Colmiamo i giorni che ci separano dal Vinitaly con un giro del mondo attraverso 8 assaggi messi a segno alla ProWein di Düsseldorf: dall’Alfrocheiro del Dão, al Pinot Nero dell’isola meridionale della Nuova Zelanda. illuminando il percorso con eccellenti Riesling da fiume a fiume, prima Reno, poi Krems.
Quinta da Pellada
L’Italia è il Paese dei mille vitigni autoctoni, del più grande patrimonio di biodiversità in vigna, etc., etc, Prendete questo ritornello e associatelo al Portogallo. Funzionerà comunque. L’anno scorso Alvaro Castro, enologo e proprietario di Quinta da Pellada, ci aveva stregato con la prima uscita del suo Jaen, quest’anno per la prima volta ha deciso di vinificare in purezza l’Alfrocheiro. Sul posto lo chiamano anche Tinta bastardinhas o Albarinho negro. Prima annata la 2011: vigne molto vecchie e colore particolarmente scuro e intenso; al sorso invece è snello e scattante, con richiami speziati, un frutto nero carnoso e avvolgente. E che bel finale rinfrescante. Dall’etichetta: “Foram produzidas 810 garrafas”.
Chateau Kefraya
C’imbarchiamo su un comodo Lisbona-Beirut e ci trasferiamo nella zona centrale della valle di Bekaa, ai pedi del Monte Libano: qui troviamo Chateaue Kefraya, circondato da un corpo unico di vigneti intorno ai 1000 metri di quota. Il Comte de M 2009, blend di Cabernet Sauvignon e Shiraz con saldo di Mourvedre, ha tempra e carattere da vendere. Ha trama gustativa rigorosa, frutto rosso croccante e un respiro floreale; al sorso ha passo elegante, preciso, dal finale lungo, ancora non pienamente disteso. Piazzalo in cantina, tra qualche anno ti farà godere.
Domaine Vacheron
Da un vino da attendere a un vino (francese) che è ora in un momento di godibilissima apertura. È il Sancerre Le Paradis 2011 di Vacheron che gioca su toni fini e delicate al naso per concedersi in un sorso danzante, c’è ritmo e sapore, da un lato gli agrumi, il pompelmo, dall’altra toni di timo e salvia. Tutto si bilancia, tutto torna e si ravviva, grazie a un’acidità croccante e un finale che allunga ancora. Luminoso.
Gusbourne Estate
Se si possono fare buoni spumanti anche in Puglia, figuriamoci nel Kent. Due ore di treno dalla stazione di Londra e siamo in una delle nuove frontiere della spumantistica mondiale. Tra le due cuvée assaggiate, scegliamo il Brut Reserve 2009, Chardonnay in prevalenza con saldo di Pinot Nero e Pinot Meunier. La carbonica è soffice e cremosa, il sorso di buona progressione, tutt’altro che vuoto, frutto rosso e un finale decisamente fresco e agrumato. Importato in Italia da Teatro del vino.
Von Basserman Jordan
A questo punto ci trasferiamo nel gran assaggiati nel padiglione 6, quello riservato ai padroni di casa per intenderci. Siamo nel Pfalz, Kalkofen tradotto suona come: forno di gesso. Il Riesling Kalkofen Großes Gewächs 2012, nemmeno un fanciullo, si apre lentamente su toni iodati per poi svelare al palato una profondità gustativa travolgente, un ritmo fatto di sensazioni minerali e sferzate acide. Buonissimo ora, chissà tra 10 anni, Importato in Italia da Ceretto.
Sepp Moser
Dalle sponde del Reno alle rive del Krems, ci spostiamo in Austria. Nikolaus Moser, figlio di Sepp, ci propone il suo
Riesling Gebling 2007. Quando gli chiediamo cosa rende speciale questo vigneto, ci fa il segno di una strada in salita. Con pendenze del 45%. Il vino offre una perfetta armonia tra acidità e maturità del frutto, profondità gustative, sfaccettature sapide, sorso vibrante ma avvolgente per un finale magistralmente risolto. Se volete conoscere Nikolaus e i suoi vini, potete trovarlo dal 5 al 6 Aprile a Summa, la bella manifestaziona organizzata ogni anno da Alois Lageder.
Elisabetta Foradori
Rimanendo in tema Demeter, ovvero tra vini biodinamici, assaggiamo un poker di Teroldego e sfiliamo dal mazzo il Teroldego Sgarzon 2012. Uno di quei vini che suscita facce strane, ammirate, spesso stupite. Otto i mesi passati in anfora: sensazioni di fiori secchi, pepe appena macinato e un frutto rosso tutto da mordere in un trama gustative ricca e incredibilmente vitale. Da riassaggiare al Vinitaly, nel padiglione dedicato ai vini naturali ovvero ViViT.
Pegasus Bay
Per spostarci dall’aeroporto di Trento a Christchurch, isola del Sud della Nuova Zelanda ci occorrono sulla carta almeno 4 scali, una quarantina di ore di viaggio e 11 ore di fuso da smaltire. Pegasus Bay è sicuramente l’azienda più nota di quest’area, noi ce la ricordiamo soprattutto per aver mangiato nel suo ristorante il più buon agnello che chi vi sta accompagnando abbia mai provato. Il Pinot Nero 2010 provato alla ProWein? Colore particolarmente scarico, frutto rosso timido, corpo medio ma ben bilanciato, finale coerente. Dopo tante esperienze un po’ di normalità, e un sorso spensierato, è proprio ciò che cerchiamo.
a cura di Lorenzo Ruggeri