Haruki Murakami cita in uno dei suoi racconti Folklore dei nostri tempi la Riserva โ83 di Badia a Coltibuono perchรฉ i vini di Coltibuono erano tra i suoi preferiti negli anni in cui viveva a Roma. Non รจ difficile comprenderne il motivo. Se si conosce anche solo un poco la cultura giapponese, la cura dellโestetica che si declina anche nella cura del gusto, con il suo rigore non solo formale, allora con facilitร si arriva a comprendere come i vini di Coltibuono, severi e coerenti, chiantigiani nel midollo, possano aver fatto vibrare le corde di Murakami. Un esempio di Chianti Classico che, a dispetto di mode, stili di vita e cambiamento climatico, ha mantenuto un carattere unico e inimitabile, a dimostrazione che ci sono terroir che sopravanzano ogni altra cosa.
La storia della cantina
Badia a Coltibuono โ la badia del buon raccolto โ nasce poco dopo lโanno Mille, per mano dei monaci di Vallombrosa che iniziarono anche a piantare i primi vigneti e che lรฌ vissero fino al 1800, quando il dominio napoleonico impose loro di andarsene. Negli anni successivi si alternarono diverse proprietร fino a che, nel 1846, il banchiere Michele Giuntini (antenato degli attuali proprietari, gli Stucchi Prinetti) la acquistรฒ facendola tornare produttiva. โBadia conserva un fascino intramontabileโ dice Emanuela Stucchi Prinetti โche รจ anche il risultato di avvicendamenti storici e umani. Anche solo dal punto di vista architettonico si conservano e si sovrappongono stili e influenze, dallโorigine romanica del blocco principale al giardino rinascimentale, passando per piccoli ampliamenti e aggiunte avvenute via via nel tempo. Quel che non รจ mai cambiato รจ il carattere assolutamente chiantigiano di questa meraviglia. Nostro padre Piero, negli anni Cinquanta, ne comprese appieno il potenziale e si dedicรฒ anima e corpo alla sua rinascita e allโespansione, imbottigliando i vini e iniziando a farli conoscere anche nel mondoโ.
Le uve e i vigneti
โI nostri vignetiโ spiega Roberto Stucchi Prinetti โsi trovano per la stragrande maggioranza a Monti, a parte un piccolo appezzamento in Castelnuovo Berardenga. Il sangiovese deriva in gran parte da una selezione massale avvenuta in azienda alla fine degli anni Ottanta, partendo da 600 viti madre. Fin da allora si decise di mantenere nel lavoro di reimpianto i vitigni classici della zona oltre al sangioveseโ cioรจ colorino, canaiolo e ciliegiolo, che entrano in misura di circa un 10% nel Chianti Classico (non nella Riserva che invece รจ 100% sangiovese).
Lโazienda, che oggi conta 60 ettari di vigneto, 50 dei quali in produzione, realizza circa 270mila bottiglie lโanno, da agricoltura biologica. โBadia ha iniziato la conversione al biologico negli anni Novanta. Nel 2000 abbiamo raggiunto la completa certificazione. ร un risultato importante, arrivato attraverso tappe e passaggi di consapevolezzaโ dice. โDopo il mio soggiorno in Californiaโ racconta ancora Roberto โho capito che pesticidi ed erbicidi andavano banditi a favore di unโagricoltura che alimentando lโuomo non depauperasse il terreno. ร stato un percorso importante e nei fatti capace anche di farci entrare ancora piรน in contatto con il paesaggio, umano, culturale e agricoloโ.
La Riserva
La Riserva deriva da una selezione delle migliori uve, i cui vigneti di origine possono essere diversi anno per anno (anche se tendenzialmente ci sono alcuni appezzamenti che per la qualitร delle uve che danno vi confluiscono sempre). โCosรฌ durante lโestate si determina il 20% dei nostri vigneti che puรฒ ambire a entrare nella produzione della Riservaโ spiega Roberto โDa lรฌ poi durante la vendemmia avviene una seconda selezione, direttamente sulle uve. Per cui dal 20% di scelta iniziale si arriva poi a un 10-15% delle uve di sangiovese per la Riserva, per una produzione annua che non supera le 30mila bottiglieโ. La fermentazione avviene con lieviti indigeni, riattivati tramite un pied de cuve. โIl risultato sono vini che mantengono un carattere e un profilo che oltre a essere intimamente chiantigiano รจ anche straordinariamente fedele a se stessoโ.
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La verticale
2011
Figlio di unโannata calda, decisamente siccitosa, che ha visto la vendemmia piรน precoce mai fatta a Coltibuono (a fine agosto) mostra al naso un timbro fruttato, con la fragola in evidenza, la ciliegia croccante, cenni di incenso. La bocca รจ saporita e continua, solida, con solo una rigiditร sul tannino, forse non perfettamente maturo come vorrebbe lโannata. Finale goloso e futuro radioso. Tanto da farci rivedere (e alla grande) il voto piรน basso che abbiamo dato nella guida Vini dโItalia 2016.
Valutazione: 91
2010
Naso delicato e fragrante, con la nota floreale in evidenza e i piccoli frutti rossi, il melograno, la scorza dโarancia. La bocca riesce a essere dolce e avvolgente ma anche vivace e reattiva, grazie a unโaciditร sferzante e a un tannino piacevolmente nervoso che slancia il finale dando ritmo e verve. Anche questo va ben oltre i 2 bicchieri attribuitigli dalla guida dello scorso anno.
Valutazione: 91
2009
Vino al di sopra delle aspettative (visto il millesimo non felicissimo) apre con note di geranio, cenni verdi e speziati, di cumino. La bocca รจ molto godibile, decisa ma carezzevole, profondamente chiantigiana, ampia e calda. Il tannino asciuga leggermente ma non toglie nรฉ sapore nรฉ slancio al lungo finale. Ma giร nella guida del 2014 avevamo visto giusto assegnandogli 3 Bicchieri.
Valutazione: 91
2008
Naso piรน evolutivo del previsto, con note di cuoio e tartufo nero giร in evidenza, ciliegia nera in confettura, sottobosco e foglia di tabacco. La bocca di converso mantiene un profilo piรน giovanile, ancora affilato il tannino e una sensazione ematica che predomina in chiusura e grande sapiditร . Mantiene la valutazione data nella guida del 2013.
Valutazione: 88
2006
Anche questo naso mostra un profilo un poโ evolutivo che dร voce al tabacco e alle spezie, al cuoio, al pepe e allโanice, con un frutto scuro e maturo in sottofondo. Anche la bocca risulta aperta e solare, un poโ alcolica anche, eppure grazie alla bellissima aciditร che caratterizza i vini di Coltibuono riesce a mantenere tensione e finezza.
Valutazione: 86
1998
Inizialmente poco espressivo esprime poi sensazioni autunnali affascinanti, con note fumรฉ, fungine, di corteccia bagnata, caramella dโorzo, scorza di agrume, prugna in confettura. La bocca รจ vivace e grippante, tenace nel suo passo deciso che non mostra cedimenti.
Valutazione: 88
1994
Impossibile mettere dโaccordo la commissione su questo vino che ha ottenuto punteggi troppo discordanti perchรฉ la media abbia un senso. Sicuramente molto evoluto al naso, con note di liquirizia, zafferano e cardamomo, presentava una bocca dallo sviluppo soffuso e continuo nonostante una certa decadenza. Ci รจ scappato anche un 94 per un fascino definito mistico.
Valutazione: ?
1993
Primo vino rivelazione della degustazione. Vivido e brillante giร al colore, dal naso che รจ un susseguirsi di sensazioni e chiaroscuri: frutto scuro e viola appena sbocciata, goudron e timo selvatico, arancia candita e foglia. La bocca รจ straordinaria per vivacitร e giovinezza, il tannino setoso e vibrante, lโaciditร slanciata e il finale interminabile. Vino poesia. E si aggiudica ben 3 Bicchieri contro lโ1 che aveva preso nella guida del 2001.
Valutazione: 94
1990
Secondo vino rivelazione. Una sorta di miracolo enologico per unโannata su cui nessuno avrebbe scommesso. Complesso e completo fin da subito, con vivaci cenni iodati e minerali, cacao, tartufo bianco, ciliegia e rosmarino. Bocca armoniosa, elegante, mutevole e raffinata. Tutto ciรฒ che ci aspetta da un grande sangiovese chiantigiano. Commovente. Nella guida 2001 aveva preso 2 Bicchieri.
Valutazione: 96
1986
Un naso con qualche cenno di comprensibile riduzione, tracce ematiche, di pomodori secchi e olive in salamoia ma anche fave di cacao e terra bagnata. La bocca รจ stretta e affilata, sottile e comunque molto saporita, sulle punte con grinta. Old style.
Valutazione: 88
1985
Alla faccia delle annate calde! Sorprende anche questo millesimo che ha lasciato dietro di sรฉ piรน cadaveri che fuoriclasse. Questa Riserva appartiene decisamente alla seconda categoria. Frutto scuro, maturo ma pimpante, balsamico e caramelloso, iodato, con note di erbe medicinali e oliva. Bocca avvincente, nitida, profonda e travolgente, ritmata da un sali scendi di sapori.
Valutazione: 93
1979
ร lโanno in cui si smette di usare il legno di castagno a favore del rovere. Fu imbottigliato nel 1985. Naso non pulitissimo e terziarizzato, con note riduttive animali, cenni di erbe spontanee e radici amare. La bocca รจ definita dalla verticalitร , con unโaciditร ficcante che dร sapore sapido e bava compulsiva. Scarno ma fragrante e di bella tensione.
Valutazione: 87
1975
Vino imbottigliato negli anni Ottanta, maturato in botti di castagno. I vigneti erano misti, insieme al sangiovese cโerano altri vitigni, tra cui certamente mammolo e foglia tonda, e uve a bacca bianca (che perรฒ di solito non venivano utilizzati per i vini da Riserva). Naso estremamente affascinante e incredibilmente fresco, con note di erbe officinali, salvia e timo, funghi, bacche di caffรจ e cioccolato, rabarbaro e iodio. La bocca รจ sfumata, sottile ed elegante, verticale e densa di sapore.
Valutazione: 94
1968
Integro giร al naso, in cui si distinguono con chiarezza le note di macchia, con rosmarino e bacche di ginepro, sensazioni coloniali, foglia stropicciata. Leggiadro e compatto allo stesso tempo, vola alto e si destreggia in arabeschi e volute. Gusto e forza aromatica, per un finale affilato e ritmico.
Valutazione: 94
1958
Una sorta di miracolo enologico se si pensa che questo vino รจ rimasto in botte per quasi trentโanni (imbottigliato nellโ86) e nasce da vigneti promiscui, con viti allevate allโalbero, fermentazioni avvenute podere per podere e una successiva selezione dellโipotetico meglio. Naso in cui predominano le sensazioni di radice, rabarbaro e liquirizia, humus, fiori secchi, ciliegie sotto spirito, elicriso. Bocca per certi versi ancora immatura, molto tartarica, a tratti anche esile, perfetto specchio del proprio tempo. Chรขpeau!
Valutazione: 88
1946
Il miracolo oppure lโentusiasmo del Dopoguerra. Da vigne semiabbandonate, inerbite per anni durante la guerra e imbottigliato negli anni Cinquanta, un vino brillante, compatto e lucente, solo leggermente scarico. Il naso รจ un tripudio di emozioni: fiori secchi. Resina, pino mugo, cuoio, un leggerissimo tocco fumรฉ, menta, pepe e sottobosco. Bocca freschissima, sapida e piena, senza tentennamenti nรฉ cedimenti, alterna momenti di massima a momenti di assoluta espressione. Un capolavoro (o altrimenti un meraviglioso ed eccitante scherzo della natura).
Valutazione: 95
Chianti Classico Riserva | Badia a Coltibuono | Gaiole in Chianti (SI) | www.coltibuono.com
a cura di Eleonora Guerini
a cura di Eleonora Gueriin
foto: Andrea Ruggeri