È la trovata di un ristorante aperto da poco a New York dove, tra le varie regole da rispettare, c'è il divieto di fotografare.
Potrebbe diventare il Berghain – iconico club techno di Berlino – del food. Le regole da seguire per poter accedere (e non rischiare di essere cacciati) sono dieci, le trovate nella pagina Instagram del locale e alcune sono palesemente ironiche, dal non chiamare per prenotare, al non mentire riguardo al proprio compleanno, al divieto di intossicarsi o di fotografare (divieto che vale pure per i selfie al bagno). Quest'ultimo veto non proprio una novità nel mondo della ristorazione, pensiamo ad esempio ai Bros' di Lecce che lo inserirono agli albori. E come da loro, e al Berghain, pure al Frog Club, così si chiama il ristorante, per entrare è necessario coprire la fotocamera anteriore e posteriore del telefono con degli adesivi.
Frog Club: “Uno dei ristoranti più discussi di quest'anno”
«Sarà sicuramente uno dei ristoranti più discussi di quest'anno», ipotizza Eater in un articolo dedicato. Effettivamente questo locale nel West Village, ospitato lì dove un tempo c'era uno dei pochi bar clandestini dell'epoca del proibizionismo sopravvissuto nel XXI secolo fino alla chiusura nel 2020, di stranezze sul campo ne ha messe un bel po'. A cominciare da una voce sul menu dove la portata è nientepopodimeno che “baciare la chef” alla “modica” cifra di 1.000 dollari. E pare, secondo il New York Times, che un commensale lo abbia acquistato la sera dell'inaugurazione.
La chef in questione è Liz Johnson, socia, insieme all'ex marito Will Aghajanian, del ristorante Horses a Los Angeles – il Los Angeles Times lo ha definito «Una nuova istituzione a Los Angeles», tra i clienti sono stati avvistati Jeff Bezos, Jay-Z e Beyoncé – tuttora aperto nonostante tra i due ex soci sia finita malissimo: Johnson lo scorso anno ha accusato Aghajanian di averla aggredita, fatto visita a prostitute e torturato a morte diversi gattini della coppia. Lui ha negato e l'ha accusata di aver minacciato di ucciderlo e di averlo bruciato deliberatamente con utensili da cucina. E non è ancora chiaro di chi sia effettivamente il Frog Club: lui ha dichiarato al New York Times, in un messaggio diretto su Instagram, che il progetto è «attualmente in un limbo legale» e che «Il Frog club è un concetto che ho creato e progettato». Lei ha detto semplicemente: «È tutto mio».
Cosa si mangia da Frog Club
Andando oltre le (orribili) beghe legali, a oggi in cucina c'è Liz, apprezzata da molti critici newyorkesi per la sua padronanza della cucina francese. Da Frog Club, però, propone piatti a libera interpretazione, dall'hamburger e patatine fritte “sidewinder” ai pierogi di aragosta, dal pollo croccante con crème fraîche alla senape al soufflé di spinaci. Verde è pure il Bloody Mary (opera della bartender Sasha), d'altra parte è il colore delle rane rappresentate tutt'intorno nei murales dell'illustratrice Normandie Syken. Si prenota esclusivamente online e si accede al sito solo con una password che rilasciano una volta confermata la prenotazione. Un «ristorante in bilico tra un haute speakeasy e uno spettacolo da luna park», scrive il NY Times.