Un viaggio coinvolgente nel mondo del cibo, esplorando la sua profonda bellezza e le sue intricate complessità, insieme a uno dei più grandi chef a livello internazionale. Questo sarà Omnivore, la docuserie che debutta il 19 luglio su AppleTV+, creata e narrata dallo chef René Redzepi, uno dei migliori al mondo. «Omnivore è un sogno decennale che finalmente prende vita, sarà la testimonianza di ciò che rende il cibo davvero straordinario», ha spiegato lo chef fiero e onnivoro del Noma, il ristorante di Copenhagen tre stelle Michelin e per cinque volte migliore del mondo che, a fine 2024, chiuderà per dare l’opportunità a Redzepi di riorganizzare il lavoro con grande sofferenza per tutti gli ammiratori.
Omnivore la docu-serie di René Redzepi
Lo chef, infatti, ha sentito la necessità di prendersi una pausa, dopo aver riflettuto per lungo tempo sullo sforzo eccessivo richiesto dall'essere un tre stelle Michelin, dove le ore al giorno di lavoro non sono mai meno di dodici e la richiesta di essere creativo è costante e per questo insostenibile. Un po’ come accadde al suo maestro Ferran Adrià, quando chiuse il ristorante mito El Bulli nel 2011, per Redzepi, dopo aver trasformato quel che si mangiava nel suo Paese in alta cucina, è arrivato il momento di deve fermarsi per capire come poter rendere tutto più sostenibile. Intanto, si godrà la serie: «Sarà la testimonianza di ciò che rende il cibo davvero straordinario» dice lo chef del docufilm che non sarà, infatti, un documentario tipico sul food, ma un’avventura in giro per il mondo nelle più disparate destinazioni, tra cui Serbia, Gibuti, Bali, Ruanda e tante altre, a conoscere le tradizioni culinarie, ovviamente, ma anche le persone che abitano quei luoghi, mostrando gli sforzi locali per onorare, conservare e proteggere le offerte della Terra.
Il cibo connette il mondo
Ogni episodio celebra la coltivazione, la trasformazione e il consumo di otto tra gli ingredienti più essenziali al mondo: la banana, il peperoncino, il caffè, il mais, il maiale, il riso, il sale e il tonno, rivelando come essi costituiscano le pietre miliari del patrimonio culturale globale. «Abbiamo messo sotto la lente di ingrandimento otto ingredienti unici - spiega ancora Redzepi. - E, attraversando i cinque continenti, abbiamo scoperto innumerevoli storie lungo il percorso. Questo viaggio ha rafforzato una verità innegabile: il cibo è tutto. È possibile raccontare qualsiasi storia degna di nota attraverso ciò che cuciniamo e come mangiamo. Perché il cibo non è mai solo questo: è una finestra sulla nostra vita, sulla nostra storia e sul nostro mondo».
Redzepi e il produttore esecutivo Matt Goulding, vincitore di un Emmy con Anthony Bourdain: Explore Parts Unknown, guideranno quindi il pubblico in un'odissea che abbraccia tutto il mondo, svelando le intricate storie che si celano dietro questi ingredienti che hanno plasmato società, culture, credenze e il corso della storia umana.
Il sacerdote della cucina del Nord
Personalità eclittica e appassionato di chimica e tecnicismi, Redzepi è ritenuto ormai da tempo una tra i migliori chef al mondo. Muschio, bacche, tuberi, radici, germogli, yogurt, alghe, bue muschiato danese, granchi d’alto mare, aghi di pino sono gli ingredienti dei suoi piatti realizzati esclusivamente con i migliori prodotti del nord e solo con materie prime a “filiera corta”, cresciute e allevate nella terra dei vichinghi. Come tutti i grandi chef, ha redatto il suo manifesto, in cui illustra i dettami del rinnovamento della cucina nordica: «Basta cucine come laboratori tecnologici, dateci purezza, natura, primordialità».
E per esprimere tale freschezza e semplicità, per il maestro è necessario, per esempio, essere connessi con il proprio territorio, promuovere prodotti e diffondere le piccole culture locali, favorire il benessere animale e un processo produttivo sano in mari, fattorie, boschi e allevamenti. Ma anche incoraggiare nuovi usi dei prodotti alimentari di tradizione nordica e combinare il meglio della cucina nordica e delle tradizioni culinarie con impulsi provenienti dall’estero.
«Qui siamo protestanti - dichiarò Redzepi qualche tempo fa in un’intervista - Noi mangiavamo un solo piatto, in silenzio, e la vita iniziava subito dopo. Mangiavamo modestamente, per sopravvivere, e soprattutto carne. Forse quello che stiamo facendo al Noma è futile. Forse è solo un’avventura passeggera. Ma perché non provare?». Una prova che ha funzionato, visto il milione di persone che hanno tentato a prenotare lo scorso anno, purtroppo senza riuscirci.