La voce più intrigante della cartella stampa era il Se femm (per i non milanesi: cosa facciamo), versione del Negroni integrata con il rosolio prodotto dalla casa. Potrebbe essere blasfemia allo stato puro, potrebbe essere interessante. Ma erano le dieci e mezza del mattino, e il vostro cronista – con una dura giornata davanti a sé – non se l'è sentita. Ripasserò a un orario più consono e vi farò sapere.
Rivoire e il coraggio di aprire a Milano
Per il resto, l'inaugurazione milanese di Rivoire, storica cioccolateria di Firenze con annessa ristorazione, si presta ad alcune riflessioni il cui denominatore comune è il coraggio. Primo: ci vuole coraggio per aprire qualcosa di nuovo a Milano, dove tutti o quasi hanno già aperto qualcosa. Ci vuole coraggio a farlo nel cuore di Brera, immersi in una concentrazione di locali che rasenta la saturazione e dove non è facile – né per il milanese né per il turista – orientarsi tra le diverse proposte. Ci vuole coraggio per sbarcare a Milano non con un locale ma addirittura con tre: perché nel giro di qualche mese a questo di via Formentini se ne aggiungerà un altro a Porta Venezia e poi un terzo a piazza Cadorna. E ci vuole infine coraggio per essere così sicuri del successo da non presentarsi nemmeno alla conferenza stampa: "Carmine è in ritardo", "Carmine sta arrivando", "Carmine è sempre in giro". Alla fine, Carmine non arriva.
Il nuovo volto del caffè fiorentino
Lui è Carmine Rotondaro, calabrese giramondo, imprenditore della moda, che nel 2018 ha rilevato Rivoire nella sua storica sede fiorentina di piazza della Signoria. A febbraio, nelle celebrazioni del 150esimo dalla fondazione, aveva annunciato che Rivoire avrebbe iniziato anch'esso ad affrontare il mondo, e che il capoluogo lombardo sarebbe stato prescelto per il primo Rivoire lontano dall'Arno. "Apriremo entro Pasqua", aveva detto: poi c'è voluto qualche mese in più, anche perché per raggiungere metrature congrue il Rivoire di Brera ha dovuto conquistare anche un appartamento al piano di sopra, e la sua riconversione – accurata, accuratissima – ha richiesto del tempo.
Le prossime due aperture milanesi
Ma ora i battenti sono aperti; nel giro di qualche mese aprirà il locale di Porta Venezia, mentre per quello di piazza Cadorna ci vorrà un po' di tempo in più. Un parto triplice, ma non saranno tre gemelli: "Se dovessi sintetizzare le diversità – ci spiega Marco Fallani, direttore generale di Rivoire – direi che questo di Brera è rivolto soprattutto al mondo degli aperitivi e della miscelazione, il locale di Porta Venezia alla clientela del pranzo, e a Cadorna ci concentreremo sulla pasticceria". Pasticceria realizzata tutta a Milano, sotto la guida di un capo "che abbiamo sottratto a un concorrente importante": mentre il cioccolato, fiore all'occhiello del brand, continuerà ad arrivare da Firenze "perché riprodurre altrove il know how che abbiamo maturato a Firenze sarebbe difficile se non impossibile".
In menu anche una degustazione di oli monocultiva
Non vi spaventa la sfida con una piazza affollata come Milano? "Una volta che Carmine ha deciso di portare Rivoire anche fuori Firenze, la scelta di Milano è stata naturale: sappiamo che non sarà facile ma che se funzioniamo qua possiamo farlo anche altrove. Lo consideriamo una sorta di stress test che affrontiamo con fiducia nei nostri mezzi e nelle nostre idee, ma pronti a rivederle se si rivelerà necessario".
Dal menu del ristorante da segnalare la degustazione di oli monocultivar su pane toscano (13 euro), il gazpacho ai lamponi (16 euro), il risotto alla milanese con capesante siciliane (24 euro).