Allarme rosso sull’export di vino italiano: si fermano gli Usa

13 Set 2023, 12:13 | a cura di
Il primo mercato di destinazione di vino italiano entra in pausa di riflessione. Nel primo semestre bollicine a - 17%. Male tutti i principali competitor a eccezione della Nuova Zelanda

Usa, abbiamo un problema. Il problema è che, all’interno di un semestre in passivo per l’export italiano di vino nel mondo (-1,4% volume, con valori sostanzialmente fermi), gli Stati Uniti si sono completamente inchiodati. Ma soprattutto, il problema è che parliamo del primo mercato di destinazione per le cantine italiane.

Non è solo questione di destocking

A giugno, secondo le elaborazioni dell’Osservatorio del vino Uiv, gli indicatori sono negativi sia per quanto riguarda gli spumanti (-17% volume), sia per quel che concerne i vini fermi, che indietreggiano a volume del 10%, con picchi di -15% per i rossi, contro un -6% dei bianchi.

E se a inizio anno si era parlato di destocking, ovvero smaltimento di voluminose scorte fatte dagli importatori sull’onda dell’entusiasmo registrato nel corso di tutto il 2022, oggi la storia dello smaltimento scorte non regge più. Anche perché parliamo di vini che arriverebbero a destinazione solo tra qualche mese.

Giù tutti i principali competitor

Secondo l’Osservatorio Uiv, quindi c’è da pensare che il mercato stia entrando in una fase di riflessione, che coinvolge non solo l’Italia, ma anche i principali competitor: sull’imbottigliato l’Australia fa -18%, l’Argentina -28% (e addirittura -90% per lo sfuso), il Cile -1%. Tra i Paesi europei, la Spagna registra un -8% per i vini fermi e -4% per gli spumanti.

Capitolo a parte meritano Francia e Nuova Zelanda. La prima dimostra un andamento non brillantissimo a volume, con cali importanti nella spumantistica (-27% rispetto al -6% dei vini fermi), mentre i prezzi medi stanno registrando incrementi piuttosto consistenti: +29% per Champagne e +15% gli still wines, che comunque a differenza delle bollicine riescono a mantenere il saldo della bilancia a valore in positivo (+8%).

La Nuova Zelanda si conferma uno dei competitor più temibili, in quanto presidia la parte premium dello scaffale Usa: +30% a valore.

Prosecco a -15% a volume

Un conto – quello valoriale – che, secondo l’Osservatorio sta invece mancando totalmente alle etichette italiane: il complesso dei vini fermi è in passivo del 6% (580 milioni di euro), equamente distribuito tra bianchi e rossi. Lo spumante perde quasi il 9% in termini monetari, anch’esso gravato da aumenti di prezzo ormai indigesti (+10%), con il Prosecco che lascia 15 punti percentuali in termini di volume e 6% sul fatturato. Gli unici per ora ad avere un trend favorevole sono i frizzanti (quindi soprattutto Lambrusco): nel semestre, volumi a +10% e valori a +11%.

“Occorrerà cambiare marcia sul piano commerciale” è il commento del presidente di Unione Italiana Vini Lamberto Frescobaldi che, nel presentare i dati della vendemmia 2023 aveva già ribadito come il problema non sia il vino (che di certo non manca nonostante i numeri al ribasso), bensì i consumatori. Nella sua ricetta per superare questa fase di fatica all’estero ci sono “la semplificazione dell’Ocm Promozione e una una promozione di bandiera capace di coinvolgere le imprese sin dalla sua pianificazione”.

 

linkedin facebook pinterest youtube rss twitter instagram facebook-blank rss-blank linkedin-blank pinterest youtube twitter instagram