La rebula, un vitigno simbolo di un territorio
Ci sono vitigni e territori che sono legati in modo inscindibile. La storia e le tradizioni hanno unito il loro destino per secoli e ancora oggi rappresentano piccole sacche di resistenza al progressivo processo di globalizzazione del mondo del vino. Alle più famose uve internazionali, che hanno ormai colonizzato quasi tutte le regioni vitivinicole, si contrappongono alcune varietà autoctone, che si sono acclimatate solo in territori con particolari condizioni pedoclimatiche. Vitigni che sono sintesi ed espressione di un terroir, poco adatti a essere coltivati in altri contesti.
Tra queste varietà, orgogliosamente legate a un’unica terra, c’è sicuramente la rebula o ribolla gialla. Un’uva a bacca bianca che da molti secoli ha trovato casa nella Brda slovena e nel Collio goriziano. La rebula è una pianta generosa, che produce grappoli con acini abbastanza grandi e dalla buccia spessa. Il vino ha un profilo aromatico piuttosto neutro e un’acidità sempre molto elevata. Le particolari condizioni climatiche della Brda, collocata tra la Alpi e l’Adriatico, garantiscono un clima mediterraneo, caldo, ventilato e con buone escursioni termiche, ideale per portare a lenta maturazione i grappoli. Per avere uve di alta qualità, è necessario scegliere terreni poveri e poco fertili, che limitino naturalmente l’esuberanza produttiva della rebula. La “ponca” della Brda, costituita da profonde stratificazioni di marne e arenarie d’origine eocenica, friabili e ricche di sostanze minerali, si è rivelata perfetta. Le vigne sono tradizionalmente piantate nelle posizioni soleggiate d’alta collina, dove la ponca affiorante e più ricca di scheletro.
Vila Vipole - Brda
Brda Home of Rebula: oltre i confini
Oggi la rebula vive un momento di grande successo, non solo nei luoghi di produzione, ma anche sui principali mercati internazionali.Per fare il punto sullo status quo della rebula è stata organizzata la prima Masterclass Brda Home of Rebula, dal 29 al 31 agosto a Vila Vipolže, in Slovenia.
Un’occasione per degustare i vini dei più importanti produttori sloveni e italiani, visitare lo splendido territorio della Brda e le sue cantine; caratteristica più importante della manifestazione è stata infatti la sua natura transnazionale: il confine che divide la regione in Brda slovena e Collio goriziano si è dissolto come d’incanto. Grazie alla rebula il territorio ha ritrovato la sua naturale e antica unità. Vera anima di questa terra, il vino ha dimostrato di possedere un’ancestrale e simbolica forza ecumenica. Come se la natura avesse voluto riaffermare il suo primato sui conflitti e sulle divisioni ideologiche e politiche, che il confine tra Italia e Slovenia ha rappresentato per secoli. Un percorso verso un destino di unità e condivisione in nome di un vitigno, riconosciuto unanimemente come patrimonio del territorio.
La degustazione
Brda Home of Rebula ha messo in luce anche la straordinaria duttilità di quest’antica varietà, che si presta alla produzione di spumanti Metodo Classico, di vini freschi e immediati, di vinificazioni con macerazioni sulle bucce, di versioni affinate in anfora e di vini passiti di grande equilibrio gustativo. Uno spettro espressivo ampio e complesso, che lascia spazio alle più diverse interpretazioni dei singoli produttori. Sono proprio queste le suggestioni emerse dalla bella degustazione condotta da Luca Gardini. Un percorso alla scoperta delle varie sfaccettature della rebula e delle sue infinite potenzialità espressive. Il filo rosso che è emerso dalla degustazione è il carattere del terroir della Brda, che con le sue note sapide e minerali, marca in modo profondo il profilo dei vini. Tra le molte le etichette interessanti, abbiamo scelto quelle che ci hanno colpito per la spiccata personalità, mentre ci diamo appuntamento all’anno prossimo per la seconda edizione di Brda Home of Rebula.
Rebula 2016 - Dolfo
Una Rebula di grande tipicità varietale. Si apre su freschi aromi d‘agrumi e frutta gialla. Il sorso è sapido, nitido e succoso, attraversato da una vibrante acidità.
Rebula 2016 - Zanut
Il bouquet esprime delicate note di fiori bianchi, freschi aromi fruttati e sentori di erbe aromatiche. In bocca si apprezza il frutto maturo, ben bilanciato dalla vena acida.
Rebula 2016 - Medot
Un’interpretazione che esalta il profilo fresco e citrino della Rebula. Un vino diretto e quasi tagliente nella sua essenzialità. Il sorso è vivo e dinamico, con sensazioni agrumate e leggere note di frutta esotica.
Rebula Opoka 2014 -Marjan Simčič
Una Rebula che nasce da vecchie vigne ed esprime grande eleganza. Il profilo olfattivo è complesso, con note floreali, di erbe officinali e freschi aromi di frutta bianca. Al palato si distende con sapida freschezza, impreziosita da delicate note fruttate.
Rebula 2012 - Edi Simčič
Bouquet intrigante, con sentori floreali, aromi fruttati, sensazioni balsamiche e speziate. La bocca è ricca e complessa, con frutto maturo e ricordi di miele d’agrumi, ma sempre sostenuta da viva freschezza.
Rebula Epoca 2007 - Ferdinand
Profumi intensi di fiori bianchi e aromi di frutta matura, morbidi cenni tropicali e sensazioni delicatamente mielate. Il frutto è ricco e succoso, ben bilanciato dalla vena sapido minerale e dall’acidità.
Ribolla gialla 2004 - Radikon
Il quadro aromatico è intenso e avvolgente, con note di scorza d’arancia candita, sentori di resina di pino e di tè orange pekoe e darjeeling. Bocca complessa e persistente che torna sulla nota profonda di tè, unita a frutta matura e morbide spezie. Il finale chiude su suggestioni sapide, quasi salmastre, con leggera ruvidità tannica.
Ribolla gialla 2009 - Gravner
Nasce da una lunga fermentazione in anfora, seguita da un affinamento in grandi botti di rovere per 6 anni. È un vino che seduce per la complessità degli aromi, che spaziano dalle note di macchia mediterranea, rosmarino, lavanda, scorza d’agrumi candita, spezie morbide, cenni di resina e sensazioni iodate.
a cura di Alessio Turazza