A Tokyo c’è un posto dove il vino non si versa in un bicchiere, ma scivola dentro una conchiglia o si raccoglie in una ciotola di terracotta. Non è un vezzo estetico, né un’idea da social. È un gesto primordiale, un ritorno all’origine del bere. Vineria Il Passaggio, nascosta tra le vie di Nihonbashi, non è un semplice wine bar, ma un luogo in cui il vino diventa rito, materia, tempo sospeso.
Un sorso di terra e di mare
Non c’è lista infinita né scelte complicate. Si parte da una domanda: rosso o bianco? Poi tre possibilità, dal più leggero al più intenso. La bottiglia arriva, il proprietario la osserva, ne pesa il carattere e sceglie il contenitore perfetto. Una conchiglia dalla curvatura ampia, una tazza di argilla porosa, una piccola anfora. Il vino non viene semplicemente versato: scorre, aderisce, si adatta. Cambia. Bere da una conchiglia va oltre le tradizionali note di corpo, acidità o tannini, sembra che sia come riscoprire il sapore del mare dentro un bicchiere, mentre la terracotta amplifichi il vino con la sua texture ruvida, minerale. Il sorso si fa più profondo, più vivo.
Il custode
Dietro il bancone c’è chi ha trasformato un’idea in un’esperienza. Il proprietario di Vineria Il Passaggio non è solo un sommelier, ma un interprete del vino. Apre il locale nel 2013 con l’intenzione di riportare il gesto del bere a una dimensione più fisica, più intima. A quanto pare, produce anche il proprio vino e lo serve con la stessa cura che riserva alle bottiglie selezionate. Ogni dettaglio è scelto con precisione: dalle forme dei recipienti alla sequenza della degustazione, fino ai piatti che accompagnano il percorso. Il risultato è un’esperienza che si ricorda con il corpo, prima ancora che con il palato.