Oggi al comando del ristorante “Bianca sul lago” a Oggiono, in Brianza, punto di svolta del suo percorso culinario e stella Michelin, la stessa che aveva conquistato prima con “I Portici” di Bologna, Emanuele Petrosino, talentuoso chef, sbarca nell’iconico albergo 5 stelle lusso sul lungomare di Napoli, il Gran Hotel Vesuvio, per guidare le sue cucine, inclusa quella dello storico Caruso Roof Garden.
I Grand Hotel napoletani regno degli chef stellati
Prosegue la scia dei grandi alberghi della città che si aprono al mondo dell’enogastronomia d'autore e soprattutto alla cucina stellata. E così, dopo l'arrivo nel 2009 di un giovane Andrea Aprea al ristorante Il Comandante dell’Hotel Romeo, all'interno del quale a giugno aprirà il suo nuovo ristorante Alain Ducasse. Dopo che nel 2018, Domenico Candela, chef napoletano ma con esperienze importanti al Taillevent e al Ledoyen a Parigi, approdò al Grand Hotel Parker's della famiglia Avallone. Ora è la volta di Petrosino che ha infatti accettato la proposta dell’albergo con grande entusiasmo di tutta la brigata di cucina del Vesuvio già presente, primo fra tutti, Giovanni Marzano, Head Chef dell’albergo. Il lavoro dello chef sarà impegnativo: spetterà a lui il compito di rielaborare tutto l’aspetto food del Grand Hotel Vesuvio, quindi del super panoramico ristorante Caruso, del magnifico Sky Lounge Solarium & Cocktail Bar del decimo piano e della Vesuvietta Bar Bistrot. Pochi dubbi ci sono sul fatto che ce la farà, forte anche di una formazione fatta in luoghi mistici per la cucina d'autore, che vanno da Piazza Duomo di Enrico Crippa ad Alba, passando per Christopher Coutanceau di LaRochelle in Francia, per la Maison Pic a Valenza, sempre in Francia e la Taverna Estia di Brusciano a Napoli fino al Danì Maison di Ischia con Nino di Costanzo.
Estetica e gusto
Esperienze che hanno fornito a Petrosino ciò che gli serviva per arrivare alla sua personale idea di cucina: una cucina identitaria, che nasce dalla sua personalità, che non ha limiti territoriali o regionali, ma che punta sulla memoria del gusto. Perché lo chef è eclettico e i suoi piatti si nutrono di estetica e ricerca del gusto, valorizzano la mediterraneità e l’elemento vegetale. Esattamente come testimoniava il menu dei Portici di Bologna, ristorante dove ha avuto il suo primo incarico di executive chef, riconfermando la stella Michelin di cui il famoso locale si fregiava. E quello, subito dopo, del Bianca sul Lago ad Oggiono, dove lo chef ha bissato il riconoscimento della Michelin.