto, ma anche fuso dalla malolattica fatta in barrique, robusto e speziato. Bianco da carne biancaโฆ
Valutazione: 88/100. Prezzo110 euro
R & L Legras Grand Cru Brut
Rango delle uve alto e certificato; e tutto Chardonnay, come si conviene a gente di Chouilly, piena Cote des Blancs. Ma lo stile non รจ di quelli aguzzi, tensione e lama dโacciaio: ci sono invece meletta amabile, fiori gialli e toni mandorlati. La ricerca qui รจ per un vino che abbia insieme grazia e accoglienza, piรน gastronomico di vari cugini meno aperti allโapproccio, e che gioca nella dimensione trasversale, e non solo nella verticalitร , una parte del suo fascino. Ha dalla sua poi altri due atout: il prezzo, che per un Grand Cru รจ tuttโaltro che irragionevole, e la coccarda di essere oggi lo Champagne dโentrata di casa Pinchiorri. Un posto, cioรจ, dove di vino qualcosina sannoโฆ
Valutazione: 88/100. Prezzo45 euro
Brut Premier - Louis Roederer
Una sicurezza? Massรฌ, una sicurezza. Di quelle vere, che fanno piacere. Per il blasone della casa. Tanto piรน che adesso anche il fratello piรน ricco (il Cristall) nellโultima edizione, la prima nata dopo lโinizio di conversione in vigna, sembra tornato a fasti piรน scintillanti e, soprattutto, scattanti. Questo Premier, due terzi Pinot Noir e il resto Chardonnay, ti accoglie nel suo mondo forse con un filo in meno di tensione rispetto a quel che ti aspetteresti. Ma poi la nota elegante di fiori bianchi e quella di mela matura si fondono in bella armonia, aprendo a un finale appena tostato e con rimandi di erbe aromatiche e frutta, esotica perรฒ stavolta. PS chi puรฒ, si permetta lโedizione in magnum. ร piรน che mai quella idealeโฆ
Valutazione: 88/100. Prezzo45 euro
Special Cuvรฉe - Bollinger
Per i super devoti, quelli per cui lo stile Bollinger รจ una fede, meglio forse rivolgersi allโaltro sportello: la Grande Annรฉe 2004, solido e โbollingerosoโ quanto basta ad appagarne gli istinti. Per tutti gli altri invece, ecco lโoccasione per un approccio diverso con un classico. Che, diciamolo, รจ in piena fase di restyling. Meno grosso, largo e inglese, il prodotto oggi in uscita ha palese voglia di trasversalitร . Dice la sua sempre con la soliditร del 65% di Pinot Noir (25% Chardonnay e 15% Meunier) della casa, ma lo fa con una levitร e una delicatezza inedite, bilanciandosi leggero tra toni di frutta fresca e spezie. Litigherร forse con qualche vecchio amante, ma guadagnerร certo molti nuovi tifosi.
Valutazione: 87/100. Prezzo55 euro
a cura di Antonio Paolini
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Articolo uscito sul numero di Dicembre 2014 del Gambero Rosso. Per abbonarti clicca qui