Per due anni, 2001 e 2002, in piena Champagne, in vigneto sono spuntati due campi di grano. Seminati da lui, Pascal Doquet: perchรฉ โle radichette ridanno porositร al terreno; poi, finito col grano, spazio alla flora spontaneaโ. Giร : la filosofia รจ questa. Doquet vuol fare (e pensa di fare giร , e ha ragione) splendidi Champagne. Ma pensa anche che si possa farlo soltanto a partire da โun vigneto vivo e sanoโ. E per vivo lui intende varie cose: in parte mutuate dallโesperienza di chi lโha preceduto (รจ la terza generazione vignaiola, suo papร aveva giร aperto piste fondamentali poi da lui implementate, come la scelta dei lieviti autoctoni); ma in parte nuove e diverse. Cosรฌ diverse che a Pascal un certo punto ha scelto di seguire in piena libertร la sua strada, e ha contrattato lโindipendenza dalla famiglia.
Nel 2004 ha comprato quanto voleva rilevare, accettando la divisione della proprietร : i 15 ettari che prima gestiva per tutta la famiglia (dunque con alcune limitazioni) oggi sono diventati 8, ma sono solo suoi (e della sua signora, con cui condivide ogni scelta). Cinque ettari in Cรดtedes Blancs, tre a Vitry. Un duro lavoro, visti anche i 60 chilometri di distanza tra i due vigneti. Ma Pascal sulla seconda location scommette: โHa caratteristiche straordinarieโdice โil sottosuolo รจ tra i piรน gessosi della Champagne, proprio quel che serve al mio vinoโ. Che porta oggi orgogliosamente in etichetta il suo nome: Pascal Doquet. Il vecchio brand (Doquet-Jeanmaire) รจ stato ceduto a Laurent Pรฉrrier, che lo usa per veicolare quantitร di suo vino nella grande distribuzione.
La rivoluzione ha dunque dieci anni. Di piรน se si considerano i prodromi: giร dal 2002 Pascal, che usa basi per due terzi in acciaio e un terzo in barrique borgognotte di terzo passaggio, fa Champagne in due versioni che chiama con poetica arguzia giorno/notte, cioรจ con o senza malolattica (smussata alle punte piรน verticali di aciditร ). โIl malico, lโaciditร viva, sveglia i sensi. Dunque, quello รจ il vino-notte. Di giorno sei giร sveglio...โ. Dal 2001, come detto, non diserba piรน, fa sarchiature e sovescio; ha abolito quella che, ammiccando, chiama โlโassicurazione di papร : lui usava giร la fermentazione spontanea, ma poi alla fine quasi sempre aggiungeva un pizzico di lieviti tecnici. Un rito. Una sorta di polizza anti malasorte che io non ho rinnovatoโ. ร cambiato anche il dosaggio. Negli anni โ80, โquando papร faceva giร cose notevolissimeโ (come dimostrano le note di degustazione) era solo zucchero: 5 grammi in media. Lui preferisce un mosto concentrato di vini suoi. E tiene tutto in punta, una volta finito il lavoro dei lieviti. Il futuro? ร colmo di progetti: vigne singole, lieux dits, lavorati e imbottigliati separatamente; casse miste con annate in verticale per dare uno spettro complesso, verace e fascinoso dellโintersezione tra il suo lavoro e il caleidoscopio dei millesimi; la rinuncia, dolorosa ma giร decisa, a due di essi, il 2010 e il 2011, non allโaltezza. E la scelta, per lโannata 2007, di lavorare solo le uve di Montmaine: le altre non hanno dato la qualitร che lui esige. Il tutto sognando a tempo di jazz (Pascal ne รจ appassionato). E rafforzando il suo legame con lโItalia (lo distribuisce con cura e affetto Balan) che ama. E che giร oggi vede (rara avis) oltre alle sboccature riportate in etichetta, le bottiglie da vendere dotate di contro-etichetta con le info, i codici catturabili dai vari deviceredatti in italiano. Hommage ร la beautรฉ, hommage au gout: al gusto di chi, con gusto, da noi compra e beve.
E ora arriviamo ai nostri appunti di degustazione.
Pascal Doquet Les Mesnil Sur Oger Blanc des Blancs Grand Cru Coeur du Terroir2004
Materia, subito. Sotto la lievissima cipria di legno, piรน sensibile in questโannata giovane e dโultima sboccatura, la indovini subito. La ritrovi in bocca, insieme alla vena territoriale e minerale, in una beva ampia ma fondata su bellโequilibrio. ร la versione meno tesa (un filo, ma giusto un filo piรน morbida) rispetto ad annate come quella schedata di seguito; ma il suo maker non ha di ciรฒ alcun timore. E al secondo sorso anche in chi beve ogni coriandolo di eventuale perplessitร si fa bolla e spumaโฆ Valutazione: 89/100
Doquet Les Mesnil Sur Oger Blanc des Blancs Grand Cru Coeur du Terroir 2002
Il fratellino piรน grande, figlio dโannata grande. Bello, intenso, e ancora piรน carezzevole, con la lima leggera della bolla giร assestata su nuance setose. Una nota di meletta apre le danze: cโรจ sale, e anche agrume netto, in bocca. Arancia, poi albicocca acerba, e pesca bianca. Per un vino che fa malolattica e per un terzo passa in legno, niente male davvero quanto a tensione. Grazie anche a un dosaggio sotto i 5 grammi, amorevole e accorto per lievitร . Valutazione: 92/100
Doquet Vieilles Vignes 2002
Le vigne han quasi mezzo secolo. E sono in quella posizione di mezza costa su cui i Doquet (giร dal โ97 lรฌ ritardavano un filo la raccolta per dare alle uve tutta la strada di cui erano capaci) hanno costruito il concetto di โcuore del terroirโ. Longevitร , stile, capacitร evolutiva. Il โVecchie Vigneโ 2002 รจ questo. Perfino muscoloso, (ma pure austero) rispetto alla linea della casa, ha olfatto nobile, tenuta, grippe al palato. E lunghezza. Con tracce di balsamicitร nel finale e una vena salina di sostegno. No maloattica (e non servivaโฆ). Valutazione: 91/100
Doquet Les Mesnil Sur Oger Blanc des Blancs Grand Cru 1996
Papร aveva comprato le barrique due anni prima di questโannata letteralmente fuor di misura, ai limiti estremi in tutti i caratteri (il vino ha fatto la malolattica spontanea, in gennaio) e per qualcuno anche nelle stime, da limare un poโ in alcuni casi. A carattere e territorialitร si puntava giร chez Doquet in quel periodo. E si discuteva sul futuro aziendale. Fino al 2004, quando sโรจ deciso, i vini sono rimasti lรฌ, a farsi grandi. Come questo โ96, ampio, ricco cremoso, erotico ed esotico nei profumi venati di noisette e miele. Da godere ora. Valutazione: 90/100
Doquet Les Mesnil Sur Oger Blanc des Blancs Grand Cru 1995
Il primo vino fatto da Pascal su autorizzazione di papร . E la prima scelta: staccare Mesnil al resto della Cรดtedes Blancs. Unico tra iMesnil presentati, non ha fatto malolattica. Verificato il timbro piรน maturo dellโannata. Pascal ha deciso che non serviva. E ha fatto bene. Fruttato, dal tono esotico ancora piรน netto del โ96, ma ancora fresco, agrumato, quasi mordente grazie anche a buona sapiditร , ha richiesto piรน tempo per trovare pieno equilibrio. Ma ora lo ha, in grazia e levitร , e ha apparigliato e forse batte persino il piรน celebrato โ96. Ps Pascal โconfessaโ di aver usato qui un poโ piรน di solfiti. Gli amici talebani sulla faccenda provino, per una volta, a uscire in campo avverso. Non si pentiranno. E chissร , magari diverranno un poโ piรน laiciโฆ Valutazione: 91/100
Doquet-Jeanmaire Premier Cru Blanc des Blancs Coeur du Terroir 1988
Della serie โlโha fatto papร โ. Che era forte davvero. E si sente, giร da questa bottiglia: godibile, con un vino ancora prensile nella tattilitร e sapidissimo nel finale. Zero legno, ed รจ unโassenza che alleggerisce. In fondo si mescolano sensazioni di buccia fresca e di polpa di mela matura, qui รจ lร con accenni dโanice e un poโ di balsamico. Come clima e โideologiaโ, per Pascal somiglia un poโ al 96. Sia come sia, tieneโฆ Valutazione: 87/100
Doquet-Jeanmaire Premier Cru Blanc des Blancs Coeur du Terroir 1985
Chapeau. Miracolino. Anzi, no: miracolo. Crema pasticcera, spezie, cannella, candito di banana (piccolo cenno) al naso: e bocca commovente, ancora viva e vegeta. Con la mela matura che (ante legno) รจ evidentemente un marker della serie, e di famiglia. La bolla รจ buona a sufficienza, e fine. La chiusura ripiega su un pizzico di champignon: come si conviene a un bellissimo soggetto dโetร , portata alla grande. Massimo rispettoโฆ Valutazione: 90/100
Pascal Doquet | Vertus | 44, chemin du Moulin de la Censรฉ Bize | tel. +33 (0)3 2652 1650 | www.champagne-doquet.com
a cura di Antonio Paolini
Per leggere la prima puntata di Appunti di degustazione. Lo Champagne alla sfida del tempo: verticale di Veuve Cliquot clicca qui
Articolo uscito sul numero di Agosto 2014 del Gambero Rosso. Per abbonarti clicca qui