La Franciacorta abbraccia la rivoluzione vegana. Barone Pizzini, azienda pioniera del biologico nel mondo del vino (sin dal 1997), raggiunge la certificazione vegana per lโintera produzione proprio a ridosso del veganuary, il mese dedicato al movimento di origine inglese che invita a rinunciare per 31 giorni a cibi e bevande di derivazione animale. La certificazione sarร dalla linea di Franciacorta ai vini fermi della marchigiana Pievalta e della toscana Ghiaccioforte. ยซAbbiamo iniziato un percorso nel 2012 per produrre vini vegani, e oggi raccogliamo i fruttiยป, racconta al Gambero Rosso Silvano Brescianini, amministratore delegato dellโazienda e presidente del consorzio Franciacorta.
Barone Pizzini ottiene la certificazione vegana
Gennaio รจ il mese del veganuary, movimento che invita a rinunciare a carne, pesce, uova e latticini per 31 giorni. Un fenomeno in crescita, che riflette una sensibilitร sempre piรน diffusa: secondo Eurispes, il 9,5 per cento degli italiani evita alimenti di origine animale e il 7,2 per cento degli italiani รจ vegetariano, mentre il 2,3 per cento segue una dieta vegana (con un aumento del 2,9 per cento rispetto al 2023), con numeri quasi quadruplicati rispetto al 2014. Una tendenza che Barone Pizzini ha saputo intercettare, adeguando la propria produzione per incontrare le esigenze di un pubblico giovane, consapevole e orientato alla sostenibilitร .
Il percorso per ottenere la certificazione vegana
Fondata nel XVIII secolo, Barone Pizzini ha sempre giocato dโanticipo. ยซGiร da tempo volevamo un modo di produrre vino rispettando la terra e la maggiore sensibilitร dei consumatori, tra cui quelli delle nuove generazioniยป, spiega Brescianini. La transizione al vegano รจ iniziata nel 2012, con lโeliminazione graduale di albumina e gelatine di pesce dai processi di vinificazione: ยซPer anni abbiamo utilizzato solo caseina eliminando il resto, poi, piano piano, abbiamo eliminato anche questโultimaยป, ma, come evidenzia Brescianini: ยซNon รจ stato semplice: le proteine vegetali usate per i processi in cantina sono derivate da piselli e patate, prodotti piuttosto giovani sul mercato, fortunatamente i progressi degli ultimi anni ci hanno permesso di affinare il sapore del vinoยป.
La certificazione, rilasciata dalla Vegan Society โ lโente britannico piรน antico e autorevole nel settore โ rappresenta la consacrazione di questo impegno. Un risultato che ha richiesto controlli e oltre dieci anni di lavoro, e che vedrร le prime bottiglie con la certificazione vegana in etichetta a partire da subito: ยซArriveremo ad aprile al Vinitaly 2025 con una buona parte delle nostre etichette veganeยป, dichiara il presidente di Barone Pizzini. Da questa primavera, infatti, circa 600mila bottiglie โ tra Franciacorta e vini fermi โ porteranno il simbolo del girasole verde. La vendemmia 2024, che ha registrato un calo del 30 per cento, ridurrร perรฒ la produzione di Franciacorta Docg da 400mila a 300mila bottiglie.
Il Regno unito punta sul vegan
ยซIl Regno Unito รจ stato il primo mercato a chiederci vini veganiยป, continua lโamministratore delegato. ยซSono molto piรน avanti di noi in questo ambito. Per questo abbiamo scelto di mandare la richiesta allโassociazione inglese Vegan Societyยป. Anche se giร la marchigiana Pievalta e della toscana Ghiaccioforte avevano ottenuto da due diverse societร italiane la certificazione vegan.
Dietro questa scelta, perรฒ, oltre allโimportanza di mettere al centro i temi di sostenibilitร ambientale, cโera anche un altro obiettivo, quello di avvicinarsi anche a un nuovo target di bevitori: ยซI giovani sono consumatori piรน sensibiliยป, afferma Brescianini. ยซNon potevamo ignorare questa nuova coscienza ambientale. ร un atto dovutoยป. La certificazione vegana completa, infatti, un percorso iniziato con la transizione al biologico nel 1997 e consolidato con la conduzione biodinamica e oggi vegana dei vigneti di tutto il Gruppo. ยซร una scelta di sostenibilitร , ma anche unโopportunitร per intercettare nuovi consumatori e nuovi mercatiยป.
Ed รจ proprio parlando di mercati che chiude Silvano Brescianini. Conferma gli Stati Uniti come miglior mercato estero dellโazienda e non si dice spaventato per i possibili dazi del nuovo presidente Donald Trump, anzi. ยซQuello per cui preoccuparsi davvero adesso sono le normative per il nuovo codice della strada che non stanno salvando piรน vite, ma distruggendo lโintero settore del vino e degli alcolici in generaleยป, conclude adirato il patron di Barone Pizzini.