Il 2021? L’anno dell’Italia. Ne è convinto l’Economist, e non solo per la vittoria della nazionale azzurro agli Europei di calcio o per il trionfo dei Måneskin all’Eurovision, la vittoria
ma soprattutto per il peso politico che, nel dopo Covid e con il Governo Draghi, il Belpaese ha saputo esprimere. D’altronde è stato proprio l’anno del G20 a presidenza italiana, con i potenti del mondo che si sono dati appuntamento nelle principali città dello Stivale e i ministri dell’agricoltura che si son riuniti del summit di Firenze.
Ad ogni modo, con o senza una dose di sano patriottismo, possiamo affermare – senza timore di smentita - che se il 2020 era l’anno da dimenticare, il 2021 è stato l’anno della ripresa. E parlando di vino italiano non è solo un luogo comune, visto che la realtà ha superato le aspettative e, in questi dodici mesi, non solo l’export ha raggiunto i livelli pre-Covid, ma addirittura si appresta a fissare il nuovo record dei 7,1 miliardi di euro. Ciò non significa che non ci siano dei motivi di apprensione, come ad esempio il caso
Prošek, che ha messo in apprensione la spumantistica italiana, o il piano anticancro Ue che potrebbe mettere a repentaglio i fondi per la promozione. O ancora i rincari delle materie prime, che potrebbero avere delle notevoli ripercussioni nel prossimo futuro. Ma a questo ci penseremo a tempo debito. Intanto, proviamo a ripercorre questi 12 mesi con il consueto Almanacco Tre Bicchieri che ci aiuta a fissare le tappe vitivinicole più significative dell’anno che sta per concludersi per, poi, guardare con maggiore consapevolezza all’anno che verrà.
Gennaio. Crisi di Governo: Bellanova lascia il Mipaaf
L’anno si apre con le dimissioni della ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova e con la crisi di Governo che porterà nel giro di qualche settimana al nuovo Governo a guida Draghi. Intanto, però, la poltrona del Mipaaf va ad interim al premier uscente Giuseppe Conte, fino all’insediamento del nuovo inquilino: Stefano Patuanelli. Qualche mese dopo le deleghe al vino diventeranno di competenza dell’ex ministro dell’agricoltura Gianmarco Centinaio. Dal decreto attuativo per lo Standard di sostenibilità del vino alla stesura del Recovery Plan, sono tanti i temi in sospeso su cui il mondo vitivinicolo chiede risposte e soprattutto continuità, dopo aver sperimentato in soli 12 anni qualcosa come 8 ministri dell’Agricoltura.
Febbraio. Piano Ue contro il cancro: anche il vino nel mirino
Doccia fredda per il mondo vitivinicolo. Alla vigilia della giornata mondiale contro il cancro (il 3 febbraio) la Commissione Ue presenta l’Europe’s Beating Cancer Plan con una seriedi linee guida per prevenire la malattia, puntando il dito anche contro il vino. Per la precisione, nel testo si parla di alcol in maniera generica, senza fare alcuna distinzione tra le tipologie e soprattutto senza fare distinzione tra il bere con moderazione e l’abuso. Questo precedente potrebbe aprire la strada a diverse azioni: campagne di sensibilizzazione, tassazione, divieto di pubblicità, warning label e perfino ritiro dei fondi previsti per i prodotti a base di alcol. Di fatto 11 mesi dopo – a dicembre 2021 – le prime conseguenze: per vino e carni rosse punteggi ridotti per accedere ai fondi orizzontali di promozione comunitaria.
Marzo. Dalla Brexit ai tesi rapporti Cina-Australia, i nuovi equilibri mondiali
Le autorità doganali cinesi bloccano un carico di 20mila bottiglie di vino australiano che, nonostante le gravose tariffe anti-dumping del 212% (introdotte da dicembre 2020), erano riuscite ad arrivare nel Paese. Il motivo ufficiale è un problema di etichettatura, ma in realtà i rapporti tra i due Paesi si sono deteriorati da mesi, da quando il Governo aussie ha appoggiato gli Usa in un'indagine internazionale sulle origini dell'epidemia di Covid-19, sollevando le ire cinesi. Com’è prevedibile, precipitano le importazioni cinesi di vino australiano (primo fornitore per il Paese del Dragone), che prova, quindi, a cercare nuove alleanze altrove. Da lì a poco arriverà l’accordo con il Regno Unito che, dopo la Brexit, è anch’esso alla ricerca di nuovi partner al di fuori dell’Ue. Dal canto suo, invece, l’Europa è in apprensione per il documento VI-1 che, proprio in seguito all’uscita del Regno Unito dall’Unione, potrebbe diventare obbligatorio per esportare vino Oltremanica. Per fortuna, mesi dopo arriva la notizia della sospensione di tale documento. Così come arriva la notizia dello stop ai dazi Usa sui prodotti europei per i prossimi cinque anni: si ritorna ad avere fiducia nel commercio internazionale.
Aprile. Convocato il tavolo del vino
Tante volte invocato, finalmente il 27 aprile il Tavolo del vino viene convocato dal sottosegretario al Mipaaf con deleghe al vino Gian Marco Centinaio. All’ordine del giorno gli interventi straordinari per il settore e l’impiego del fondo filiere: tutti d’accordo su contributi alle imprese, agevolazione fiscale sui crediti, stoccaggio e promozione, mentre non si trova una quadra sulla distillazione.
Oltre alle misure emergenziali da adottare, sul tavolo ci sono anche altri progetti a lungo termine, come sostenibilità e semplificazione burocratica. Si discute anche della destinazione dei fondi del Pnrr.
Maggio. Vini dealcolati: arriva il dossier Ue
Nel corso del trilogo Commissione-Parlamento-Consiglio si parla di come regolamentare le pratiche enologiche che prevedono l’eliminazione totale o parziale dell’alcol. Non si tratta di una novità, visto che la proposta è del 2019 e che già in molti Paesi è già una realtà. La quadra, che si troverà all’interno della nuova Pac, prevede che per Dop e Igp sia consentita solo una dealcolizzazione parziale, lasciando la dealcolizzazione totale come appannaggio dei vini varietali. E se c’è chi grida allo scandalo, le associazioni vitivinicole italiane – Unione Italiana Vini e Federvini in primis – si dicono favorevoli sia per intercettare nuovi mercati e consumatori, sia per non lasciare questo segmento in mano alle grandi industrie che nulla hanno a che fare con il mondo del vino.
Giugno. Ok del Mipaaf al decreto sostenibilità
Dopo essere stato inserito all’interno del Decreto Rilancio nel 2020, il 24 giugno arriva il decreto del Ministero che apre allo standard nazionale di sostenibilità, frutto di una sintesi tra gli attuali protocolli pubblici, come Viva e Sqnpi, e privati, come Equalitas. L’Italia è la prima in Europa ad essersi dotata di questo standard. Il decreto prevede anche la nascita del cosiddetto Comitato della sostenibilità vitivinicola (CoSVi), che è tutt’ora al lavoro per definire il sistema di monitoraggio e gli indicatori necessari alle valutazioni della sostenibilità della filiera vitivinicola. Solo quando questi criteri saranno definiti si potrà ottenere il disciplinare e l’eventuale logo da apporre in etichetta.
Luglio. Scoppia il caso Prošek
La Croazia chiede all’Unione Europea la tutela della menzione per il Prošek, il vino passito tradizionale della Dalmazia. Una richiesta che mette subito in allarme tutta l’Italia e, in particolare, l’universo Prosecco in nome del diritto alla tutela del marchio a denominazione ottenuto nel 2009. In seguito alla pubblicazione della richiesta in Gazzetta Ufficiale, l’Italia presenta un dossier a Bruxelles, sottolineando che il caso potrebbe aprire un pericoloso precedente, oltre che mettere a rischio oltre 800 denominazioni Made in Italy. Le associazioni chiedono l’appoggio di tutti gli Stati membri per una “battaglia comune”.
Agosto. Al via una vendemmia segnata dal maltempo
Gelo primaverile, siccità e grandine estive pesano sulla nuova stagione di raccolta. Come già quella del 2020, non sarà una vendemmia copiosa: il dato finale, secondo Uiv, Ismea e Assoenologi, è di 44,5 mln/hl, dopo i 49 milioni di ettolitri del 2020. La qualità è comunque mediamente buona in tutto lo Stivale, con alcune punte di eccellenza e l’Italia, nonostante un -9%, si conferma leader mondiale davanti a Francia (-24%) e Spagna (-16%). A livello mondiale l’annata 2021 verrà stimata dall'Oiv a 250,3 milioni di ettolitri (esclusi mosti e succhi d’uva): - 4% sul 2020 e -7% in confronto alla media degli ultimi 20 anni.
Settembre. Firenze ospita il G20 dell’Agricoltura
Il 2021 è anche l’anno del G20 a presidenza italiana, con diverse tappe nelle principali città dello Stivale. Il summit dei ministri dell’Agricoltura si svolge a Firenze il 17 e il 18 settembre per parlare del futuro del settore primario in relazione ai cambiamenti climatici e alle nuove sfide che questo comporta. A fare gli onori di casa, il ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli che, alla fine del vertice, presenta la “Carta della sostenibilità dei sistemi alimentari” in 21 punti, nel contesto delle tre dimensioni: economica, sociale e ambientale.
Ottobre. A Verona prove generali per Vinitaly
Dopo quasi due anni di stop delle ferie, il mondo del vino si dà appuntamento a Verona, dal 17 al 19 ottobre per Vinitaly Special Edition: l’evento business e professional di avvicinamento alla 54esima edizione della fiera, prevista dal 10 al 13 aprile.
Tre i padiglioni aperti per 400 aziende espositrici; oltre 12.000 gli operatori professionali arrivati nella città scaligera e più di 2000 i buyer in rappresentanza di 60 nazioni. Tra le novità, il debutto dell’area mixology, le cui masterclass vanno tutte in sold out.
Novembre. Via libera dal Parlamento Ue alla nuova Pac
Il Parlamento Europeo vota per la nuova, dopo l'accordo raggiunto in sede di Trilogo del giugno 2021. Entrerà in vigore nel 2023, mentre nel 2022 sono previste le cosiddette regole transitorie. Nello specifico per il settore vitivinicolo sono previste: informazioni off-label per ingredienti e calorie, estensione al 2045 delle autorizzazioni, introduzione dei vini dealcolati e semi-dealcolati. Nelle tasche del vitivinicolo, dal 2023 al 2027, ci saranno 1,1 miliardi di euro annui e, in particolare, l’Italia disporrà di 323,88 milioni di euro (meno dei 337 della Pac precedente), davanti a Francia e Spagna. Per gli Stati, ci sarà l’obbligo di destinare almeno il 5% delle risorse ad almeno un intervento per tutela dell’ambiente, miglioramento della sostenibilità di sistemi e processi, risparmio energetico.
Dicembre. Il nodo rincari pesa sui listini
Se i consumi e le esportazioni di vino sono ripartiti e crescono a doppia, l’anno si chiude comunque con una questione con cui il vino italiano dovrà fare i conti da qui ai prossimi mesi: il boom di rincari anch’essi in doppia cifra che, secondo l’analisi di Unione Italiana Vini, influiscono nell’ordine del 30% sul prodotto finito. I costi alle stelle riguardano tutto: dal vetro alle etichette, dai cartoni alle chiusure delle bottiglie, dai trasporti (con le tariffe per i container che sono lievitate del 400%) all’energia elettrica. Il tutto mentre sale anche il prezzo medio del vino (fino a +40%) a causa di una vendemmia caratterizzata dai bassi volumi e, quindi, da prezzi al listino più alti. Le conseguenze – se non si troverà una soluzione in sede di Governo - potrebbero a breve ripercuotersi anche sui consumatori.
a cura di Loredana Sottile
Articolo uscito sul numero di Tre Bicchieri del 17 dicembre 2020
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