Aperto da un mese circa, Roppongi è un ristorante giapponese di come se ne vedono pochi in Italia, e forse nel mondo dato che ricostruisce nei dettagli una stradina di Shibuya, la zona notturna di Tokyo con le insegne, le lanterne, il selciato e i cartelli. Ci hanno messo circa un anno e mezzo per realizzarlo Jieni Hu e Marco Iannone, la coppia sinoitaliana che è alle spalle di questo locale. Non nuovi nella ristorazione meneghina (Roppongi è il loro sesto locale) sono alla loro prima insegna nipponica: «Siamo entrambi molto appassionati del Giappone, ci siamo stati 8 volte: siamo innamorati di quella cucina e di quei posti, soprattutto quelle stradine ch ricordano le piccole fiere di paese con le bancarelle in cui si serve cibo in strada» fa Marco. Così hanno deciso di riprodurre quell'atmosfera animata, molto diversa dall'immaginario minimal solitamente associato alla cultura nipponica e a un certo tipo di ristorazione elegante. Il riferimento, qui, è quello delle izakaya, le tipiche trattorie in cui si serve cibo semplice, quello che i giapponesi mangiano ogni giorno.
Cosa si mangia da Roppongi
Entrati nel locale ci si trova proiettati in un vicolo del Sol Levante, con le botteghe, le scritte colorale, e alcuni banconi: uno è ispirato a Kyoto, con i suoi ravioli e il gyudon, la bowl di riso bianco con manzo marinato nel sake e verdure, una a Osaka con i takoyaki, le tipiche polpettine con il polpo dentro, c'è poi il bancone in cui prendere uno dei 25 sake in carta. Il menu è un percorso tra i piatti principali della cucina casalinga giapponese, niente sushi, dunque, ma cose come il caratteristico ramen di Tokyo, o l'okonomiyaki, piatto tipico di Hiroshima presente ormai in tutto il Giappone, una sorta di crêpe senza uova, alta due dita con cipollotti e bacon e sopra salsa al pomodoro, maionese e katsubuishi, uno dei piatti che sta riscuotendo più successo. Si beve birra giapponese, oltre ai marchi più noti, anche alcune artigianali nipponiche. Trovare la materie prime non è stata l'impresa più ardua: i due hanno anche un supermercato di prodotti orientali in via Paolo Sarpi, Mood Market, che ha anche un corner di cucina coreana Mama Tteokbokki. La difficoltà maggiore, una volta trovato il locale adatto e i cuochi giapponesi, è stata infatti reperire tutto il materiale per ricreare l'ambientazione.
Design nipponico di Roppongi
«Siamo tornati in Giappone a cercare ogni elemento – racconta Iannone – non volevamo che fosse una cosa finta, quindi siamo andati in un archivio storico per recuperare vecchie insegne e mappe della metro, abbiamo preso lì persino i pacchetti di sigarette perché abbiamo un'area che riproduce un caratteristico tabaccaio di Tokyo». Ad aiutarli nell'impresa il signor Suzuki, il loro socio che si è occupato del design degli spazi. Non è stato un lavoro facile: ci sono voluti 8 mesi per fare tutto curando al massimo i dettagli, come il grande polpo sopra la bottega di Osaka con i takoyaki, o come la targa della metro di Roppongi che indica i servizi al piano interrato: «nelle strade le scale sono agli ingressi della metropolitana, no?». Così dettaglio dopo dettaglio, Roppongi è diventato realtà: 120 metri quadrati di Tokyo all'ombra della madonnina.
Roppongi - Milano - via Amerigo Vespucci, 5 - 02 36737473 - https://www.roppongimilano.com/