Vicino al consolato a Milano c’è un piccolo Senegal, il primo dove mangiare la cucina più golosa d'Africa

31 Ago 2024, 14:17 | a cura di
La storia di Fatima e del suo Le Petit Senegal, ristorantino che propone la cucina più famosa d'Africa a due passi dal Consolato del suo Paese, a Milano, dove questi piatti erano ancora sconosciuti e introvabili

Un tuffo nella memoria, nei sapori e nei colori della madre patria, un luogo sicuro dove rifocillarsi ma pure ritrovare un angolo di casa. Nelle stoffe e nei profumi, negli ingredienti e anche nelle cose più piccole, come le caramelle con il campione di lotta raffigurato sull’involucro. O il soft drink Vimto, nato in Uk, pressoché sconosciuto da noi ma molto popolare in Africa. Tutto questo e anche di più si trova da Petit Senegal, un ristorantino senegalese che si trova a Milano, in zona defilata per i più ma ben nota ai connazionali perché lì vicino si trova il consolato del Senegal. Una nuova insegna che diventa così portabandiera di una cucina che sta riscrivendo la geografia del gusto e delle tavole internazionali. Una tradizione sconosciuta che sta diventando velocemente un trend globale.

L’anima motrice di tutto ciò è Fatima. Fino a poco tempo fa ti metteva in contatto anche con un sarto e potevi scegliere le magnifiche stoffe africane. Insomma, entravi per un riso jollof e uscivi con l’ordinazione per una splendida gonna o un top da far invidia alle amiche radical chic. Ora il servizio non è più disponibile, «non è il mio lavoro» ci dice, ma intanto indica dove trovare un sarto che le ha, a Milano, però. Le Petit Senegal è molto più di un ristorante.

Dalla fabbrica al ristorante

Fatima ci racconta la storia del locale, che come spesso accade per gli africani d’Italia è un mix di casualità e coraggio. «Sono arrivata in Italia nel 2002 e dal 2004 al 2017 lavoro in una fabbrica di stampi di plastica, però ho sempre amato cucinare, ho imparato da mia mamma a Dakar».
Un giorno arriva un’amica dalla Francia: «l’ho aiutata a fare i documenti in consolato e quando siamo uscite non c’era nessun posto dove mangiare, siamo andate in un fast food di pollo fritto e lei era sorpresa che non ci fosse un ristorante senegalese. "Perché non lo apri tu?" mi ha detto. Così mi ha dato l’idea, io non ci avevo mai pensato. Intanto in fabbrica le cose andavano male, c’era la cassa integrazione e nel 2018 ho deciso di aprire con la mia socia, Mamediara, nome religioso molto diffuso in Senegal come Fatuma o Fatima, il mio».

Dopo, il Covid. «Per due anni non abbiamo fatto niente, abbiamo iniziato il delivery ma è stata dura, lentamente dal 2021 si è ripreso. Molti clienti vengono dal consolato, ci stiamo facendo conoscere, il weekend siamo aperte anche a cena (di solito il ristorante chiude alle 18) e vengono anche italiani, che spesso prendono il mafé».

Cosa si mangia al Petit Senegal

In menù ci sono i piatti tradizionali senegalesi. Fatima ci spiega che la cucina senegalese è, tra le africane, la più nota «Forse perché noi, come gli italiani, siamo molto attaccati al nostro cibo. Così i senegalesi mangiano solo i piatti senegalesi, mentre tutti dai Paesi vicini mangiano senegalese. È la cucina dominante dell’Africa Occidentale. Il Jollof rice ad esempio, riso fritto con concentrato di pomodoro e spezie, pesce e verdure di stagione come manioca, verza, melanzana o zucca e legumi, è nostro, jollof viene da wolof ed è come dire Senegal».
Anche chiamato Ceebu Jën o Thiéboudienne, è il piatto nazionale, tanto da essere stato inserito dall’Unesco, nel 2021, nella Lista rappresentativa del patrimonio culturale immateriale dell'umanità. 

Altri piatti principali sono lo Yassa con pesce o pollo marinato con salsa cipolle e cotto alla griglia, servito con riso bianco e verdure, il Mafé (riso bianco con sugo di burro d'arachide e pezzettini di carne) e il Cous Cous di miglio "Thiéré", con sugo di pomodoro, carne e legumi.

Tra le specialità della casa, il Firir, pesce alla griglia, insalata, salsa cipolla, patatine o banana fritta, l'Atiekhe, pesce o pollo alla griglia, con salsa cipolla atiekhe (o cous cous di manioca) e le Boulettes farcies aux oeufs, un uovo ricoperto di carne macinata con spezie. Ottimi i succhi di mango, zenzero, bissap (fiore di ibisco), tamarindo, baobab o guyava.

Gli ingredienti del Petit Senegal

In Italia non sono facili da trovare i magnifici ingredienti africani, Fatima ce li fa vedere questi cereali dai nomi cantilenanti: arraw, thiacry, thiere lalo. Tra i freschi, platano e tamarindo. «Ci sono due grandi importatori, uno cinese uno pachistano - ci racconta -. In realtà trovi di tutto in questi cash & carry, importano dai Paesi africani direttamente».
Non c’è un importatore africano? «No, lo dico sempre e quest’anno mi sa che lo faccio, vorrei creare un mio marchio per il caffè, per i cereali, è più controllato, più curato, mi costa di meno perché in Senegal i prezzi sono bassissimi e poi posso scegliere io il produttore, così darei anche lavoro alle mie zie che sono disoccupate. E poi così è la comunità che ci guadagna».

La chiacchierata, e il pranzo, si chiudono naturalmente con un caffè touba, un caffè speziato a base di pepe di Selim e altre spezie, estratto a filtro e nato per accompagnare le cerimonie e le preghiere della confraternita islamica Muridiyyia, ma oggi diffuso in tutta la regione. 

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