che anno, dalla produzione di birra artigianale. È proprio così, gli artigiani della birra, pionieri di un'illusione, sono riusciti a creare un prodotto che fa parlare di sè e che ha creato una nuova tipicità regionale.
Se fino a ieri l’altissima qualità e autenticità del territorio abruzzese poteva essere conosciuta bevendo i vini di Valentini e mangiando le mortadelle di Campotosto, oggi anche le birre riescono a raccontare e rappresentare l’identità regionale.
Le birre artigianali sono l'ultima frontiera della tipicità abruzzese; dietro ogni etichetta non compaiono imprenditori ma professionisti che hanno investito la passione di sempre (tutti si dilettavano con la birra fatta in casa), i loro saperi, e risparmi.
Il primo che ha deciso di provarci, intraprendendo nel 2003 un progetto su cui pochi hanno scommesso, è stato Jurij Ferri del birrificio Almond ’22, situato a Spoltore. Nelle sue produzioni dimostra originale creatività ed esperienza maturata nel decennio di produzione; l’amore verso lo stile belga è riscontrabile in ogni birra che però caratterizza con un tocco personalissimo.
Di notevole importanza la scelta dei prodotti selezionati: miele del Parco Nazionale della Majella, cannella di Ceylon, pepe delle foreste del Borneo, cardamomo e coriandolo provenienti dall’India, buccia d'arancia iraniana, zucchero biologico Mescobado delle Filippine. Oggi la linea di produzione conta dodici differenti tipologie e tutto fa pensare che la squadra Almond ’22 (la moglie Valeria, Mirko, Marco e Veronica) non si fermerà qui.
Più giovane ma non meno prestigioso, è il birrificio Majella, situato all’interno della provincia chietina, a Casoli. Massimiliano Di Prinzio, aiutato dalla moglie Sonia Iezzi, ha aperto i battenti nel settembre 2008 e, da allora, a regnare sono l’ordine e l’organizzazione. Il territorio abruzzese, e in particolare quello della Majella, è il vero protagonista di queste armoniche birre, ognuna basata sulle materie prime che l’Abruzzo propone: l’acqua della sorgente del Verde, le preziose varietà di frumento Senatore Cappelli e Solina (usato già dai romani), il miele locale proveniente dal massiccio che circonda il birrificio, le incontaminate lavanda e camomilla delle alte quote, la mela casolana, prodotto autoctono della zona. Nelle otto tipologie attualmente presenti, è riscontrabile non solo l’alta qualità e la sapienza del mastro birraio ma la più vera identità abruzzese.
In una zona molto più nota per il vino che per la birra sorge il birrificio OpperBacco. Siamo a Notaresco, nel teramano, e qui dal 2009 Luigi Recchiuti produce un prodotto di elevata e apprezzata qualità. Lui è uno preciso e dedito allo studio della produzione di birra, non si scherza. Dopo anni di gavetta come homebrewer, ma a soltanto tre anni dall’inizio, è già ben posizionato tra i grandi. Le sue birre sono profondamente legate alle esperienze in Belgio e per lui non è difficile riportare nella produzione di una birra le sensazioni e i profumi di un viaggio che lo hanno colpito. Se la qualità di un’acqua fa gran parte di una birra, allora siamo già a buon punto grazie all’utilizzo dell’acqua del Gran Sasso, senza dimenticare l’impiego di un miele locale e della menta piperita. Dalle cinque tipologie di partenza, Luigi è oggi arrivato a dieci produzioni diverse, una migliore dell’altra, provare per credere.
Giovanni Angelucci
6/12/2011