All’ombra dell’Arena, nel cuore di Verona, si conferma l’ormai tradizionale appuntamento con l’Anteprima Amarone. Dal 3 al 5 febbraio, le sale del Palazzo della Gran Guardia, ospitano la presentazione dei vini dell’annata 2014 e i festeggiamenti per i 50 anni della Doc. Vera icona della Valpolicella, l’Amarone rappresenta un’eccellenza a livello mondiale della nostra produzione enologica. La punta di diamante e il biglietto da visita per tutto il mondo produttivo del territorio, che anche grazie al successo del suo vino simbolo, sta vivendo un periodo molto positivo.
Un mercato in crescita. I dati dell'export
Se i vini del 2014 non sono all’altezza della fama del miglior Amarone, ci si può almeno consolare con i numeri del 2017. I dati dell’Osservatorio Vini della Valpolicella parlano di un crescente successo dell’Amarone, sia sul mercato estero, che su quello nazionale. Nel 2017 l’Amarone ha prodotto complessivamente un giro d’affari pari a circa 355 milioni di euro. L’anno appena chiuso, ha visto un incremento dell’export del 10% e una crescita del mercato interno del 20%. Oggi le esportazioni rappresentano il 68% del totale, con un ruolo da protagonista della Germania (+30%), che rappresenta il mercato più importante e da sola assorbe circa un quarto delle vendite estere. Molto bene anche gli altri mercati storici del grande vino della Valpolicella: gli Usa segnano un +10%, mentre Svizzera e Regno Unito fanno registrare incrementi vicini al 5%. Di buon auspicio per il futuro anche il risultato sui mercati asiatici, con Cina e Giappone che crescono del 15%.
Il mercato interno
Buone notizie dal mercato interno, in un periodo di crisi dei consumi, l’Amarone chiude con un incoraggiante +20%, a conferma che i prodotti di fascia alta riescono a intercettare comunque l’interesse dei consumatori alto-spendenti, meno toccati dalle difficoltà economiche, che stanno penalizzando la maggior parte degli italiani. L’incremento maggiore si è registrato nei consumi fuori casa, con ristorazione ed enoteche a farla da padrone, con oltre il 60% del mercato interno. Il canale della Gdo, seppur in crescita del 13%, gioca ancora un ruolo marginale nella distribuzione, con una quota del 25%. La scarsa presenza in Gdo, oltre alla soglia del prezzo, è anche motivata dal particolare tessuto produttivo della Valpolicella, caratterizzato da molte piccole aziende, che non hanno i numeri e la forza commerciale per essere presenti sugli scaffali dei punti vendita delle principali catene. Un dato molto positivo viene dall’incremento delle vendite dirette in cantina, segno che la Valpolicella sta diventando una meta attraente per gli appassionati di enoturismo, un settore molto importante per rafforzare il concetto di tipicità dei vini, legato alla storia, alla cultura e alla gastronomia del territorio. Dal 2009 al 2016, la presenza dei turisti in Valpolicella è cresciuta del 54%. La nuova legge sull’enoturismo, può essere l’occasione per consolidare e incrementare questo strategico settore del mondo del vino.
2014, un’annata difficile
Per molte regioni italiane il 2014 è stato un anno climaticamente critico. Non ha fatto eccezione la Valpolicella. Durante l’inverno si sono registrate temperature sopra la media, con abbondanti precipitazioni a gennaio e febbraio. A una primavera caratterizzata da un tempo abbastanza stabile e da un clima mite, ha fatto seguito un’estate fredda, con piogge intense e frequenti. Una situazione che ha creato molti problemi a livello fitosanitario, ritardando il ciclo vegetativo e la maturazione delle uve. Il brutto tempo è proseguito anche all’inizio di settembre e solo verso metà mese il clima è migliorato, consentendo una vendemmia asciutta.
L’Amarone 2014 è figlio di queste difficili e sfavorevoli condizioni. Rispetto alla media delle annate precedenti, i dati analitici hanno messo in luce la presenta di un’acidità totale più alta e un livello di zuccheri piuttosto limitato. In generale, siamo di fronte a vini non troppo strutturati e con aromi che esprimono spesso sentori vegetali e balsamici. Si percepisce ancora una certa spigolosità delle durezze acide e tanniche, che non trovano nel corpo del vino un frutto ricco e maturo, capace di integrarle e avvolgerle, smorzandone gli eccessi.
Un Amarone piccolo
In sintesi è un Amarone “piccolo”, dal profilo snello e fresco, piuttosto che ampio, complesso e profondo. L’annata difficile ha messo maggiormente in luce una certa disomogeneità qualitativa tra le varie aree della Valpolicella. Le zone di media collina, che possono vantare un miglior drenaggio dei terreni e un clima più ventilato, sono state meno penalizzate dalle frequenti piogge, rispetto al fondovalle pianeggiante. È proprio negli areali meglio esposti che possiamo trovate espressioni del millesimo più convincenti. Mai come quest’anno sarà importante fare attenzione alle zone di produzione, con un occhio di riguardo per i vini di Marano e Negrar. Non tutte le cantine hanno portato in degustazione l’Amarone 2014 e la presenza di molti campioni di botte, spesso ancora un po’ scomposti, ha reso il panorama piuttosto incompleto e diseguale.
La degustazione
Più che una valutazione dei singoli vini, certo non memorabili, sembra più opportuno considerare complessivamente il 2014 come un millesimo di transizione. Si comprende anche la scelta di alcuni storici produttori, come ad esempio Bertani, di non produrre l’Amarone Classico, con la consapevolezza che non avrebbe potuto garantire standard qualitativi in linea con la fama dell’etichetta. Agli appassionati di Amarone consigliano di avvicinarsi al 2014 senza troppe aspettative, sapendo che si tratta di un’annata atipica e particolare. In attesa di un 2015, che si annuncia invece molto interessante, si possono riscoprire le annate precedenti, che grazie a qualche anno in più d’affinamento in bottiglia, hanno ormai raggiunto una perfetta maturità espressiva.
a cura di Alessio Turazza