Climaticamente è stato l’anno più caldo dal 1800. Economicamente, quello con l’inflazione più alta dagli anni ‘80. Geopoliticamente quello della guerra in Ucraina. Concettualmente quello della sostenibilità. E dal punto di vista vitivinicolo, come lo si può definire?
Difficile riassumere in un unico aggettivo un anno impegnativo e imprevedibile come il 2022. È chiaro che tutte le condizioni di cui sopra hanno avuto i loro effetti diretti e indiretti anche sul settore. Rincari e mancanza di materie secche sono state all’ordine del giorno, mentre la siccità dei mesi estivi ha fatto temere il peggio per la vendemmia, per poi, invece riportare i quantitativi al livello del 2021. Una notizia solo in parte positiva, visto che, in un contesto come quello attuale, non è facile trovare collocazione per 50 milioni di ettolitri. Se, quindi, il primo semestre ha già presentato il conto dei rincari, la seconda parte dell’anno ha acceso le ansie dei produttori per le troppe giacenze. Senza dimenticare, sempre dall’album delle preoccupazioni, i diversi tentativi europei di far finire il vino nella black list degli alimenti considerati dannosi per la salute. Tentativi in parte sventati, grazie soprattutto al lavoro italiano di squadra.
Tuttavia - e questo lo si può affermare – il vino ha dimostrato di poter contare su dei potenti anticorpi. Lo si evince dall’export, che si avvia verso il nuovo record degli 8 miliardi di euro. C’è, poi, l’asso nella manica rappresentato dalle bollicine: un segmento in cui il vino italiano non teme rivali.
Ripercorriamo, quindi, questi 12 mesi con la consueta formula di fine anno di Tre Bicchieri: una notizia al mese per fissare le principali tappe vitivinicole del 2022, in attesa di capire che 2023 ci aspetta.
Gennaio. Effetto rincari sul nuovo anno
Il 2022 si apre con una serie di nodi che si trascineranno anche nei mesi a venire: bollette in aumento e costi in rialzo fino al 30% per le aziende vitivinicole, mentre arrancano le forniture di carta, vetro e capsule e si evidenziano notevoli difficoltà nel reperire container. “Long Covid economico”, ma non solo. Da lì ad un mese, la Russia occuperà l’Ucraina e, la già complicata situazione economica tenderà ad acutizzarsi, mentre l’esultanza per un avvio d’anno positivo dal punto di vista delle esportazioni lascerà il posto a tutta una serie di preoccupazioni. L’inflazione sarà il filo rosso dell’anno.
Febbraio. Piano Ue contro il cancro: vino salvo a metà
A un anno esatto dalla presentazione dell’Europe’s Beating Cancer Plan, a cura della Commissione Ue (in cui il vino veniva additato tra i responsabili della malattia), tocca al Parlamento Ue dire la sua con il voto in plenaria. Alla fine, grazie agli emendamenti presentanti dagli europarlamentari italiani e francesi si riesce a spostare il concetto di pericolosità dal semplice consumo di alcol all’abuso. Nel testo finale, infatti, si introduce questa distinzione e scompaiono i riferimenti agli alert in etichetta. Tuttavia, restano alcuni passaggi pericolosi, tra cui riferimento ai tagli alla promozione e all’aumento della tassazione. Le associazioni restano in allerta, anche perché nei mesi successivi è atteso il testo dell’Oms, che ha l’obiettivo di ridurre i consumi del 10% entro il 2025.
Marzo. Ok al decreto sostenibilità vino
Il 16 marzo il Mipaaf pubblica il decreto che rende operativo il disciplinare del sistema di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola. A nove mesi dal provvedimento (giugno 2021, n. 288989) che stabiliva le modalità per l’istituzione dello standard unico nazionale, arriva l’ok di Via XX Settembre al testo che dà di fatto il via libera alla prima vendemmia sostenibile (con adesione facoltativa), che – da lì a qualche mese - verrà avviata utilizzando le procedure e gli standard Sqnpi, ma riconoscendo anche gli altri Standard come ad esempio Equalitas. Di fatto, l’Italia è stato il primo Paese europeo a dotarsi di questa norma pubblica. Fuori dai confini comunitari, solo la Nuova Zelanda ha un sistema simile. Tra i prossimi obiettivi, c’è quello di lavorare sulla comunicazione di tale certificazione, anche attraverso l’adozione di un logo da inserire sulle bottiglie.
Aprile. Il ritorno di Vinitaly
L’edizione n.54 di Vinitaly – tanto attesa, annunciata e temuta – viene finalmente celebrata. Il claim è “Vinitaly restart” e vede l’arrivo a Verona di 25mila operatori stranieri (da 139 Paesi). Tra i grandi assenti, le delegazioni russe, il cui incoming è sospeso a causa della guerra. Pochi gli asiatici, a causa delle restrizioni ancora in vigore. Al centro della quattro giorni, il business (che ne esce rafforzato nella nuova formula) e il mercato statunitense (cui è dedicato il focus di apertura). Sarà l’ultima edizione sotto la direzione di Giovanni Mantovani, che nel mese di giugno lascerà l’incarico. Non sarà eletto un nuovo direttore generale, ma saranno date nuove deleghe a Maurizio Danese, diventato, nel frattempo, amministratore delegato.
Maggio. Global Summit Sostenibilità del Gambero Rosso
Nell’anno della sostenibilità, il Gambero Rosso organizza a Milano un Global Summit, dal titolo “La sostenibilità come fattore di crescita delle aziende del settore agroalimentare”. Quattro tavoli tematici, 25 relatori e un unico grande obiettivo: guardare al futuro. Tra gli argomenti di approfondimento, la certificazione, le esperienze di impresa, i servizi alle aziende e gli scenari nazionali futuri. Argomenti che hanno messo assieme la parte governativa (con la ministra per le pari Opportunità e la Famiglia Elena Bonetti e il Sottosegretario del Ministero delle Politiche Agricole e Alimentari e Forestali Gian Marco Centinaio), le associazioni di categoria (Coldiretti, Equalitas) e il mondo creditizio e finanziario (Intesa Sanpaolo e Ismea). Per l’occasione vengono annunciate le 47 aziende del settore che si sono contraddistinte nell’ambito della sostenibilità secondo le indagini curate da Santa Chiara Next in collaborazione con la Fondazione Gambero Rosso e le 30 maggiori imprese analizzate da Standard Ethics.
Giugno. Dal piano Oms alla proposta irlandese sulle avvertenze sanitarie
Mentre l’Oms è pronta ad approvare il suo piano che prevede la riduzione dei consumi di alcol (-10% entro il 2025), un’altra doccia fredda arriva dall’Irlanda. Il 21 giugno, il governo di Dublino notifica alla Commissione europea il progetto di regolamento 2022 sulla salute pubblica che include l’introduzione di avvertenze sanitarie obbligatorie sull'etichetta delle bevande alcoliche. Secondo le associazioni vitivinicole si tratterebbe di un precedente pericoloso, proprio nel momento in cui nel Vecchio Continente è in corso un acceso dibattito su avvertenze sanitarie in etichetta, Nutriscore e revisioni del sistema di promozione in attuazione del Cancer Plan. La scadenza per presentare commenti a questa iniziativa è il 22 settembre. L’Italia, sarà tra i primi Paesi a farlo. Poi la parola passerà alla Commissione Ue.
Luglio. Cade il Governo Draghi: vino in standby
Per la prima volta nella storia italiana, la campagna elettorale batte sul tempo quella vendemmiale: si inizia il 25 luglio per accompagnare il Belpaese verso le votazioni del 25 settembre (che porteranno alla premiership di Giorgia Meloni). La caduta a sorpresa del Governo Draghi preoccupa il settore vitivinicolo (e non solo): restano in standby alcune misure, come il decreto flussi e quello siccità, insieme al Testo Unico su etichettautra e dealcolati, mentre incombono i dossier Ue su fiscalità e salute e stringono i tempi per ottenere i fondi del Pnrr. Tra le misure più apprezzate del Governo uscente, il decreto che stanzia 25 milioni di euro di contributi per i consorzi del vino, per sviluppare azioni di informazione, formazione e promozione.
Agosto. Al via una vendemmia segnata dalla siccità
Quella del 2022 sarà ricordata come un’annata sotto il segno della siccità, in Italia, così come nel resto d’Europa. Le temperature da record e le pochissime precipitazioni preoccupano i viticoltori e, nella maggior parte dei casi, portano a una raccolta anticipata e a un innalzamento del grado alcolico. Le piogge di fine stagione, tuttavia, salvano la qualità, mentre la produzione resta elevata: 50 milioni di ettolitri, in linea con lo scorso anno. Se il prodotto è stato portato in salvo, il grande interrogativo dei mesi a seguire sarà: come e a chi vendere tutto questo vino? Tanto che si torna a parlare di misure di emergenze: dalla distillazione di crisi al taglio delle rese, mentre aumentano le giacenze e si abbassano i listini.
Settembre. Alba ospita il Forum Mondiale dell’Enoturismo
L’Italia ospita per la prima volta il sesto Forum Mondiale dell’Enoturismo dell’Organizzazione Mondiale del Turismo dell’Onu. Dal 19 al 21 settembre il gotha del settore (8 ministri e oltre 500 delegati internazionali) si dà appuntamento ad Alba per mettere a confronto le diverse esperienze e guardare al futuro. Prossima destinazione Spagna (La Rioja), nel 2023.
Ottobre. Lollobrigida è il nuovo ministro dell’Agricoltura
Francesco Lollobrigida (FdI), classe ‘72, è il nuovo ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare del Governo Meloni. Proprio il riferimento alla “sovranità alimentare”, porterà il Mipaaf a cambiare nome in Masaf. Tra le prime sfide che lo attendo quelle europee su Nutriscore e fondi promozione. Su questo ultimo punto, il nuovo ministro incasserà la prima vittoria qualche mese dopo. Grazie anche all’opposizione italiana, vino e carni rosse scompaiono dalla lista degli alimenti considerati dannosi dalla Commissione europea; pertanto, non saranno esclusi dal plafond dei finanziamenti per la promozione orizzontale, come si era inizialmente ipotizzato. Anzi, per il 2023, l’Italia vedrà aumentare i fondi da 7 a 9 milioni di euro.
Novembre. Rischio sovrapproduzione
Da wine2wine l'Osservatorio vino di Uiv-Vinitaly lancia l’allarme: recessione economica, costi e sovrapproduzione potrebbero rivelarsi una tempesta perfetta per il settore. Nel 2023 la riduzione dei margini lordi delle aziende italiane è stimata pari a circa 900 milioni di euro. Così si torna a riflettere sul tema della sovrapproduzione e sul rapporto tra volumi e valori del vino. Dopo una vendemmia segnalata in linea con quella precedente: al 31 ottobre, secondo Cantina Italia (Icqrf), le eccedenze sono infatti salite a +9,7%, con incrementi importanti in diverse aree. E questo si ripercuote sui listini in calo. Si inizia a parlare di interventi di emergenza, dalla distillazione di crisi al taglio dei volumi. Si vedrà nei prossimi mesi.
Dicembre. Verso nuovo record export, ma….
A parte la piccola battuta d’arresto dell’annus horribilis (il 2020), l’export ha continuato a essere una certezza per il vino italiano, tanto che, nonostante la difficile congiuntura economica, anche il 2022 si appresta a sigillare un nuovo record, a cavallo degli 8 miliardi di euro, secondo le stime Nomisma Wine Monitor.
Tuttavia, l’andamento positivo a valore non corrisponde a un uguale incremento dei quantitativi. I volumi piatti dimostrano come a incidere sul valore sia più la spinta inflattiva che la domanda reale. A trainare le esportazioni sono ancora una volta le bollicine (il cui patrimonio sale a oltre 900 milioni di bottiglie), che nei primi nove mesi mettono a segno +9,2% in quantità e +22,7% in valore, mentre i vini fermi risultano appiattiti sui volumi dello scorso anno (-0,3%). Intanto cambia la mappa dei canali di distribuzione, con la Gdo in frenata (dopo l’exploit del 2020-21) e l’Horeca in netta ripresa.
a cura di Loredana Sottile
Articolo uscito sul numero di Tre Bicchieri del 22 dicembre 2022
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