La colpa delle opinioni (se negative)
Ho letto con la divertita attenzione che chi ha la tendenza del sottoscritto a divagare dedica alle cose poco essenziali ma sfiziose (โitโs only rock and roll, but I like itโ) la tenzone tra il Gambero e il resto del mondo per la critica feroce ย al locale di Niko Romito nel nuovo hotel Bulgari, residenza romana per pasha e altri esponenti dellโ1% che visitano la Capitale.
Supponiamo mantenendo lo sguardo non sotto il metro di altezza, dacchรฉ guardando a terra qualche dubbio sullโossimorica combinazione tra il lusso e la Roma odierna verrebbe anche a chi sta comprando i calciatori per il campionato saudita. Non parlo del ristorante, che non ho visitato e non penso di visitare, a meno di non essere invitato beninteso, per due considerazioni fondamentali: 1. non me lo posso permettere e se devo fare โun sacrificio per venire nei nostri ristoranti. Ma dobbiamo dargli tantoโ, come dice lo stesso Romito, non vado in un locale secondario, in una consulenza. Se devo spendere per Armani, non compro Armani Exchange, vado nel sartoriale o ne faccio a meno. 2. La cucina italiana โcodificata e pensata per lโesteroโ, passaggio della recensione con cui si puรฒ convenire avendo un minimo di capacitร di lettura del menu anche senza provarlo, in Italia non mi interessa. Ci sono legioni di contributori allโovertourism a cui interessa molto, e dunque la mia assenza passerร del tutto inosservata.
Il valore della critica (e della critica alla critica)
Piรน che la critica, mi interessano le reazioni alla critica, che ci dicono esattamente che la critica serve. Anche magari eccessiva, anche gaglioffa e infingarda, ma serve, non solo nel mondo di Barbie della ristorazione. Perchรฉ il dissenso e la sua gestione non isterica sono il modo in cui storicamente le culture e le societร sono andate avanti, per sintesi di posizioni diverse. Ma lโapparecchio che queste posizioni sintetizzava oggi si รจ rotto, i pezzi di ricambio non si trovano, e assistiamo tristi alla scomparsa della critica e soprattutto della dialettica, che sulla critica si fonda: brutta storia.
Se la sono presa in tanti perchรฉ quattro recensori hanno detto che da Romito non si sono trovati cosรฌ bene. I tifosotti dei social, con toni che a tratti mi hanno fatto pensare che gli avessero offeso un parente (qualcuno ha pure pronunciato lโofferta massima, โsiete come Rolling Stone per la musicaโ) non si capacitavano dellโardire. Io sono abituato a San Siro, sponda Inter, dove i loggionisti godono a maltrattare i propri quando sbagliano e hanno stroncato per stronzaggine piรน di una carriera.
Le riviste di settore, che hanno approfittato per distribuire qualche pizzicotto al concorrente o, piรน gustosamente, per dare istruttive lezioni di bon ton. ร il caso di un pezzo scritto da un bisnipote di Don Abbondio, che sostanzialmente svela i meccanismi del galateo di chi scrive di ristoranti: mai, mai mai scriverne male. Se non vi รจ piaciuto tornate e se proprio alla terza volta non vi รจ piaciuto, facendovi un serio esame di coscienza perchรฉ siete brutte persone che non capiscono che siamo uomini e possiamo sbagliare, al limite fate educatamente presente che insomma non tutto era perfetto, non ne farete menzione per iscritto, beninteso, ma insomma non potevamo proprio esimerci da. Bah, non mi convince per niente, anche se comprendo i meccanismi.
Io invece difendo la critica, certamente quella fondata ma anche quella semi-fondata, non nel merito, ma nella sua funzione, che รจ fondamentale. Anni fa un libro molto importante per la cultura digitale esordiva dicendo che โi mercati sono conversazioniโ, il mondo รจ piatto, non ci sono piedistalli, e in una societร e in una cultura (o sub sub cultura come in questo caso) sane posso dire se una cosa non mi piace e ne parliamo e usciamo migliori tutti e due. Il fatto che oggi, vado ben oltre la ristorazione, ogni pensiero rimbalzi solo nelle camere dellโeco delle opposte tifoserie non รจ una bella cosa.
Perchรฉ le critiche non sono ben accette
Certamente la dimensione industriale della ristorazione contemporanea, per cui ogni voce dissenziente configura il reato di aggiotaggio di fronte a progetti milionari, non aiuta. Ho speso un botto per mettere su tutto questo circo, diventato un botto e mezzo se ci aggiungo una comunicazione efficace e inclusiva e tu mi vieni a scassare con gli spaghetti asciutti? Come ho scritto, questo atteggiamento รจ diventato un habitus anche giรน per li rami, con lo chef di un posto ben piรน modesto che di fronte alla mia, fondatissima, critica al risotto mi risponde โprendo attoโ, e tornando in cucina avrร pensato โa tte e mammโtโ. Non va bene, sono un cliente, non ho sempre ragione ma sto mangiando al tuo ristorante, se non ti interessa quello che penso vai a lavorare alle Poste.
Da lettore poi, distratto e che come tutti ha bisogno di essere intrattenuto, una pubblicistica di settore tutta rosa confetto, rielaborazione dei comunicati stampa su โha aperto questo e quelloโ, โnuovo progetto perโ, โsplendida locationโ, inframmezzati dalle visioni del mondo di persone che โhanno passato a scuola meno tempo di Greta Thumbergโ (lโha detta Ricky Gervais sugli attori), non vale la carta su cui รจ stampata o la corrente che tiene accesi i server. Meglio un poโ di battaglia, delle opinioni se non delle idee, e anche il rosso di qualche ginocchio sbucciato.