Strambalè, la piadina di Nonna Betta
Strambalè, in romagnolo, è l'espressione più verace per dimostrare il proprio apprezzamento per qualcosa: “Buono davvero!”, è la traduzione più calzante dal dialetto locale. Come le piadine che Nonna Betta iniziò a stendere al mattarello alla fine degli anni Sessanta, a Cervia, lungo la strada che da Savio portava al mare: solo un tavolo, un fornello, l'ombrellone per ripararsi dal sole, e le piade calde vendute vuote ai vacanzieri per 50 lire l'una. Di mattina Elisabetta lavorava nei campi, la sera, puntuale, apriva il suo banchetto e iniziava a tirare l'impasto. Era il 1968. Qualche anno più tardi, una foto in bianco e nero la immortala sorridente, con la cuffietta bianca per raccogliere i capelli, intenta a girare una piada sulla piastra.
I chioschi della piadina in Riviera Romagnola
All'inizio degli anni Ottanta, in Riviera, tra Cervia, Milano Marittima, Riccione, la piadina farcita diventa un'istituzione: è il momento dei primi chioschi (anche se ci piace ricordare un antesignano del genere, sul Colle di Cavignano, alle spalle di Rimini, dove il chiosco delle piade del Bar Ilde è in attività dal 1958), aperti da mattina a sera, con i tavolini in strada per trattenersi qualche minuto a mangiare una delle più conosciute specialità di street food italiano nel mondo. Anche Elisabetta apre il suo chiosco, a Milano Marittima, in viale Matteotti; all'inizio degli anni Novanta, quando si avvicina l'età della pensione, sarà suo figlio Raffaele, con la moglie Antonella, a rilevare l'attività, che oggi è ancora viva e vegeta, dopo l'ampliamento della struttura, sotto l'insegna La Piadina di Raffaele e Antonella. Molto apprezzata nella località balneare che ogni estate attira migliaia di turisti, la piadina di Raffaele Burioli ha preservato la ricetta della mamma, senza rinunciare però a sperimentare sugli impasti e sulle farciture. E ora sono i figli di Raffaele a tentare il raddoppio a qualche centinaio di chilometri dall'Adriatico.
Strambalé, La piadina di Milano: menu e prezzi
Da Milano Marittima a Milano, dove Strambalé, laboratorio e bottega della piadina romagnola, ha aperto da qualche giorno, in via Panfilo Castaldi, zona Porta Venezia. Nuova grafica, logo che strizza l'occhio a un pubblico giovane, locale colorato e moderno, zeppo di oggetti e leit motif che riconducono immediatamente alla Riviera: la maglietta rossa del bagnino, il megafono per richiamare l'attenzione dei bagnanti, il pattern a righe bianche e rosse ispirato alle cabine del mare, le sedie in plastica intrecciata del bar della spiaggia.
Si sceglie tra piadina e crescione, si ordina al banco, si consuma al tavolo: pur in uno spazio con tutti i crismi del locale di città, l'idea di riproporre l'approccio informale di un chiosco romagnolo non è venuta meno. La piada è disponibile in quattro impasti: oltre all'originale, quello agli spinaci, alla curcuma, al carbone vegetale. E in due formati: regolare o mini (3 assortite, con farcitura a scelta, a 9 euro). Ognuno può farcirla secondo gusto, o affidarsi alla carta delle farciture della casa: prosciutto crudo, squacquerone e rucola (8.5), cotto alla brace, carciofini e pecorino toscano (7), culaccia, mozzarella e spinacino fresco (9), patate schiacciate, brie, speck e timo (8.5), tra le proposte tradizionali. Ma anche ripieni insoliti per una piada, dal pulled pork con cipolle caramellate (8) al pastrami con maionese alla senape e cetriolini (7.5), al pulled salmon con maionese al wasabi e sesamo (9). E poi alternative vegetariane, side dish – dalla giardiniera di verdure alle patate spadellate con maionese al tabasco – e crescioni, classico con erbe di campo e ricotta fresca (7) o goloso con salsiccia, patate schiacciate e cipolla caramellata (7).
Strambalè – Milano – via Panfilo Castaldi, 30 – Pagina Fb