A Neviglie, in provincia di Cuneo, è stato ufficialmente consegnato l'assegno. La somma, frutto della vendita del Barolo Riserva 2016 invecchiato nella Grande Botte certificata dal Guinness World Record ad opera della G&P Garbellotto, sosterrà l’istituto di ricerca oncologica a Candiolo. Il progetto, inaugurato nel 2022, ha l'obiettivo di devolvere una parte del ricavato a favore di importanti cause benefiche. Il 2 luglio 2022, la famiglia Sarotto aveva celebrato l'apertura dei nuovi reparti della cantina, ottenendo il riconoscimento del Guinness World Record per la botte di rovere più grande del mondo, con una capacità di 478 ettolitri, alta 5,3 metri e larga 3,7 metri (ne avevamo parlato qui). Il progetto “Ai Fondatori”, lanciato in questa occasione, mirava a sostenere la comunità attraverso la vendita del Barolo prodotto nella grande botte.
Il progetto “Ai Fondatori”
«La vita in campagna insegna due lezioni fondamentali», afferma Roberto Sarotto sulla Stampa «L'imprevedibilità della natura ci rende umili, mentre la necessità di collaborazione ci insegna a mettere da parte l'egoismo». Questi princìpi hanno ispirato la famiglia Sarotto a lanciare il progetto “Ai Fondatori”, dedicato a sostenere iniziative benefiche, e volto a sottolineare l'impegno della famiglia Sarotto verso il sociale: «Due anni fa abbiamo promesso di destinare parte del nostro successo all'aiuto del prossimo. Sabato abbiamo onorato questo progetto con una donazione di 6mila euro alla Fondazione Piemontese per la ricerca sul cancro di Candiolo», continua Sarotto. L'assegno è stato consegnato direttamente a Gianmarco Sala, direttore della Fondazione Piemontese.
Durante l'evento, è stato anche presentato l'ente destinatario della prossima donazione: la Federazione malattie rare infantili. Questo ente offre assistenza e cura alle persone affette da malattie rare e ai loro familiari, con un focus particolare sugli aspetti biomedici, psicologici e sociali legati all'infanzia e all'adolescenza. «Vogliamo che il nostro contributo faccia la differenza e speriamo che il futuro sia più luminoso e pieno di speranza», conclude Sarotto.