Grigliata di fine estate: 15 vini per chiudere in grande stile la stagione

14 Set 2024, 10:46 | a cura di
Una buona grigliata, che sia di carne, pesce o di verdure è sempre un'ottima idea. Quali vini abbinare? Non esistono regole prestabilite, di sicuro alcuni consigli possono essere utili. Ecco gli abbinamenti che vi suggeriamo

Una grigliata in compagnia è il modo migliore per chiudere o inauguare una stagione. Gli ingredienti sono semplici: buoni amici, buon cibo (carne, pesce, verdure a piacimento), una bella brace. Non può mancare il vino, ovviamente. E allora vi consigliamo alcuni abbinamenti con vini che abbiamo provato per voi: bianchi, rossi e rosati dal Nord al Sud Italia, perfetti per accompagnare un momento di pura spensieratezza.

Naturalmente, a guidarvi nella scelta del vino - a seconda della materia prima a cui abbinarlo - sarà il vostro gusto, non ci sono regole prestabilite, ma alcuni consigli possono senz'altro essere utili.

Iniziamo dalla classica grigliata di carne: con manzo, agnello o vitello è meglio orientarsi su vini rossi di buona struttura, dotati di un'impronta fruttata marcata e la giustra freschezza a supporto. Da evitare rossi troppo tannici, soprattutto se molto giovani. Con la carne di maiale da provare un vino frizzante, come il Lambrusco, per bilanciare la componente grassa, mentre il pollo è spesso valorizzato da un buon rosato del Sud Italia.

Passando alla grigliata di pesce, trovare l'abbinamento con il vino che più ci soddisfi, dipende -  come per la carne - da quale pesce, ma in generale si rivela vincente quello con i vini bianchi secchi con una certa acidità, per "sgrassare" il palato. In alternativa si può puntare sulle bollicine o rosati.

Con la dolcezza dei crostacei grigliati e con la sensazione amarognola delle verdure alla griglia, si sposano bene vini semi aromatici o aromatici di buona struttura, noi abbiamo provato un Gewürztraminer.

Vini rossi per la grigliata

Il Morellino di Scansano Vigna Liuzza Riserva di Roccapesta interpreta al meglio l'anima più coerente del sangiovese maremmano. La versione 2021 ha profumi di viola e ciliegia matura, con cenni di pietra focaia. In bocca il tannino è fitto e nervoso, l'acidità vivace e il sorso scorre sapido, con ritmo e fragranza.  Un percorso che giusto quest'anno compie 20 anni quello di Roccapesta. Era il 2003, infatti, quando Alberto Tanzini, manager milanese, decise di cambiare vita e dedicarsi alla viticoltura. Oggi questa realtà è ormai un riferimento del territorio, grazie a scelte produttive che trovano le loro radici nella tradizione.

Ottima la Barbera d'Asti Bosco Donne 2022 di Gianni Doglia, dai profumi di ciliegia e pepe, con sfumature floreali, fresca e grintosa. L'azienda di Gianni Doglia da qualche anno è un punto di riferimento imprescindibile del mondo moscatista per l'affidabilità e la qualità sempre molto elevata delle sue etichette, cui affianca una produzione di vini da uve barbera che si pone tra le più interessanti delle denominazioni e tipologie di appartenenza. Questa piccola realtà famigliare conta su una quindicina di ettari vitati, tra vigne di proprietà e in affitto, situati in collina, a circa 300 metri di altitudine, su terreni argilloso-calcarei.

Fondata nel 1884, Scacciadiavoli è una delle realtà storiche dell'Umbria, che ha visto il passaggio di proprietà alla famiglia Pambuffetti. Tra i filari troviamo, tra gli altri, sangiovese, sagrantino e merlot, varietà che danno vita al Montefalco Rosso 2021. Le note speziate, dovute all'affinamento in legno, accentuano i tratti fruttati di ciliegia, mora e sottobosco. La bocca è centrata, con una buona freschezza che dona slancio e leggerezza al sorso.   la cantina Scacciadiavoli è tra le realtà storiche della regione, come ben si intuisce visitando la straordinaria struttura produttiva. Con il passaggio di proprietà alla famiglia Pambuffetti, si è avuta una svolta che ha portato all'impresa una ventata di modernità. Le vigne sono tra i comuni di Montefalco, Gualdo Cattaneo e Giano dell'Umbria.

È dal 1830 che i Di Carlo si occupano di viticoltura. In questo lungo lasso di tempo hanno cambiato pelle e marchio aziendale più volte, ma l'idea che sottende la loro attività è sempre la stessa: portare l'Abruzzo e il suo vino alla ribalta del vino mondiale. Il nuovo marchio, Vignamadre, ha proprio questo scopo e descrive anche il lavoro e la ricerca fatti negli ultimi anni da Giannicola Di Carlo e dai figli Federico e Daniele: una vitienologia attenta ad ascoltare e incanalare la forza della natura.  Il Becco Reale è la dimostrazione che un Montepulciano può essere un grande vino anche quando non ricerca l'opulenza. Nitido nelle note di mora di rovo e prugna, sfumato su sensazioni di goudron, ha un attacco di bocca succoso e un tannino saporito.

I vini della Tenuta di Lilliano possiedono un'intatta classicità, dove le sfumature, insieme alla misura e alla finezza, sono sempre più protagoniste, e queste caratteristiche sono rintracciabili anche alla base della piramide produttiva aziendale. Ecco allora un Chianti Classico '21 davvero delizioso dai profumi di piccoli frutti rossi, viola e leggeri contrasti speziati, a introdurre una bocca agile e bilanciata, dal sorso pieno e succoso.

Il Cortona Syrah Il Castagno 2020 di Fabrizio Dionisio presenta un colore limpido, di bella complessità aromatica al naso, con cenni di pepe ed erbe aromatiche, sentori di frutto, ribes e lamponi in prevalenza, quindi al palato ha nerbo, bella armonia, con tannini fini e finale rilassato. Sergio, padre di Fabrizio, negli anni '70 scelse un casolare con vigneto e oliveto sui colli che fronteggiano Cortona. Una ventina di anni dopo, l'acquisto di un nuovo appezzamento di terreno dette all'azienda la dimensione attuale e furono poste le basi per l'inizio di un moderna attività. La storia più recente comincia con l'estirpazione da parte di Fabrizio, aiutato nella gestione dell'azienda dalla moglie Alessandra, dei vecchi vigneti a sangiovese e trebbiano e poi col graduale reimpianto dei nuovi, puntando in particolare sul syrah, ma trovando anche un piccolo spazio per il viognier.

Lambrusco & grigliata

Chiarli non ha di certo bisogno di presentazioni, un nome di famiglia legato da tempo indissolubilmente al vino e in particolare al Lambrusco. Il Vigneto Cialdini, una delle migliori etichette in rapporto alla tipologia, rappresenta un cru aziendale, singola vigna in cui nascono le uve grasparossa. Il 2022 non tradisce le attese: profumi di frutto nero, leggero tocco speziato, nuance di fiori secchi e poi un palato fresco e giocoso, dove la lieve estrazione tannica tipica del vitigno è ben supportata da una carbonica morbida e avvolgente.

Vini bianchi per la grigliata

Nel Pecorino 2022 di Tenuta Santori raffinati ricordi di limone, erbe di campo, fiori precedono un sorso aggraziato, molto fresco, con un finale dalla beva magnetica. Marco Santori proviene da una famiglia di vivaisti ma gli studi in enologia lo hanno portato nel 2012 a creare un progetto viticolo tutto suo da sviluppare nella valle del Tesino. Nelle vigne solo vitigni tradizionali, con una particolare predilezione per il pecorino, che, infatti, sta dando, anno dopo anno grandi soddisfazioni.

La Malvasia 2022 di Ronco dei Tassi è uno dei vini straordinari, complessi, intriganti dell'azienda. Ronco dei Tassi, nata nel 1989 per volontà di Fabio Coser, esperto enologo e gran conoscitore del Collio,  è una delle più fiorenti aziende del mondo vitivinicolo regionale ed è tutt'oggi in via di espansione e consolidamento. Ai figli Matteo ed Enrico, ormai da tempo inseriti in azienda, spetta il compito della continuità e della salvaguardia dell'affermato marchio di famiglia.

Pulito e fresco, il profilo aromatico del Fiano di Avellino Montelapio 2022 di Villa Matilde Avallone si compone di note di salvia, pompelmo, leggeri frutti tropicali, camomilla e prato. Uno sbuffo d'anice porta a una bocca leggiadra e precisa, di buon allungo e intensità. Villa Matilde Avallone è un progetto ambizioso avviato dall'avvocato Francesco Paolo Avallone negli anni '60. Oggi sono i figli a tenere le redini dell'azienda, una realtà suddivisa nelle due tenute di Villa Matilde e Pietrafusa, in Irpinia, che compongono un patrimonio viticolo di circa 130 ettari di terreno vitato. La gamma aziendale vede i vitigni autoctoni più importanti dei due areali dare vita a una produzione improntata tesa a esaltare le denominazioni Falerno, Fiano di Avellino, Greco di Tufo e Taurasi.

Massima attenzione per il pinot grigio, da parte di Roeno, che con la vendemmia 2020 del Valdadige Terra dei Forti Pinot Grigio Rìvoli esibisce una prestazione di rara precisione. Frutto dei vigneti di Rivoli Veronese, matura in acciaio e in rovere e dona al naso intense note di pera e macchia mediterranea, con la presenza del rovere appena avvertibile sullo sfondo. Il palato ricco, cremoso e dotato di una slanciata vitalità, si allunga con decisione in un finale asciutto e raffinato. Roberta, Cristina e Giuseppe Fugatti hanno saputo trasformare l'azienda fondata da papà Rolando in una delle più interessanti realtà veronesi, attiva soprattutto sul fronte della Valdadige, ma che guarda con grande interesse anche ai territori confinanti.

Il Gewürztraminer Auratus 2022 presenta un quadro aromatico a dir poco esplosivo, fatto di agrumi, spezie e note floreali. In bocca la pienezza tipica conferita dal vitigno è gestita alla perfezione dalla presenza sapida e dalla delicata acidità. La famiglia Roner, apprezzata per l'attività di distillazione che segue da generazioni, conduce anche l'azienda Ritterhof, una delle realtà più interessanti d'Oltradige. Alla guida oggi c'è Eva Kaneppele che, con la preziosa collaborazione di papà Ludwig, governa una realtà che può contare su una decina di ettari di proprietà e la preziosa collaborazione di numerosi viticoltori del territorio per completare la produzione di casa. Vini che alternano le interpretazioni più immediate dove il protagonista è il vitigno, a quelle più ambiziose dove recita il territorio.

Il Verdicchio dei Castelli di Jesi Dominé di Pievalta è figlio di una lavorazione che prevede la macerazione del 75% delle uve verdicchio per una settimana e maturazione in botte grande per un anno; il resto è vinificato e affinato in cemento. Il risultato è un vino dalla veste dorata e naso sfaccettato di frutta, mandorla tostata, cereali; la bocca è scorrevole, molto gustosa e sta benissimo sulla tavola, non disdegnando l'accoppiamento con carni bianche o pesce azzurro. L'azienda ha festeggiato i 22 anni di attività. Il bilancio è decisamente positivo: laddove c'erano ruderi e vitigni in quasi abbandono oggi sorge una cantina moderna dove vinificare uve verdicchio provenienti da alcuni dei migliori cru, una panoramica sala degustazione, una bottaia piena di legni di varie dimensioni e nuove idee per il futuro.

 

Vini rosati per la grigliata

Delizioso l'EstRosa '22 (primitivo 85%, aglianico 15%) , che si colloca tra i migliori vini della regione, non solo tra i rosati ma in assoluto. Fresco, fragrante, equilibrato nelle sue note floreali, di frutti rossi di bosco e di macchia mediterranea, evidenzia un finale succoso, lungo e di grande piacevolezza. Pietraventosa, la cantina di Marianna Annio e Raffaele Leo si è imposta come una delle più interessanti realtà del comprensorio gioiese. I vigneti aziendali, posti a circa 380 metri di altitudine in una zona ventilata, sono situati su terreni calcarei e argillosi, ricchi di scheletro e di sali minerali, e vedono la presenza di un ettaro di vecchie vigne ad alberello di circa 70 anni. I vini proposti sono d'impianto moderno, ma elaborati per esprimere al meglio le caratteristiche del territorio e di affascinante espressività.

Il Giusi di Tenuta Terraviva si distingue per un profilo pirico originale che si unisce alle sferzate di chinotto e un cenno affumicato e iodato che si riverbera nelle note di ribes e lampone. I 22 ettari vitati dell'azienda si dispongono in una sorta di teatro che guarda il vicino Mare Adriatico. Siamo a Tortoreto, sulle colline Teramane. Qui Pina Marano e il marito Pietro Topi, supportati dall'energica Federica, la figlia, conducono l'azienda nata negli anni '60: dal 2006, appena preso in mano il timone, hanno puntato prima sul biologico e oggi sul biodinamico, rimodulando dal punto di vista stilistico tutta la loro offerta con vinificazioni dai tratti gentilmente artigianali.

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