Almanacco 2020. L’anno del Covid in 12 notizie

29 Dic 2020, 16:58 | a cura di
Niente fiere né eventi promozionali, ma tanti webinar e vendite online. Il 2020 ha costretto il mondo del vino a cambiare strategie, e ha aperto nuove strade. Sullo sfondo? La nuova presidenza Usa, le trattative sulla Brexit, il Recovery Fund e una vendemmia al ribasso. Per il 2021 si punta su sostenibilità e produzione rosata

2020: l’anno che tutti vorremmo dimenticare; l’anno che difficilmente dimenticheremo. Dodici mesi fa di questi tempi, il vino italiano festeggiava un nuovo record delle esportazioni, senza nascondere un certo malcontento per un incremento non tanto marcato quanto avrebbe sperato. Quest’anno, invece, l’auspico è di riuscire a contenere le perdite e di poter tornare presto ai livelli del 2019. Le stime si aggirano su un valore di 6,1 miliardi euro: -4,6% sull’anno precedente (fonte Osservatorio Wine Monitor-Vinitaly). Perché di fatto il Covid-19 ci ha fatto retrocedere di almeno due anni e serviranno ancora nuove strategie e tanta buona volontà per lasciarci alle spalle un anno come quello che sta per volgere al termine. Dallo stop agli eventi promozionali alla chiusura dell’Horeca, dagli aiuti al settore vino allo stallo dei consumi mondiali è veramente difficile trovare un argomento che non sia stato pervaso da questo ospite non desiderato.

Proviamo, quindi, a ripercorre questi 12 mesi con il consueto Almanacco Tre Bicchieri, cercando di far tesoro di quello che questa emergenza ci ha insegnato per poter guardare al futuro in ottica nuova.

1_GENNAIO_Ocm - Commissione Ue - Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay

Foto di Dimitris Vetsikas da Pixabay

Gennaio. Via libera a una Ocm più flessibile

L'anno si apre con due pesanti incognite: il secondo carosello dei dazi Usa in arrivo e la Brexit in cerca di un accordo. Il Covid è ancora un’ombra lontana. In questo contesto, la Commissione Ue dà l’ok alla richiesta di aumento del contributo alle campagne di promozione Ocm, che passa dal 50% al 60% delle spese ammissibili. Inoltre, in maniera strutturale, viene introdotta anche una maggiore flessibilità sui programmi di promozione: si potranno cambiare i mercati target delle campagne già approvate, senza alcuna limitazione per la nuova destinazione e si potranno anche estendere le azioni oltre il limite dei cinque anni. Purtroppo, il Covid stravolgerà totalmente la campagna di promozione e questa sarà solo la prima di altre modifiche che porteranno a allargare le azioni anche ai canali digitali. Non troveranno, invece, attuazione le richieste delle associazioni di portare il contributo da 100 a 150 milioni di euro e di estendere la Promozione per i Paesi Terzi anche al mercato europeo.

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Febbraio. L’Italia si salva dai Dazi Usa

Dopo mesi di appelli e di preoccupazioni, il vino italiano evita per la seconda volta i dazi negli Stati Uniti (e ad agosto li eviterà per la terza volta). Il 15 febbraio, infatti, il Dipartimento del Commercio statunitense pubblica la black list lista aggiornata dei prodotti sottoposti alle tariffe del 25% per la questione Airbus-Boeing. Rimangono dentro i vini francesi, spagnoli, tedeschi e inglesi e per l’Italia formaggi e liquori. Intanto, lo spauracchio dazi ha accelerato gli ordini statunitensi di fine wine italiani, condizionando in positivo l’export del bimestre. Sarà anche grazie a questo incremento che l’export complessivo dell’anno riuscirà a tenere botta, nonostante il Covid. Qualche mese dopo, la nuova sentenza Wto darà il via libera anche all’Europa all’applicazione dei controdazi ai prodotti Usa. Occasione che Bruxelles non si farà sfuggire, mettendo però a rischio la tanto auspicata fine della guerra commerciale. La questione non è ancora conclusa.

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Marzo. Il Covid stravolge tutto

Già da febbraio il Coronavirus si insinua nel linguaggio quotidiano, nonostante appaia ancora come qualcosa di molto lontano. Difficile immaginare l’impatto che da lì a poco avrà sulle nostre vite. Il 10 marzo l’Organizzazione Mondiale della Sanità dichiara la pandemia. Lo stesso giorno in Italia entra in vigore il Dpcm che renderà tutta la Penisola zona rossa: anche negozi e ristoranti sono costretti ad abbassare le saracinesche (i ristoranti potranno rialzarle solo nel mese di giugno). È il momento d’oro dell’online: le enoteche digitali vedono raddoppiare gli affari, sempre più cantine creano un proprio e-commerce e puntano sulla cosiddetta dimensione local, si moltiplicano i webinar. L’altro canale di vendita a mettere le ali è la Gdo. Per il vino italiano inizia una nuova era, da cui difficilmente si tornerà indietro.

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Foto: Ennevi__Veronafiere_

Aprile. Prima volta senza Vinitaly

Mentre ProWein ha già rinunciato all’edizione 2020, annunciando direttamente lo slittamento al 2021, Vinitaly prova inizialmente a rimandare tutto a giugno. Ma, a mano a mano che i numeri dei contagi crescono, diminuiscono le speranze di potersi ritrovare tutti nella città scaligera. Alla fine, anche e anche la fiera di Verona è costretta a rinunciare alla sua 54esima edizione, puntando su novembre per un nuovo format allargato di wine2wine. Non si può ancora immaginare che anche le edizioni 2021 saranno a rischio: 8 mesi dopo, Vinitaly e Vinexpo annunceranno lo slittamento a giugno anche per quelle, mentre ProWein preferirà dare appuntamento al 2022.

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Maggio. Arriva il decreto Rilancio

Dopo il Dl Cura Italia (16 marzo) e il Dl Liquidità (6 aprile), arriva quello Rilancio per finanziare le attività economiche con 55 miliardi di euro. Al vino sono destinati 100 milioni di euro, quasi tutti volti a contenere le produzioni: riduzione delle rese, distillazione di crisi, vendemmia verde. La sensazione delle associazioni del vino è che – a dispetto del nome del nuovo decreto - manchi proprio un progetto di rilancio legato alla promozione, dopo mesi in cui la chiusura dell’Horeca e dei mercati ha messo a dura prova la resistenza del settore. La strada è ancora lunga. Intanto, però, proprio all’interno del nuovo decreto viene trovata una finestra per inserire il tanto atteso standard unico di sostenibilità del vino. Pubblicata in gazzetta ufficiale il 27 luglio 2020, la legge n.77 di fatto istituisce il sistema di certificazione della sostenibilità della filiera vitivinicola, ma per essere operativa ha bisogno del decreto ministeriale che dovrebbe arrivare entro fine anno.

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Giugno. Firmato il patto per l’export

Alla Farnesina viene firmato il Patto per l’export: 1,34 miliardi per ripartire. La crisi indotta dalla pandemia ha, infatti, portato l’Ocse a stimare il Pil italiano al ribasso dell’11,3% nel 2020 e del 14% in caso di nuova ondata di Coronavirus.

Il Patto riflette le istanze presentate dalle 147 associazioni di categoria e da oltre 250 esponenti di tutti i settori produttivi, che hanno preso parte a 12 tavoli settoriali di ascolto e dialogo tra istituzioni e imprese, presieduti dal sottosegretario Manlio Di Stefano. Le linee d'intervento prioritarie, gli assi strategici del Patto, sono sei: comunicazione, promozione integrata, formazione/informazione, e-commerce, sistema fieristico e finanza agevolata.

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Luglio. Dal Recovery Fund 209 miliardi per l’Italia

Mentre si decide per la proroga Pac fino alla fine del 2022, l’Europa risponde alla chiamata dei Paesi membri con una pioggia di soldi: 750 miliardi di euro complessivamente (309 di sussidi e 360 di prestiti), di cui 209 all’Italia. L’agricoltura ottiene solo 7,5 miliardi di euro dei 15 richiesti, ma la ministra Bellanova si dice a pronta cofinanziare il resto. Inizia un lungo periodo di confronto per decidere come spendere questi fondi. Periodo che culminerà nel mese di dicembre e che porterà a una crisi di Natale sulla gestione dei soldi e sulla loro destinazione: da una parte il premier Giuseppe Conte che propone una cabina di regia con consulenti e tecnici, dall’altra Italia Viva di Matteo Renzi che chiede il coinvolgimento dei ministri e delle pubbliche amministrazioni. Anche la ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova minaccia di lasciare il suo posto.

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Agosto. Al via una vendemmia condizionata dal Covid

Quella del 2020 non sarà ricordata come una vendemmia copiosa. Non solo a causa dell’andamento meteo. Le misure adottate dai consorzi italiani e appoggiati dal Governo vanno, infatti, nella direzione della riduzione dei quantitativi: vendemmia verde e riduzione delle rese (insieme anche alla distillazione) sono le strategie messe in atto per rispondere al Covid. L’annata si concluderà con 46,6 milioni di ettolitri portati in cantina e una flessione del 2% rispetto ai 47,5 milioni di ettolitri dello scorso anno. A livello mondiale l’Organizzazione internazionale della vigna e del vino prevede per il 2020 una produzione di 258 milioni di ettolitri: al di sotto della media storica, ma a +1% rispetto al 2019. L’Italia è ancora il primo Paese produttore.

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Settembre. Il vino si interroga su come spendere i fondi inutilizzati

La riduzione volontaria delle rese e la distillazione di crisi non hanno allettato la platea degli imprenditori: a fine vendemmia si scopre un tesoretto inutilizzato da 61 milioni di euro, dai 100 milioni di euro destinati alla filiera vitivinicola nazionale. Il comparto si interroga sul loro utilizzo. Alla fine, la ministra delle Politiche Agricole Teresa Bellanova scioglie la riserva: 51,8 milioni saranno destinati all’esonero dei contributi a carico dei datori di lavoro e 9,54 milioni di euro allo stoccaggio privato di vini di qualità. Anche questa volta, la promozione può attendere.

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Ottobre. Arriva la seconda ondata Covid

Dopo un’estate di libertà e quando ormai si pensava che il peggio fosse alle spalle, irrompe anche in Italia la tanto temuta seconda ondata Covid: stavolta la circolazione del virus riguarda un po’ tutta la Penisola. Nonostante si scongiuri il lockdown totale, le chiusure tornano a colpire l’Horeca (con differenze a seconda delle regioni, in base ai colori giallo, arancione e giallo). Protestano i ristoratori che il 28 ottobre si danno appuntamento in 24 piazze italiane, per lanciare il loro appello: “#Siamoaterra! Ci rialzeremo ma gli aiuti arrivino subito”. Il Governo risponde con nuovi decreti: Ristori e Ristori Bis.

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Novembre. Il Prosecco Rosè fa il suo esordio in Italia e all’estero

Mentre l’Italia si appresta a festeggiare un Natale con meno brindisi, arriva una novità che fa ben sperare per il futuro: la versione rosè del Prosecco Doc. Dopo l’ok in Italia, la modifica del disciplinare viene recepita anche in Gazzetta Europea così 16 milioni di bottiglie rosate si apprestano a varcare i confini nazionali. La propensione all’export della nuova versione dovrebbe addirittura superare quella del fratello maggiore: il Consorzio stima che l’80% della produzione sarà destinata all’esportazione. La filiera saluta con entusiasmo quello che potrebbe rappresentare un nuovo traino per il vino italiano.

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Dicembre. È l'ora della Brexit

Il 31 dicembre la Brexit sarà una realtà. Superate tutte le possibili date prefissate per l’accordo tra Ue e Regno Unito, le trattative vanno avanti a oltranza, in bilico fino alla fine tra Deal e No Deal. A pochi giorni dall’ora X, quel che appare certo è che dal primo gennaio i prodotti italiani (ed europei) in transito verso il Regno Unito dovranno passare per le Dogane con le relative tariffe previste per i Paesi Terzi. C’è tempo, invece, per la richiesta del modulo VI-1 (in vigore da giugno 2021) e per le modifiche in etichetta (con proroga fino ad ottobre 2022). Tremano soprattutto le denominazioni che hanno nel Regno Unito il loro principale mercato di sbocco, come Prosecco e Pinot Grigio.

 

Il 2021, tra nuovi equilibri commerciali e trend da cavalcare

Tutti guardano al 2021 come all’anno della ripresa, sebbene l’Iwsr stimi che ci vorranno almeno due anni per ritornare ai consumi pre-Covid. Sicuramente non saranno i primi mesi dell’anno a segnare il ritorno alla normalità, considerato che il calendario promozionale - dalle fiere alle anteprime sul territorio - appare tutto spostato in avanti.

Il calendario 2021

  • dal 28 febbraio ad aprile: Grandi Langhe on the road
  • marzo (6-8, 13-15, 20-22 e 27-29): Benvenuto Brunello OFF
  • maggio (da definire): Anteprima Chiaretto
  • 14 maggio: PrimaAnteprima di Firenze
  • 15 maggio: Chianti Lovers (insieme a Morellino di Scansano)
  • 16 e 17 maggio: Anteprima Vernaccia di San Gimignano
  • 18 maggio: Anteprima Nobile di Montepulciano
  • 19 maggio: Benvenuto Brunello
  • 20 e 21 maggio: Chianti Classico Collection
  • 22 e 23 maggio: Anteprima Sagrantino
  • 14-16 giugno Wine Paris-Vinexpo Paris
  • 20-23 giugno Vinitaly

Gli appuntamenti dell’anno

A dare il là - Covid permettendo – sarà il nuovo format Grandi Langhe on the road che porterà il vino piemontese in giro per 13 città italiane, a partire da Taormina (il 28 febbraio) fino a Torino (ad aprile). Nei week-end di marzo e solo su prenotazione, a Montalcino si terrà, invece, Benvenuto Brunello Off e poi, dal 14 al 21 maggio toccherà alle altre Anteprime Toscane, per finire con l’Anteprima Sagrantino (22 e 23 maggio). Giugno dovrebbe, infine, essere il mese delle fiere con gli appuntamenti di Vinexpo Paris e Vinitaly. Mancherà all’appello ProWein.

I rapporti commerciali

Al di fuori dalla variabile Covid, il 2021 sarà anche l’anno dell’insediamento in Usa del nuovo presidente Joe Biden. Sono tante le aspettative che il mondo vitivinicolo ripone nel cambio di inquilino alla Casa Bianca, prima tra tutte la ripresa del dialogo e la fine della guerra dei dazi. Sebbene i controdazi specchio, che l’Ue ha applicato ai prodotti Usa, non lascino intravedere una risoluzione in tempi brevi.

Sempre in ambito di rapporti commerciali, il 2021 – con o senza accordo - inizierà sotto il segno della Brexit. In attesa di capire quali conseguenze ci saranno per il vino italiano, la cosa certa è che il Regno Unito ha già iniziato a guardare ad altri mercati, Australia in primis. Dal canto suo, l’Australia è alla ricerca di nuovi sbocchi. Il nuovo anno, infatti, la vede coinvolta nel contenzioso con la Cina, che ha appena applicato ai vini aussie dei dazi fino al 212%.

I driver del nuovo anno

Provando a guardare ai driver della ripresa, in cima troviamo la sostenibilità. Un trend in crescita da diversi anni, ma che nel 2021 dovrebbe finalmente trovare una codifica nazionale nello standard unico di sostenibilità del Mipaaf. Se così fosse, le aziende potrebbero scegliere di aderire alla certificazione di sostenibilità e potersi presentare sui mercati con un logo apposito e una maggiore forza commerciale. Un altro valore aggiunto che merita attenzione è l’exploit dei vini rosati. L’arrivo nel business di un fuoriclasse come il Prosecco dimostra che è la strada giusta da percorrere e, allo stesso tempo, dà quella spinta in più che serve a questo segmento per affermarsi in cima alle preferenze dei consumatori. Se son rosè, fioriranno…

a cura di Loredana Sottile

Articolo uscito sul numero di Tre Bicchieri del 17 dicembre 2020

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