Vernaccia di San Gimignano, il confronto con il Grüner Veltliner
“La Vernaccia di San Gimignano non è mai stato un vino semplice e non può essere degustato in modo superficiale: il palato non basta, bisogna assaggiarlo con la testa”. Letizia Cesani, presidente del Consorzio della denominazione San Gimignano, introduce così le nuove annate (2013 e Riserva 2012) che saranno presentate nella città senese domenica 16 e lunedì 17 febbraio. I vini di questa terra, ricca di sabbie e di argille gialle, dove ci vuole davvero poco per trovare conchiglie fossili, godono di un buon mercato tanto che le giacenze dei prodotti delle annate precedenti sono minime o addirittura nulle. Nel corso del 2013 sono stati imbottigliati 34.382 ettolitri di Vernaccia di San Gimignano 2012, per un giro di affari di 27 milioni di euro, pari alla metà di quello globale (54 milioni di euro) legato alla produzione del vino del territorio dove vengono prodotte anche le doc San Gimignano Rosso, Chianti e Chianti Colli Senesi, oltre agli Igt e al Vin Santo. Come ormai succede da molti anni, durante l’Anteprima, la Vernaccia si confronterà in una degustazione con un vino estero. Quest’anno la scelta è caduta sul Grüner Veltliner, un bianco austriaco, ottenuto dalle omonime uve, prodotto ad ovest di Vienna nei distretti di Wagram, Kamptal, Kremstal e Wachau. I produttori di Vernaccia di San Gimignano - considerando anche i conferitori delle sole uve - sono 162, di cui 130 imbottigliatori, (comprese due Cantine sociali) mentre le aziende associate al Consorzio sono 115, di cui 70 imbottigliatori. “La promozione della Vernaccia di San Gimignano” conclude Letizia Cesani “va legata a quella del nostro territorio e del nostro stile di vita perché il concetto di lifestyle, come quello di terroir, sono i cardini di una piccola denominazione come la nostra, unica al mondo per storia e tradizione, e per questo non replicabile altrove”.
Chianti Classico, il debutto della Gran Selezione
Sarà il Chianti Classico Gran Selezione ad aprire a Firenze, Chianti Classico Collection 2014. Il nuovo vino che rappresenta il vertice della piramide qualitativa chiantigiana, risultato del recente riassetto della denominazione, oltre ad avere caratteristiche qualitative superiori (in alcol, acidità, estratti) dovrà essere ottenuto esclusivamente da uve di vigneti propri e la tracciabilità dovrà essere garantita. La Gran Selezione (GS) potrà essere commercializzata dopo almeno 30 mesi di invecchiamento, di cui almeno tre di affinamento in bottiglia. Sergio Zingarelli, presidente del Consorzio, ci anticipa che “Saranno una trentina le cantine che lo offriranno in degustazione: d’altra parte i tempi tecnici per la verifica dei requisiti richiesti, erano assai ridotti mentre a regime la GS dovrebbe interessare il 2-3% del totale della Docg”. La procedura per avere diritto alla nuova tipologia ha richiesto alle aziende il ricampionamento di un vino già presente in cantina, anche imbottigliato, del 2010 o di annate precedenti, il quale è stato sottoposto a nuove analisi chimiche per il controllo di conformità ai parametri della GS e a due degustazioni, la prima della commissione consortile e la seconda di Valoritalia, l'ente di certificazione. L’azienda Fontodi, famosa griffe di Panzano, presenterà il Chianti Classico Vigna del Sorbo Gran Selezione 2010. Ciò comporterà che il vino non sarà più classificato come Riserva, come è stato in passato, ma rispondendo alle caratteristiche di qualità e di tracciabilità richieste, è stato destinato alla nuova tipologia. Giovanni Manetti di Fontodi considera la GS “un ulteriore passo in avanti nell’evidenziare il legame tra vigna, vino e territorio, a cui in futuro vedrei con favore l’aggiunta del nome della frazione di Panzano”. Altre aziende invece hanno deciso di prendere tempo. “Pur avendo un vino con le caratteristiche richieste (per esempio il Riserva Rancia; ndr)” spiega Giovanni Poggiali che è anche membro del Cda del Consorzio “per ora ho deciso di non proporre la GS. L’anno prossimo si vedrà”. Il presidente Sergio Zingarelli, patron di Rocca delle Macie che sarà presente con il Chianti Classico Gran Selezione Sergio Zingarelli 2010, si dice convinto che prima o poi, le aziende aderiranno al progetto: “C’è una sempre maggiore richiesta di qualificazione del Chianti Classico: la GS va proprio in questa direzione” Anche la Marchesi Antinori si starebbe cimentando con il nuovo vino. Renzo Cotarella, direttore generale, la definisce “un progetto positivo che va sostenuto”. Tra i Chianti Classico dell’azienda, già in produzione, il più papabile per la GS potrebbe essere l’attuale Riserva Badia a Passignano. L’enologo Franco Bernabei che avrà il compito di illustrare i contenuti della GS durante l’Anteprima, sintetizza le novità: “Costringe le aziende ad una crescente attenzione al vigneto, permette una possibilità di ricaduta da GS a Riserva, fa da apripista alla valorizzazione dei diversi terroir, comuni, frazioni, ecc”. A restare fuori della GS per ora sono quei grandi toscani prodotti nel territorio del Chianti Classico, classificati come Igt, come è, ad esempio il caso di un altro vino di Fontodi: il Flaccianello della Pieve. Il motivo ce lo spiega lo stesso Manetti: “È una decisione delicata visto che il vino ha una propria storia e immagine produttiva. Ci sto riflettendo, ora è ancora troppo presto per decidere se passare o no alla Gran Selezione”. Alla Stazione Leopolda di Firenze il 19 febbraio in degustazione ci saranno il 2013, il Chianti Classico 2012 e il Chianti Classico Riserva 2011,
a cura di Andrea Gabbrielli
Questo articolo è uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 13 febbraio.ÂÂ Abbonati anche tu se sei interessato ai temi legali, istituzionali, economici attorno al vino. È gratis, basta cliccare qui