Siamo ormai abituati a veder nascere a Milano distretti finanziari e progetti urbanistici da metropoli globale, meno a calarci in atmosfere di quartiere, più provinciali, forse, ma anche più a misura d’uomo. Nel sud della città, in un sestiere storico come quello di Porta Romana, la rinascita di una piccola piazza ci suggerisce che c’è un’altra via per rivitalizzare i luoghi, trasformandoli in spazi di socialità autentici e spontanei.
L’esperienza di Piazza San Luigi a Milano
«Noi siamo arrivati nel 2019 e la piazza era ancora un parcheggio: siamo stati i primi a scegliere questo luogo dopo tanto tempo, prima c’erano solo alcuni locali con oltre trent’anni di attività alle spalle». Così Giorgio Raffaghelli, patron di Sottobosco (e ora anche di Sottobanco) insieme a Lorenza De Rossi ci ha raccontato l’avvio del suo ristorante. La piazza in questione è piazza San Luigi, Milano: tra Corvetto, Lodi, Porta Romana (con lo Scalo in grande trasformazione), nel 2021 l’area è stata completamente riqualificata, prima era dominata dalle auto in sosta e poco altro. Pavimentata con cubetti di porfido e lastre di beola (che danno risalto alla chiesa ottocentesca di San Luigi), pedonalizzata nella sua parte centrale, decorata con alberi e aiuole, piazza San Luigi ha cambiato volto. Ed è rinata, anche grazie alla ristorazione.
Lo scenario gastronomico
Ad arrivare qui, magari in una bella giornata di sole, si resta colpiti dall’atmosfera che vi si respira, con persone in chiacchiere e a passeggio, magari tra i negozi di vicinato, e altre rilassate ai tavolini in piazza. Tra i locali che qui insistono da anni, sicuramente c’è il Baja Sardinia, specializzato in cucina sarda di mare: pochi coperti, atmosfera amichevole e rumorosa, è un ritrovo tradizionale per le famiglie della zona. Dal lato di via Scrivia c’è Karnelab, macelleria con un assortimento molto interessante di carni di qualità, che dà continuità agli ambienti di una storica bottega locale.
«Questo è un quartiere molto radicato, anche piuttosto anziano: la piazza in cambiamento, l’arrivo di nuovi locali, probabilmente si aveva paura della gentrificazione e di un generale aumento dei prezzi: è stato lento farsi conoscere, c’era un po’ di diffidenza». Giorgio Raffaghelli è stato tra i primi a portare novità in zona con Sottobosco, "ristoro" di quartiere, alla fine del 2019. «Con la riapertura della piazza, invece, è mutato l’atteggiamento dei local. La clientela è ringiovanita, è inevitabilmente un po’ cambiata, perché la zona si è rivalutata, sono nati vari locali, soprattutto serali e notturni».
Oggi per una colazione o un aperitivo – magari all’aperto - c’è il Forno San Luigi di Officine del Dolce, pasticceria (nell’adiacente sede di via Tagliamento anche gluten free), panetteria e caffetteria, che ha aperto i battenti nel 2022, ma di un gruppo in forte crescita: le insegne fanno capo a Enrico Carretta, proprietario anche delle botteghe e del caseificio Centro della Mozzarella.
A inizio del 2023 poi è arrivato Canaglia, cocktail bar con cucina avviato dai gestori del Madama Hostel & Bistrot, ostello cosmopolita a pochi passi da qui, in via Benaco. L’atmosfera rétro e i tanti tavoli esterni, su piazza San Luigi, hanno assicurato da subito un bel seguito all’insegna.
A giugno 2023 ha aperto Ustì, all’angolo, in via Scrivia 2: anche qui si tratta di ristoratori giovani già avvezzi al quartiere - con la birreria Unplug a c.so Lodi – che hanno voluto creare un luogo informale, quotidiano, dove oltre a prendere una birra, un drink o un panino (magari un vassoietto da fruire all’aperto), si possono anche guardare le partite di basket.
Tra gli ultimi nati c’è il ristorante Armonia, nella laterale via Tagliamento 4: il locale dei fratelli Angelica, sommelier, e Rosario Di Arienzo, chef con trascorsi a Villa Crespi e all’Alchimia, ha un approccio raffinato, in menu piatti come l'alveare di pasta ripiena di formaggio erborinato con burro al polline o il millefoglie di sarde a beccafico, in abbinamento a una cantina curata e a una valida proposta di miscelazione.
Le potenzialità di una piazza
Tra molti di questi locali, che affacciano più o meno su piazza San Luigi, è nata una sinergia: il personale si ritrova nei fine serata, magari per un calice, e si confronta. È sempre Giorgio Raffaghelli di Sottobosco a raccontare che qualcosa sta nascendo: «Con gli altri locali siamo interessati a creare un evento in futuro, anche in collaborazione con la chiesa di San Luigi, che ci può dare il nulla osta per la permanenza in piazza, per creare una sorta di mercatino con eventi e degustazioni, anche con l’impegno di devolvere il ricavato alle opere della chiesa, in modo da creare un legame di quartiere importante, che faccia da corazza. Questo lo avevamo inizialmente pensato durante la pandemia, ma non è stato possibile perché il Comune non permetteva di creare assembramenti di persone. Adesso che è tutto rientrato si può pensare di farlo, magari creeremo un comitato di commercianti, un’associazione, vedremo, qualcosa faremo per poter sfruttare la piazza in tutte le sue potenzialità».