La Bollicina dell’Anno, uno dei 12 Premi Speciali assegnati dal Gambero Rosso sulla guida Vini d'Italia 2025, ci conduce in uno dei luoghi più suggestivi dell’Oltrepò Pavese: Rocca de’ Giorgi, nell’alta Valle Versa. Vigne a perdita d’occhio, sterpaglie e campi agricoli: la vista è pazzesca, lo spirito selvaggio. Il vigneto, Poggio dei Duca, è il più alto tra quelli a disposizione della famiglia Calatroni. A 550 metri di quota, su suoli ricchi di calcare, il pinot nero ha una marcia in più: regala una scossa gustativa nel bicchiere che non si dimentica. L’acidità naturale di partenza delle uve qui è sempre più alta, l’escursione termica feroce è in grado di favorire una maturità fenolica completa.
Verticale
La prima annata prodotta è stata la 2016: “È veramente un luogo speciale, è il vigneto più irto e ripido, difficilissimo da lavorare. L’esposizione è nord-ovest, il terreno bianchissimo, l’abbiamo comprato dal signor Duca nel 2016: è l’unico vigneto che ricade interamente nel comune di Rocca de’ Giorgi”, ci racconta Cristian Calatroni, enologo dal talento cristallino. Lavora in perfetta sintonia con il fratello Stefano. “L’idea del parcellare e dell’uso di una piccola quota di legno (circa il 10%), che però non si deve sentire, è nata dopo un lungo viaggio tra i vigneron della Champagne, dopo aver assaggiato Prevost, Selosse o Laval si sono accese le lampadine”. Nel 2017 si è aggiunto un nuovo parcellare, Riva Rinetti, in questo caso siamo nella vicina Valle Scuropasso, sempre pinot nero, più espansivo e goloso rispetto alla verticalità del Poggio dei Duca, d’indiscutibile fascino.
Il premio Bollicine dell’Anno è il punto esclamativo a lungo percorso di riscatto e di crescita partito da lontano. Stefano e Cristian hanno fatto le cose per bene, in maniera graduale e consapevole. “Le prime prove con lo spumante sono del 2002, nel 2008 siamo partiti con le prime 4mila bottiglie. Nel 2023 ne abbiamo tirate quasi 100mila. Ogni anno abbiamo aggiunto un tassello, un cambio: prima la raccolta in cassetta, il nastro intero, la nuova pressa, un nuovo dettaglio. Abbiamo ampliato lentamente il parco vigneti, ora siamo a 30 ettari, solo uve di proprietà”, prosegue Cristian. Impressiona il livello raggiunto dall’intera gamma, a partire dal NorEma, un Pinot Nero Rosé che è diventato un autentico modello di riferimento negli anni per finezza e complessità, così come la Cuvée Rosé, una Riserva tirata in sole 2mila bottiglie dopo almeno 6 anni sui lieviti. E poi l’arrivo dei parcellari che ha spostato l’asticella di tutto il territorio che finalmente si propone nella sua veste migliore. “Nel 2026 uscirà anche un Solera, frutto di 7 vendemmie. E abbiamo appena piantato una parcella di Meunier”. La storia è solo all’inizio.
Bollicina dell’Anno
OP M. Cl. Pinot Nero Poggio dei Duca Pas Dosé 2019 Calatroni
I profumi sono vividi, puri e mentolati, con toni fragranti di lamponi e zest di limone. La bocca è prima polposa, poi arriva una stoccata acida impressionante per una trama vibrante e saporita. La tensione acida è elettrizzante, ma al contempo ricca di dettagli, succo e sfumature, per un palato ricco di verve agrumata e carica sapida. Finale di menta e basilico, ha grinta e stoffa. E un finale da fuoriclasse: è la nostra Bollicina dell’Anno.