centro studi di Vinexpo celebra la Cina come il più grande Paese bevitore del prossimo decennio (superando gli Stati Uniti) e la Coldiretti annuncia che l'export di vino italiano (4miliardi di fatturato) è addirittura raddoppiato in Cina, Tre Bicchieri è venuto qui a vedere questo nuovo tempio del business enologico, lo Shenzhen International Wine Hub al confine tra Canton e Hong Kong.
Da un'occhiata d'insieme capiamo che qui la wine economy non è solo un concetto astratto: i 40mila metri quadri dedicati all'argomento parlano chiaro. “Abbiamo voluto creare un ponte di comunicazione tra le aziende straniere e i grossisti cinesi del vino”, così Chen WeiQin, il general manager dello Shenzhen International Wine Hub ne spiega la nascita rivelando anche che per la realizzazione del progetto la Shenzhen Oujing City Investment Co.Ltd (a comprehensive commercial investment management company nata nel 2009), ha investito 147 milioni di dollari e che annualmente alla promozione saranno destinati 4,7 milioni di dollari.
Una volta dentro, per orientarsi, tra gli immensi corridoi dell'edificio sovrastati dagli enormi lampadari dorati, è bene sapere che esistono cinque sezioni differenti: la zona espositiva destinata ai grandi eventi, quella regionale messa a disposizione per le cantine straniere (i primi a mettervi piede sono, neanche a dirlo, i francesi), la zona culturale (dove presto sorgerà il museo del vino) e la food&beverage section (una sorta di costruzione disneyana di 8mila metri quadri per accogliere eventi e degustazioni).
Infine l'area commerciale che, va da sé, è la più ampia, inaugurata parzialmente nello scorso maggio e entrata nel vivo della sua attività proprio qualche settimana fa. Ma per vedere il resto bisognerà lavorare un po' di immaginazione o aspettare ancora qualche mese quando almeno 400 persone tra produttori, distributori e agenti animeranno il primo e il secondo piano della piattaforma, come se fossero all'interno di Wall Strett o Piazza Affari.
E chiaramente, di fronte alla sfilata dei grandi attori mondiali del vino, le aziende cinesi non staranno a guardare: “Il nostro hub prevede anche la promozione nazionale con 10mila metri quadri destinati ai produttori cinesi che stanno pensando al franchising come miglior sistema di cooperazione - spiega Chen – soprattutto le molto aziende dell'entroterra che sperano così di essere trainati dai grandi marchi già affermati”.
Ma per cogliere il vero senso della struttura e capire l'importanza che il vino sta assumendo per la Cina, basta andare allo Shenhen International Wine Hub nel fine settimana, quando l'edificio si trasforma in una sorta di circolo per appassionati del vino: è qui che gli uomini d'affare della vicina Hong Kong e i cinesi della upper class si incontrano per degustare e parlare di vino nei “weekend wine party”che di solito si sviluppano come serate a tema dedicate a diverse proposte enologiche.
Ed è sempre qui che tra qualche mese saranno inaugurate le grandi fiere cinesi del vino. In totale quattro: a maggio e a novembre il "Shenzhen International Wine Expo", in autunno e in primavera il "Pearl River Delta Imported Wine Purchasing Month”. “Spero di vedere anche numerosi italiani a riempire la nostra struttura – conclude Chein - Se l'interesse della Cina per il vino è in continua crescita (nel primo semestre del 2011, il volume di vino importato in Cina ha raggiunto 17,2 milioni di litri, occupando il 25% azioni sul mercato del vino cinese; nd.r.), l'Italia rappresenta uno dei maggiori interlocutori per la cooperazione. Vi aspetto a maggio al nostro Expo”.
di Loredana Sottile
17/01/2012
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