iera del vino globale come nessun'altra grazie ai suoi 3.800 esibitori equamente distribuiti tra le regioni vitivinicole di tutto il mondo. Ma proprio tutte. Cosa abbiamo testato? Icewine cinesi, grandi vini libanesi, spumanti brasiliani, Carmenere cileni di grande profondità, bianchi sloveni macerati, autoctoni turchi, sontuosi riesling tedeschi e austriaci, le acidità cavalcanti dei bianchi di Marlborough e molto ancora.
I produttori italiani (+11% rispetto al ProWein2011) erano in buona compagnia: Spagna, Bulgaria, Slovenia, Romania, Turchia, Repubblica Ceca e, per l'appunto, Grecia. Con una bella rappresentanza. Ecco, se c'è un vino che ci ha sorpreso davvero è proprio quello servito da Leon - Pantelis Karatsalos, proprietario dell'azienda Gaia Wines. Ovvero l'Assyrtiko Wild Fermentation 2011, vinificato in acciaio e per il 50% in botti di rovere ed acacia a temperature che raggiungono anche i 28°.
Il colore è quello della carta. Il profilo olfattivo è una sinfonia di delicate note floreali, di gelsomino, di glicine, che virano lentamente verso note iodate, con un'impronta di fondo appena affumicata, è l'origine vulcanica dell'isola che ci parla. E poi un palato sottile e vibrante, con una carica sapida a bilanciare la dolcezza del carattere floreale, e un apporto acido a garantire freschezza e slancio. La chiusura è un'armonia di note marine, di fiori di campo: questo vino ha carattere, ha un'anima. Ci fa viaggiare verso il suo luogo d'origine.
Non è la prima volta che l'Assyrtiko - nella sua versione secca - ci meraviglia: è un piccolo miracolo come questo vitigno - coltivato solo a Santorini - riesca a mantenere apporti d'acidità e freschezza così elevati, combinati a un carattere aromatico distintivo, con quell'impronta salina. "Provatelo con le ostriche", caldeggia Leon. "Altrimenti?", gli chiedo. "Un agnello con una generosa manciata di erbe mediterranee".
Non vi sembrano motivi sufficienti per tornare a Santorini?
Importato in Italia da Bellenda. In un paio di esemplari...
Lorenzo Ruggeri
08/03/2012