È uno dei luoghi più belli di Milano ma anche dei più sfortunati, gastronomicamente parlando. La Terrazza Triennale, arrampicata in cima al novantenne Palazzo dell’Arte progettato da Giovanni Muzio. Un luogo fatidico della cultura milanese, che più volte negli ultimi decenni ha provato a lanciare una cucina all’altezza della vibrante proposta artistica, con risultati ahinoi altalenanti malgrado le velleità dei progetti via via succedutisi e i nomi degli chef coinvolti. Un’anomalia in una città in cui il binomio arte e gusto sembra funzionare, vedasi Enrico Bartolini al Mudec, Fabio Pisani e Alessandro Negrini con Vòce, lo spin off del Luogo di Aimo e Nadia alle Gallerie d’Italia e Andrea Aprea alla Fondazione Rovati.
Operazione rilancio
Ma ora è il momento del rilancio. Terrazza Triennale riapre il 24 novembre con una proposta gastronomica affidata a uno chef profondamente radicato nella città, quel Tommaso Arrigoni che finalmente mette il vestito buono e sfila sul red carpet, lui che con il suo Innocenti Evasioni ha esplorato le periferie milanesi (oggi è dalle parti della Bovisa). Vestito buono ma sneaker ai piedi, perché la cucina di viale Alemagna sarà decisamente informale, più Pop Art che pittura di corte. Resident chef è Albano Rrapi, un curriculum notevole con passaggi da Carlo Cracco, Enrico Bartolini, Alain Ducasse e Antonio Guida. Su di loro punta forte Compass Group, che dirige la struttura e vuole che l’esperienza alla Terrazza sia un continuum con la fruizione artistica del museo del design e delle mostre che a Triennale ospita: accessibilità, accoglienza, bellezza. A quest’ultima voce contribuisce non poco - va detto - la bellissima vista delle diverse Milano, quella classica del vicino Castello e quella sagomata dai nuovi grattacieli.
Un menù emozionale
Una proposta popolare e anche un po’ milanese. “Per chi a Milano è cresciuto come me - dice Arrigoni - è un onore essere scelto per tradurre in cibo un messaggio che è la predisposizione all’accoglienza, per fare di questo tempio della cultura un indirizzo familiare, consueto, senza scalfire quel prestigio che Triennale suscita al solo nominarla”. Sul concreto “ho scelto un menu più emozionale che cerebrale, trovando ispirazione nei capisaldi della cucina italiana e in particolare di quella milanese, piatti che esprimono un’identità indiscutibile ma che, con la nostra cultura e gli strumenti a disposizione, diventa anche un percorso consapevole verso un sistema corretto e sostenibile per le persone e l’ambiente”.
Il menu sarà stagionale e versatile, assolutamente metropolitano, mnemonico. Tra i piatti, un Baccalà mantecato con ceci e finferli che è un gioco di consistenze e tatto, dei mediterranei Tagliolini con pomodoro all’aglio, olio, peperoncino, seppia e limone (molto limone…), una Guancia di vitella brasata con purea di burro e capperi talmente morbida da richiedere l’uso del cucchiaio (unica posata convocata). La milanesitudine è affidata a un menu degustazione ad hoc (Cotechino del Sergio Motta, che Arrigoni medita di offrire anche a luglio, Riso Milano con brodo di gallina, Panettone con soffio al mascarpone).
Terrazza Triennale, prezzi e carta dei vini
Un menu Terrazza raccoglie invece i piatti più forti di stagione. I prezzi? Antipasti dai 19 ai 24 euro, primi dai 20 ai 24, secondi dai 24 ai 28. Il menu Milano 60 con calici in abbinamento ai 25, quello Terrazza 75 più 30. Un menu bambini a 15 euro sopisce i capricci. Una carta dei vini solida e poco avventurista, con una cinquantina di etichette. A braccetto con la cucina i cocktail del bar che possono accompagnare la cena o precederla e seguirla.
Luogo del relax
Nuovo anche il progetto degli interni, che si innesta sugli spazi dinamici progettati dallo studio OBR di Paolo Brescia e Tommaso Principi nel 2015. L’idea, piuttosto riuscita, è quella di far dialogare l’interno con l’esterno, in un gioco. Mimetismo spaziale. Belli i tavoli di Pedrali, in Fenix, un materiale tecnologico ed elegante, che con la sua morbidezza al tatto consente di fare a meno delle tovaglie , scelta sostenibile. L’illuminazione è firmata Artemide. La capienza è di 50/60 persone e può aumentare fino a cento nella bella stagione grazie alluso degli spazi esterni.
“L’idea - dice Laura Camilli, responsabile gestione e sviluppo dei clienti di alta gamma di Compass Group Italia - è stata offrire a chi arriva uno spazio elegante, accogliente, riconoscibile nello stile ma non invadente, un luogo dove ci si possa rilassare e prepararsi a un’altra esperienza, quella del cibo e del convivio. Immaginiamo Terrazza Triennale come un luogo dove un pubblico estremamente eterogeneo possa immergersi nella bellezza, ricavandone energia”.