Svolta argentina per lo chef Matteo Torretta. Torna in cucina a El Porteño Gourmet

26 Set 2023, 17:44 | a cura di
Lo chef allievo di Berasategui, già al Savini e ad Asola, vuole alzare il livello del locale più ambizioso della catena della Dorrego: “Farò dialogare due culture affini”.


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L’Argentina è la seconda Italia. Lì vivono 20 milioni di persone le cui origini sono italiane e a Buenos Aires e dintorni c’è la maggioranza relativa dei nostri concittadini iscritti all’Aire, il registro degli italiani all’estero, 868mila persone. Questo per dire il vincolo che lega due Paesi così lontani, al quale non poteva restare indifferente la catena El Porteño, che per il suo locale milanese più centrale e dalla maggiore vocazione gourmet, quello al numero 4 di via Speronari, a un passo e mezzo dal Duomo, ha scelto uno chef italiano e assai estroso, Matteo Torretta.

Torretta, un curriculum importante

Torretta, classe 1980 e stazza da rugbista, ha un curriculum importante, che lo vede iniziare a scuola da Gualtiero Marchesi, Carlo Cracco, Antonino Cannavacciuolo, e vivere l’esperienza più importante da Martin Berasategui, nella San Sebastian che è la scatola nera dell’avanguardia gastronomica europea. Poi il ritorno a Milano, dapprima al Savini, locale blasonato ma un po’ impolverato in Galleria, e poi all’Asola, arrampicato sul rooftop del palazzo Brian&Berry, dove ora c’è A’ Riccione Terrazza. Torretta riparte da qui, nel punto in cui si incrociano le acque della Plata e dei Navigli, e pare entusiasta: “E’ un’opportunità per alzare l’asticella di un locale dalle grandi potenzialità che già oggi è frequentato e apprezzato e che, assieme alla proprietà, puntiamo a collocare stabilmente fra le eccellenze della ristorazione milanese”.

Fugazzetta, ñoquis e milanesa

La nuova proposta de El Porteño di via Speronari affianca alla classica offerta basata sulla carne - l’asado, le empanadas, il pollo en escabeche - a piatti italianissimi reinterpretati in chiave gourmet e con un link sudamericano che li annodi alla tradizione gastronomica degli immigrati italiani, che annoverano gli ñoquis, la fugazzetta, la lasaña, la milanesa. Un percorso filologico e un filo ironico, come nello stile di Torretta. “Ho già elaborato una serie di piatti che presto entreranno stabilmente in carta e segneranno questo connubio, spero anche divertente oltre che piacevole per il palato, fra Argentina e Italia. Ingredienti e materie prime dei due Paesi si parleranno e si ritroveranno nei piatti, in un dialogo di gusto e sapori che, sono certo, saranno apprezzati e amati dalla nostra clientela e da tutti i nostri nuovi ospiti”.

El Porteño a Milano

El Porteño Speronari, aperto nel 2019 proprio alla vigilia della pandemia e quindi con una storia travagliata ma comunque di successo, è la punta di diamante della Dorrego Company, fondata nel 1995 da Alejandro Bernardez, Fabio Acampora e Sebastian Bernardez e oggi proprietaria a Milano dei locali Living, Liqueur and Delight, Refeel Coffee & More e dei ristoranti Pisco Cucina di Mare, El Porteño Darsena, El Porteño Arena, El Porteño Prohibido, El Porteño Gourmet e di Flores Cócteles e a Roma di due locali El Porteño, uno di prossima apertura all’interno del luxury Hotel Umiltà 36 della Shedir Collection.

Contaminazione, non rivoluzione

Da tempo volevamo tracciare una nuova via per El Porteño Gourmet" dice Sebastian Bernardez, "per marcare i fattori distintivi e caratterizzare ulteriormente offerta, menù e servizio del nostro locale premium. La scelta di Matteo Torretta come executive chef è legata a due fattori, semplici quanto per noi importanti. Prima di tutto si tratta di un grande cuoco. Ogni volta che abbiamo avuto la possibilità di assaggiare i suoi piatti li abbiamo trovati eccellenti per qualità, ricerca e tecnica. Il secondo motivo è l’aver condiviso, da subito, la stessa idea su come impostare il nuovo corso de El Porteño Gourmet". Un menu che unisca e faccia dialogare "le culture gastronomiche dei Paesi che rappresentiamo, l’Argentina e l’Italia. Non sarà una rivoluzione bensì una progressiva contaminazione di tecniche, gusti e sapori che andranno a raffinare e impreziosire i nostri menù, ad elevare la qualità, già eccellente, del servizio, a rendere unico e indimenticabile un pranzo o una cena nel nostro locale”.

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