Appunti di degustazione. I nuovi vini da vitigni resistenti

13 Mag 2015, 11:00 | a cura di
I vini del futuro li abbiamo assaggiati al Gambero Rosso insieme a due esperti, il prof. Lucio Brancadoro dellโ€™Universitร  di Milano e Eugenio Sartori, direttore generale dei Vivai Cooperativi di Rauscedo. Sono ottenuti da uve che non temono gli attacchi di oidio e peronospora tanto da richiedere appena un paio di trattamenti allโ€™anno, e da cui si ricavano vini buoni e sostenibili.

Una premessa importante. Il vino che abitualmente consumiamo (sangiovese, trebbiano, merlot, cabernet, ecc.) deriva dalla Vitis vinifera sottospecie sativa, lโ€™unica ammessa nella UE per la produzione dei vini a Denominazione di origine. Esistono perรฒ numerose altre specie altrettanto importanti per viticoltura come la labrusca che nella sua area dโ€™origine, il nord America, viene usata come anche vite da vino; altre specie, sempre americane, come rupestris, riparia e berlandieri, invece sono impiegate come portinnesti perchรฉ resistenti alla fillossera.

Gli ibridi

Tutto inizia negli anni Trenta dellโ€™Ottocento quando due viticoltori francesi, Louis Bouschet de Bernard e suo figlio Henri โ€“ lo stesso dellโ€™Alicante Bouschet da noi diffuso in Toscana e Sardegna - ottengono i primi ibridi naturali, da uve originarie dellโ€™Ontario, Delaware e Catawba. Per ibrido si intende un incrocio tra specie di viti diverse, per esempio tra Vitis vinifera e Vitis labrusca oppure con Riparia, Aestivalis, e cosรฌ via.

โ€œGli incrociโ€ spiega il prof. Lucio Brancadoro del Dipartimento di scienze agrarie e ambientali dellโ€™Universitร  di Milano โ€œin natura possono avvenire spontaneamente oppure possono essere guidati dallโ€™uomoโ€. I lavori in grande stile sullโ€™ibridazione prendono piede soprattutto verso il 1870 quando la viticoltura europea rischiรฒ la scomparsa a causa dellโ€™invasione della fillossera (Phylloxera vastatrix) che colpรฌ la Vitis vinifera โ€“ la nostra vite โ€“ provocando la distruzione dei vigneti con rilevantissimi danni produttivi oltre che economico sociali. La soluzione per salvare i vigneti fu di innestare le nostre viti sui ceppi americani che invece erano resistenti al terribile afide, utilizzandoli come portainnesti.
Sempre in quel periodo nacquero in Francia degli ibridi come Noah, Clinto, Bacรฒ, Isabella, Seyve Villard, ecc. da cui si poteva produrre del vino ma con discutibili qualitร  enologiche. Queste uve avevano come aspetto positivo la resistenza - alla fillossera, alla peronospora, allโ€™oidio โ€“ mentre di negativo avevano il gusto di foxy cioรจ un marcato sapore โ€œselvaticoโ€ e di uva fragola e nel vino una elevata presenza di alcol metilico (metanolo) che si forma naturalmente durante la fermentazione. โ€œNel corso del tempo questi problemi sono stati risolti ripetendo piรน volte lโ€™incrocio, tra ibrido e vinifera, sino allโ€™eliminazione degli inconvenienti (sapore foxy e metanolo) ma mantenendo inalterata la resistenza alle malattieโ€ spiega ancora il prof. Brancadoro. Infatti per arrivare ad una nuova varietร  o specie attraverso l'ibridazione รจ necessario rendere stabili i caratteri per mezzo di incroci successivi. Un lavoro lungo, paziente e complesso. โ€œI vitigni, che si ottengono attraverso questa tecnicaโ€ continua Brancadoro โ€œsi distinguono per avere, come tutti i figli, caratteristiche intermedie tra i due genitori ed in particolare, grazie alle specie americane che si sono evolute con le principali malattie della vite, quali lโ€™oidio e la peronospora, sono resistenti a questi patogeniโ€.

Le varietร  resistenti di oggi

Negli anni Ottanta molti istituti di ricerca sono stati impegnati nella creazione di nuovi ibridi con lโ€™intento di far prevalere le caratteristiche positive della Vitis Vinifera rispetto alla altre Vitis. In particolare nel 1988 lโ€™Universitร  di Udine ha dato vita a un programma di incroci mediante metodi convenzionali in modo di ottenere dei vitigni di elevato potenziale enologico. Nel 2006 inoltre รจ stato costituito lโ€™Istituto di Genomica Applicata e i programmi di breeding (ibridazione) sono stati intensificati, come pure la valutazione agronomica ed enologica dei vitigni giร  costituiti. โ€œI nuovi vitigni, rispetto agli interspecifici di precedente e di piรน antica costituzioneโ€racconta Eugenio Sartori, direttore generale dei Vivai Cooperativi di Rauscedo (VCR), dove vengono allevatiโ€œcontengono oltre il 90% del genoma della Vitis Vinifera rispetto alla presenza di genoma delle Vitis portatrici di resistenzaโ€. Questi ultimi geni resistenti, nel nostro caso provengono da un numero limitato di specie americane (3) e asiatiche (1).

Sostenibilitร 

โ€œRiteniamo che oggi, grazie alle varietร  resistenti di ultima generazioneโ€ continua Sartori โ€œsi possano realizzare vigneti che oltre alle ottime perfomance qualitative siano anche ad elevata sostenibilitร  ambientaleโ€. Infatti rispetto ad una vite โ€œnormaleโ€ sono sufficienti un paio di trattamenti allโ€™anno contro gli 8-10 o piรน, dipende dellโ€™annata e dalla zona, con un notevole risparmio economico (circa 3.000 euro allโ€™ettaro) e con un impatto ambientale estremamente ridotto, ideali per il biologico. โ€œQuesti nuovi vitigni potrebbero essere impiantati proprio dalle aziende maggiormente sensibili ai temi della sostenibilitร  e che hanno fatto di questi tema la loro missione aziendaleโ€ conclude Sartori.

La situazione in Italia

In Italia nel 2009 sono stati iscritti al Catalogo nazionale come vinifera, le uve Bronner, Regent, Cabernet Cortis, Cabernet Carbon, Helios, Johanniter, Prior e Solaris mentre altre 10 sono in corso di autorizzazione. โ€œOggi il problema รจ piรน colturale che di legislazioneโ€ osserva Brancadoro. โ€œInfatti il regolamento comunitario per lโ€™uva da vino ammette che possano rientrare tra i vitigni raccomandati, oltre a quelli appartenenti alla Vitis vinifera, quelle derivanti da incroci la cui attitudine alla coltura sia stata riconosciuta soddisfacente sulla base di prove di coltivazioneโ€. Aggiunge Sartori โ€œIn ogni caso lโ€™obiettivo non รจ quello di stravolgere la piattaforma ampelografica del vigneto Italia, nรฉ di mettere in discussione la piramide della qualitร  delle denominazioni, bensรฌ di proporre ai viticoltori, dei nuovi vitigni adatti per la produzione di vini da tavola e Igt. Poi successivamente, per i Doc, si vedrร  in futuroโ€.

Gli altri Paesi

Nellโ€™ex Unione Sovietica gli ibridi superavano i 100.000 ettari e assai diffuse anche in Romania dove erano state create delle viti resistenti anche al freddo (Severny Saperavi,Viorica, Riton, Citron, ecc.). Le superfici piรน ingenti perรฒ sono sempre state in Francia dove allโ€™apice hanno raggiunto i 400.000 ettari (Fonte: Galet, 1979). Nellโ€™immediato dopoguerra la scarsa disponibilitร  di prodotti anticrittogamici e la crisi economica favorirono il loro mantenimento per la produzione dei Vin du table e dei Vin du pays. Una presenza durata sino al 1988 quando la concorrenza esercitata nei confronti dei vini โ€œtradizionaliโ€ divenne insopportabile a causa del calo sia dei consumi interni che delle esportazioni verso gli Usa. E cosรฌ gli ibridi divennero un facile bersaglio dei legislatori. I contributi della UE favorirono lโ€™espianto di 320.000 ettari nel sud della Francia.

In Germania Hibernal ha fornito una cultivar di alta qualitร  con caratteristiche del genitore Riesling mentre lโ€™Istituto Federale di Genetica della Vite di Geilweilerhof (Palatinato) ha prodotto importanti ibridi di nuova generazione come il Regent, dallโ€™incrocio tra lโ€™uva Chambourcin e lโ€™uva Diana. Essendo i genitori molto resistenti alle malattie, il Regent non necessita di nessun tipo di trattamento ed รจ particolarmente adatto alla coltivazione biologica. Dal 1996, le autoritร  tedesche l'hanno classificato pari alle varietร  Vitis vinifera tradizionali e da allora รจ ufficialmente riconosciuto per produrre vini di qualitร  e da denominazione di origine controllata.

Attualmente รจ impiantato in circa 2000 ettari nei vigneti tedeschi. In generale molti vitigni sono giร  ammessi alla coltivazione dato il prevalente sangue di Vinifera (es. Prior, Johanniter, Cabernet cortis, Solaris, ecc.) in Austria, Germania, Repubblica Ceca. Questi vitigni sono coltivati anche in Moldavia, Svezia, Danimarca, Inghilterra, ecc. In Usa la presenza degli ibridi (tipo Chardonel, Chambourcin, Vignoles Traminette, Norton, ecc.) nei vari stati รจ particolarmente sviluppata ( Illinois 82%, Minnesota 88%, Missouri 78%, ecc.).

La degustazione

Tutti i campioni in degustazione sono frutto di microvinificazioni, ottenute da circa 200 kg di uva, svolte in piccole vasche di acciaio. I vini sono conservati in bottiglie da 0,500 chiuse con un tappo di sughero. La vinificazione รจ standard per evitare differenze tra un campione e lโ€™altro. Nel caso dei bianchi, del solo mosto fiore. Vendemmie 2014 per i bianchi e 2013 per i rossi. Provenienza delle uve: impianti VCR di Piante Madri Marze a Fossalon di Grado sul litorale Adriatico (50 ettari). Parentali rossi: impianti di Chieti e di Rimini.

34-111 Fleurtai 2014 (Tocai x 20/3)
Ha colore paglierino intenso e profumi fruttati e speziati con delicate note tropicali sullo sfondo; in bocca รจ sapido, lโ€™aciditร  รจ equilibrata e il gusto complessivo ha volume e consistenza. Buona la persistenza. Non ha nulla da invidiare a un Friulano.

34-113 Soreli 2014 (Tocai x 20/3)
Paglierino carico e profumi molto intensi e persistenti con note che ricordano il vegetale del Sauvignon, fine ed eleganti, di ottima consistenza. La sensazioni piacevoli continuano anche in bocca dove la morbidezza prevale sulla sapiditร  che pure si avverte. Anche in questo caso la persistenza รจ abbastanza lunga, con un ritorno di fruttato e di vegetale. Decisamente intrigante.

Friulano 2014
รˆ il campione โ€œparentaleโ€ di riferimento che serve da paragone. Ha colore paglierino chiaro e tenui profumi con note floreali, fruttate e un accenno di speziato; in bocca รจ piacevole, di buona aciditร , equilibrato, con una discreta persistenza. รˆ una tipologia di Friulano standard.

76-026 Early Sauvignon 2014 (Sauv x 20/3)
Paglierino verdolino con note di foglia di pomodoro e vegetale in un insieme abbastanza equilibrato ed aromatico; in bocca bel volume, piacevole, immediato, buona la persistenza e la piacevolezza complessiva. Molto interessante.

55-098 Petit Sauvignon 2014 (Sauv x 20/3)
Paglierino verdolino con profumi delicati e note floreali, molto equilibrato: in bocca buona lโ€™aciditร  e la sapiditร . Fine, leggero, persistente. La struttura รจ piรน esile rispetto al precedente e assomiglia ad un Sauvignon della Loira.

55-100 Sauvignon Dorรจ 2014 (Sauv x 20/3)
Paglierino verdolino intenso e profumi ampi con note vegetali, di foglia di pomodoro e leggera speziatura; in bocca ha spessore, piacevolezza e lunga persistenza con note in fin di bocca, nuovamente speziate โ€“ vegetali. Tenendo conto che รจ della vendemmia 2014โ€ฆ

Sauvignon 2014
รˆ il campione parentale di riferimento. Paglierino scarico e profumi tipici della varietร  assai delicati ma equilibrati con accenni di salvia sclarea; in bocca semplice, corretto con una discreta aciditร . Discreta persistenza. Un Sauvignon stile Grave del Friuli.

31-122 Petit Merlot 2013 (Merlot x 20/3)
Rubino intenso e profumi con sensazioni erbacee evidenti ma anche frutti rossi ben delineati; in bocca รจ strutturato, caldo alcol e la tannicitร  รจ spiccata tendente allโ€™astringente. Persistente con ritorno di frutta rossa. A questo stadio di evoluzione รจ piรน da taglio.

31-125 Royal Merlot 2013 (Merlot x 20/3)
Rubino intenso e carico; naso di frutti rossi intensi con leggera surmaturazione; in bocca la tannicitร  รจ pronunciata ma anche dolce. Il vino รจ morbido, anche speziato, caldo di alcol, persistente. Al netto dellโ€™influsso della vendemmia presenta caratteristiche interessanti.

Merlot 2013 (Clone 181)
Il testimone, proveniente dal chietino, รจ molto alcolico con evidenti profumi e sapori di cotto e aciditร  volatile facilmente avvertibile. La vendemmia calda si fa sentire.

58-083 Petit Cabernet 2013 (Cab.Sauv x 20-3)
Colore rubino molto concentrato con al naso un lieve accenno di surmaturazione in quadro di equilibrio tra note le fruttate, floreali e speziate; in bocca รจ strutturato e la tannicitร , pur essendo importante, รจ tendenzialmente dolce. Il vino รจ persistente e piacevole.

32-078 Royal Cabernet (Cab.Sauv x 20-3)
Colore rubino molto intenso e naso importante e ampio con una buona tessitura di spezie e frutta rossa; in bocca la tannicitร  scalcia e tende ad asciugare la bocca. Maggiori possibilitร  allโ€™olfatto rispetto al gusto.

Cabernet Sauvignon (Clone R5)
Campione standard di riferimento. Classico rubino intenso e naso equilibrato, tipico della varietร ; in bocca di buona intensitร , tannicitร  equilibrata, persistente.

36-030 Julius 2014 (Regent x 20/3)
Rubino mediamente intenso e sentori di china, di rabarbaro e di erbe medicinali al naso; in bocca mediamente strutturato, scorrevole, mediamente persistente, con un ritorno di rabarbaro alla fine. รˆ il piรน โ€œibridoโ€ tra tutti quelli assaggiati anche se la vendemmia 2014 non lโ€™ha di sicuro avvantaggiato.

a cura di Andrea Gabbrielli

Articolo uscito sul numero di Maggio 2015 del Gambero Rosso. Per abbonarti clicca qui
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