Vignaioli di Langa e Piemonte compie 5 anni. L'appuntamento organizzato da Tiziana Gallo è tornato a Roma con il suo carico di prodotti e produttori. Vi proponiamo i nostri appunti di degustazione. Senza tanti giri di parole e rivisitazioni: da queste parti c’è sempre da studiare e tornare alunni. Vuoi per i terreni diversi, i microclimi che possono variare e si nutrono di storia della viticoltura che si tramanda di padre in figlio: una cultura enologica radicata e solidissima. Non mancavano gli oriundi, nebbioli fuori regione che fanno squadra per l’occasione, come i sussurrati e deliziosi vini di Ar.Pe.Pe. Prima di entrare nel dettaglio, annotiamo anche un’altra batteria squillante di Giuseppe Rainoldi, Antoniolo con un classico come il Gattinara Osso San Grato 2010 (e se il 2011 lo fosse ancor di più?) e il sensazionale Timorasso Il Montino 2013 della Colombera, un campione non solo per la tipologia. Quattro produttori che hanno strappato il premio Tre Bicchieri in Vini d’Italia 2016. Quattro conferme.
Roero Arneis 2013 | Cascina Fornace
Il Roero Arneis è un vitigno che nel peso dei valori regionali conta come il due di coppe quando a briscola è bastoni. Eppure di esempi molto interessanti ce ne sono eccome. Come questa versione proposta da Enrico Cauda. Parte subito con toni precisi e ariosi, il profilo composto, con erbe fini, agrume nitido e una bocca molto bilanciata, più orizzontale che verticale, felpata, con un finale di mandorla fresca. Si distende con un passo rilassato, compiuto.
Langhe Nebbiolo 2014 | Brezza
Colore scarico e invitante: profumato, sincero, dalle note nitide e ammalianti. Piccoli frutti rossi si alternano a note leggermente speziate, a tratti ferrose, dove non manca il tocco di sottobosco. La bocca emerge per eleganza assoluta, grande bevibilità e un finale freschissimo capace farci finire la bottiglia, sorso dopo sorso, in pochi istanti.
Langhe Nebbiolo 2013 | Giuseppe Cortese
Un vino che mette fame e che speriamo di ritrovare in tante carte. La luminosità del colore è la stressa dei profumi: è un vino nervoso ed elettrizzante che stimola le papille gustative in maniera coinvolgente per energia gustativa e naturalezza espressiva. Incentiva una salivazione pazzesca senza durezze, il finale è arioso e purissimo. È il vino sul quale siamo tornati di più. Ci dilunghiamo per segnalarvi la buonissima Barbera d’Alba Morassina ‘13 che fa ricredere quanti in sala si girano contro il nemico pubblico numero 1: la barrique. Gestione del legno magistrale, toni di lampone, viola e frutta secca lanciano un palato innervato di succo, di bellissima presa. È al contempo materica e grintosa, e con buoni margini di crescita!
Barbera del Monferrato Sup. Rataraura 2012 | Rocco di Carpeneto
Vino dal colore rosso rubino impenetrabile e dal naso sanguigno e fruttato, con le note di ciliegia e pepe a dominare i profumi. Bocca suadente, morbida e vellutata, cremosa nel suo ingresso, ma repentinamente resa vibrante e tesa grazie a sapidità, freschezza e piccantezza che si avverte nel finale. Grande vino gastronomico da apprezzare con piatti succulenti come gli gnocchi di patate al sugo di coda. L’Ovada Stiere ’13, da vigne quarantenni, parte lento su toni maturi e fumé per poi mettere a segno un crescendo salino lungo e incalzante.
Dolcetto D’Alba Bricco Caramelli 2013 | Mossio
La famiglia Mossio è a pieno titolo riconosciuta come una grandissima interprete del vitigno dolcetto, presentato in diverse etichette. Dal mazzo scegliamo il carattere sicuro e scalpitante del Bricco Caramelli ‘13, dotato al tempo stesso di una bevibilità immediata e golosa grazie a un’intensa polpa fruttata e un finale brioso, tonico, con toni di frutta secca e sbuffi salati. Ottima tenuta nel bicchiere e sicuro potenziale d’invecchiamento.
Picotrendo Selve 2012 | Selve
Scolliniamo in Val d’Aosta, a Donnas per la precisione. Molto interessante la batteria proposta, in particolare ci colpisce il Selve Picotendro 2012, una manciata di bottiglie di nebbiolo maturato in fusti di castagno. Piace per i suoi profumi complessi e stratificati, le sfumature terrose e speziate che ritroviamo in un sorso ricco e avvolgente, con un frutto polposo e un allungo incisivo, con un finale tonico e di bella distensione aromatica.
Barolo Massara 2011 | Castello di Verduno
È difficile non percepire l’eleganza e la finezza dei vini di Verduno, anche quando siamo di fronte a un’annata luminosa e particolarmente soleggiata come la 2011. Il Barolo Massara è un bell’esempio di un millesimo che regala note di piccoli frutti, leggere sensazioni resinose, un tocco fungino e ferroso ad anticipare un palato scarno e ossuto, ma di lunghissimo sviluppo. Tannino preciso, freschezza esemplare e sapidità finale per un vino che lascia il segno.
a cura di Lorenzo Ruggeri e Giuseppe Carrus