Allโepoca lโannata 2013 fu considerata di buona qualitร , mentre il vino, secondo il parere di molti, sarebbe stato caratterizzato โpiรน dalla finezza che dalla potenzaโ. Questo ultimo fine settimana di gennaio darร a tutti la possibilitร di verificare i giudizi e le previsioni. Come di consueto, per molte aziende sarร il millesimo giร in vendita โ quindi relativamente anteprima โ mentre per altre, essendo il vino ancora in corso di affinamento, sarร soltanto un campione da botte. Le possibilitร di assaggiare, comunque, saranno numerose: 78 le cantine partecipanti, 150 i vini presentati oltre a qualche annata storica. Inoltre, per la prima volta ci sarร una giornata, il 30 gennaio, interamente dedicata agli operatori del settore (enoteche, ristoranti, ecc.). Il 29 il programma prevede un talk show sul vino e lโarte, e la presentazione del bicchiere, appositamente disegnato, per bere e degustare nelle migliori condizioni lโAmarone.
Lo stato di salute dellโAmarone della Valpolicella
Per il grande rosso veronese, gli indicatori economici continuano a essere ampiamente positivi: rispetto al 2015 il giro dโaffari ha raggiunto 330 milioni di euro (+5%), lโexport ha toccato il 65% (+3%) e la crescita del mercato domestico, che rappresenta il 35% del totale, รจ stata di un importante 10%. Allโestero lโAmarone consolida la sua posizione nei mercati di riferimento quali Germania (18%), Usa e Svizzera (entrambi 11%), Uk (10%), Canada e Svezia (7%). In particolare, mentre nel 2005 si esportava il 54% della produzione, nellโultimo anno si รจ raggiunto lโ80%, grazie soprattutto a una sempre maggiore propensione allโexport delle aziende medie (da 20.000 a 500.00 bottiglie) e grandi (oltre 500.000 bottiglie). Le piccole aziende, invece, sono sempre piรน portate alla vendita diretta, che in qualche caso rappresenta anche il 50% del fatturato. Nel 2016 rispetto al 2015, anche nella Gdo, secondo Wine Monitor che ha elaborato i dati IRI, la variazione in valore delle vendite ha situato lโAmarone in testa alla classifica (18,5%) con il Brunello al secondo posto (14,1%), Barolo al terzo (8,9%) seguito dal Chianti Docg (8,5%). Peccato che anche in questโedizione non siano stati comunicati i dati relativi al valore di riferimento di ognuno dei vini presi in esame, ma solo il posizionamento in classifica. Basti pensare alle differenze di valore sullo scaffale tra lโAmarone e il Chianti Docg per capire quanto la forbice del valore possa essere larga, mentre si ignorano le reali distanze con i veri competitor, quali Bunello o Barolo.
Il lavoro di razionalizzazione della filiera
Un altro elemento importante รจ la crescita e la razionalizzazione della filiera produttiva avvenuta nellโultimo decennio. Se nel 2005 le aziende produttrici di uve della Valpolicella erano 2646 delle quali 209 imbottigliatrici, nel 2016 sono diventate 2286, mentre le seconde ora sono 286. Anche i fruttai in attivitร โ locali per lโappassimento delle uve per lโAmarone e il Recioto - adesso sono 478. Dati che si riflettono anche sulla produzione generale. Se gli ettari vitati, nel 2005 erano 5719, nel 2016 sono diventati 7844; i quintali di uva erano complessivamente 598.600 e ora sono 926.420 (+327.820 q.li).
Dal punto di vista del vino imbottigliato, il numero delle fascette di Stato distribuite nel 2016, illustra la crescita generale (degli ettari vitati, della produzione di uve e del numero delle aziende imbottigliatrici/trasformatrici, ecc.) Infatti, quelle per Amarone della Valpolicella Docg sono state 14.553.752; per il Recioto della Valpolicella Docg: 389.535; per Valpolicella Ripasso Doc: 27.619.594; per il Valpolicella Doc: 18.253.128. Da mettere in luce la stabilizzazione del distacco, ormai definitivo, della tipologia Ripasso sul Valpolicella Doc, un fenomeno che negli ultimi anni si รจ andato accentuando. Anche il Consorzio di tutela, sul fronte degli associati, ha visto dei cambiamenti: dai 1743 iscritti del 2005 ai 1677 di oggi. Le 66 aziende di meno sono in parte dovute a scorpori a causa di successioni, oppure a cessione e acquisti di piccole proprietร , ma anche alla fuoriuscita di aziende per motivi di dissenso sulla gestione della denominazione, come nel caso degli aderenti alle Famiglie dellโAmarone dโArte che infatti non partecipano allโAnteprima.
La crescita sul mercato domestico
A fronte di un mercato domestico spesso asfittico, lโAmarone porta a casa un incremento medio, tra tutti i canali, del 10% in valore. Soprattutto in HoReCa, che rappresenta il 25% delle vendite Italia di cui una quota (32%) รจ dei grossisti, i quali a loro volta rivendono proprio a ristoranti ed enoteche che non vogliono appesantire la cantina. Considerato marginale lโapporto della Gdo. Secondo IRI, nel 2016 sono state vendute in iper, super e negozi a libero servizio, meno di 470.000 bottiglie di Amarone e cioรจ circa il 3% del prodotto. In linea con le presenze di altri vini dello stesso lignaggio, quali Barolo (3,3%) o leggermente inferiore al Brunello (5%). โLโaumento in valore delle vendite di Amarone in Italiaโ commenta Olga Bussinello, direttore del Consorzio โรจ particolarmente lusinghiero vista la staticitร del nostro mercato interno. Nella Gdo, รจ molto significativa la crescita in valore del 18,5% nel 2016 rispetto al 2015 dellโAmarone della Valpolicella, perchรฉ superiore a quella degli altri rossi blasonati che, probabilmente, sono stati piรน spesso oggetto di promozioniโ.
Lโindagine sui consumatori Usa
L'indagine 2016 dell'Osservatorio vini Valpolicella commissionata dal Consorzio di tutela a Wine Monitor-Nomisma, questโanno รจ dedicata alle denominazioni della Valpolicella. Il campione di 750 consumatori di vino rosso, tra i 21 e i 65 anni, residenti in California, New York, Texas e Washington - aree rilevanti per consumo pro capite o per le dinamiche dโimportazione di vino imbottigliato - hanno evidenziato che lโAmarone viene scelto perchรฉ โรจ italiano, รจ classico e versatile, tanto da essere perfetto sia per le cene con parenti e amici, sia per festeggiare le occasioni importanti anche tra le mura domesticheโ.
โLโindagine evidenzia una percezione assolutamente positiva dei nostri vini presso i consumatori di vino rosso statunitensiโ sottolinea Christian Marchesini, presidente del Consorzio โse ben il 25% del campione associa le caratteristiche distintive di questo vino alla โqualitร โ e un ulteriore 14% allo โstile italianoโ, ci sono margini per aumentare le performance del nostro vino di puntaโ. Il direttore Bussinelloosserva che โgli Usa sono un mercato in cui la competizione con gli altri Paesi รจ molto agguerrita. Se allarghiamo lo sguardo allโexport su tutti i mercati, lโItalia si posiziona al secondo posto dopo la Francia, in valore e volume. Un risultato a cui contribuiscono i vini della Valpolicella: se il 10% della produzione di Amarone raggiunge gli Usa, le percentuali salgono al 14% per il Valpolicella e al 21% per il Ripassoโ.
Posto di fronte a un elenco di vini rossi italiani, lโ11% del campione Usa riconosce e dichiara di aver consumato almeno una volta il Valpolicella nellโultimo anno. Ben il 10% ha bevuto Amarone negli ultimi 12 mesi, mentre il tasso di penetrazione del Ripasso e del Recioto รจ leggermente inferiore: rispettivamente 9% e 6%. Complessivamente, il 17% dei consumatori americani ha bevuto almeno una volta i vini della Valpolicella. Prosit.
a cura di Andrea Gabbrielli
Questo articolo รจ uscito sul nostro settimanale Tre Bicchieri del 26 gennaio. Abbonati anche tu se sei interessato ai temi legali, istituzionali, economici attorno al vino. ร gratis, basta cliccare qui.