Abbiamo appena letto della chiusura della Latteria di via San Marco, ennesimo luogo storico milanese che lascerà temiamo il posto a qualche pokeria senza lode. Ma nell'impetuoso turnover di una città che cambia continuamente, qualche certezza rimane. Come quella dei mercati rionali, ai quali la guida "Lombardia - Il meglio di Milano e delle altre province" assegna per la prima volta il premio speciale Milanesità, conferito al Comune di Milano nel corso della presentazione.
D'altronde uno dei più solidi sistemi cittadini rimane quello dei mercati comunali, che nel 2030 compirà 100 anni, un microcosmo fatto di 21 mercati coperti, 82 mercati settimanali ambulanti che invadono le strade di ogni quartiere, dalla centralissima via San Marco al popolare viale Ungheria (e ai quali va il nostro riconoscimento) e dei giganteschi Mercati Generali dell’Ortofrutta, che esportano 300mila tonnellate di ortofrutta made in Italy l’anno e da cui passa anche la materia ittica che rende Milano per molti il miglior posto in Italia dove mangiare il pesce (peraltro pure aperti al pubblico il sabato mattina).
I gastromarket di ultima generazione
I mercati coperti, alcuni molto rilevanti a partire dall’architettura, rappresentano il presidio più stabile, anche se è in corso una complessiva ristrutturazione, e offrono alcune chicche per gourmet e curiosi. Nel passaggio da unici riferimenti territoriali per la spesa a una concorrenza agguerrita da parte della grande distribuzione anche a livello di quartiere, molti si sono ibridati con la ristorazione e a fianco ai prodotti offrono locali per tutti i gusti, dalla griglieria di Lorenteggio alla “Taverna dei Terroni” di viale Monza, alla teoria di locali con mercato in piazzale Lagosta. Ma rimangono negozio di quartiere in grado di stupire, come le formaggerie di Baggio e di Wagner (il mercato più chic, ma ancora mercato vero, con diverse chicche per gli estimatori delle tradizioni USA) o la macelleria filippina di Ieva Salvatore, l’italianissimo titolare.
La spesa del milanese "pro": i mercati rionali
I mercati scoperti, invece, che ruotano nelle vie di Milano dal lunedì al sabato, sono rimasti inalterati e ospitano solo bancarelle, principalmente di frutta e verdura, pollame, formaggi e granaglie, con prodotti di stagione e a prezzi assai convenienti (soprattutto se ci si prende il rischio di andare vicini alla chiusura). In una città che ormai concede poco al rito, l’allegro trambusto dei mercati che scalzano le auto dalle vie cittadine una mattina a settimana rappresenta una pausa di normalità molto sana, come sani sono i prodotti offerti, che permettono di apprezzare nicchie e stagionalità senza svenarsi. La frutta e la verdura, ma anche il pesce, hanno infatti un livello qualitativo introvabile nella grande distribuzione ed economicamente non sostenibile nei negozi di prossimità, spesso troppo costosi.
Il valore dei Mercati generali
Molto del merito della qualità dei prodotti viene dai Mercati Generali. Negli enormi capannoni della periferia est di Milano arrivano ogni notte tir da tutta Italia, colmi di ogni delizia di ortofrutta, pesce, carne e fiori. Il sabato mattina, per i coraggiosi e curiosi che si vogliono avventurare, i Mercati Generali aprono al pubblico e regalano non solo un’esperienza curiosa, ma anche prezzi davvero convenienti. Un premio meritato dunque quello al Comune, per aver difeso e anzi rilanciato un sistema di distribuzione di qualità, capillare e inclusivo, di cui chi vive a Milano e non si limita a usare la città ha terribilmente bisogno.