«Al momento non abbiamo ricevuto istanze nella direzione dell’allargamento della Doc da parte dei soci». Francesco Cambria, titolare della cantina Cottanera e presidente del Consorzio Etna chiude così la questione spostamento a quota mille dei vigneti della denominazione, sollevato dai produttori siciliani nella cover story del settimanale Tre Bicchieri della scorsa settimana.
La proposta di allargamento
Una proposta - anzi due - partita dal basso. La prima è quella di andare oltre quota mille sul versante Nord, come da idea lanciata da Benjamin Franchetti, (azienda Passopisciaro), appoggiata da parecchi produttori. La seconda è, invece, quella di chiudere la caratteristica forma di “C” (che diventerebbe una O) della denominazione nella zona Ovest. Una possibilità che farebbe gola a molti viticoltori rimasti fuori dalla Doc, ma che non mette tutti d'accordo per paura di svilire la denominazione.
La priorità è tutelare la denominazione
Favorevoli o contrari, per il presidente del Consorzio non ci sono dubbi: «L’unico tema all’ordine del giorno dell’assemblea che discuteremo nel mese di luglio è il rinnovo o meno della chiusura dell’ettaraggio, che fino ad oggi è stata utile per governare la crescita ponderata della denominazione». Del resto, si chiede Cambria: «In che direzione dovrebbe andare l’allargamento? C’è chi propone di salire a quota mille, chi di scendere verso il mare perché in fondo il Nerello viene da Mascali, chi di chiudere il cerchio con l’aggiunta dei vigneti della parte occidentale. Ma il problema per ora non esiste. Un tempo la zona di Catania era la più vitata della Sicilia, poi il mondo è cambiato. Oggi è giusto avere una crescita ponderata. Il nostro territorio ha conosciuto una grande espansione negli ultimi 15 anni, ma in questo periodo c’è una contrazione dei consumi e dei mercati e bisogna fare attenzione a non aumentare l’offerta in carenza di domanda. Infine - conclude - c’è un tema di tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico: non dobbiamo alterare la conformazione del territorio».