Ai punti di accesso, per evitare che i passanti mettano mani o piedi dove non dovrebbero rischiando di farsi male, ci sono le transenne; alcune parti in legno sono parecchio rovinate e in cima alle scale che portano al piano superiore, a sbarrare l’accesso, c’è un cancello con catena e lucchetto. La baracchina dello scoglio della Regina è forse l’emblema, il simbolo di un lungomare - quello di Livorno - che parla della vita che c’è stata e che ora non c’è più. Sempre in viale Italia, a pochi metri di distanza, eccone altre due davanti all’Acquario. A sinistra, c’è il ristorante Zanzibar, che presenta anch’esso il piano superiore chiuso. Ma la baracchina che sta messa peggio di tutte è quella sul lato opposto: il cancello ha le ante divelte e per chiunque è possibile salire le scale e arrivare fino in cima, notando il degrado.
È questa la situazione in cui versa questa zona della cittadina toscana in cui ben 6 delle nove attività originarie, sono chiuse.
Livorno: il tempo sospeso delle baracchine
A Livorno il tempo delle baracchine sembra finito, o almeno sembra essere sospeso. Oggi restano delle strutture vuote - tre sole quelle ancora operative e aperte al pubblico - in attesa di una riqualificazione che, secondo gli addetti ai lavori, riporterà vivacità e smalto a una zona-fulcro della città, sempre frequentatissima da cittadini e turisti.
Negli ultimi giorni, nel frattempo, c'è stata la chiusura di altri due bar-ristoranti. L’ultimo ad abbassare le serrande, in ordine di tempo, è stato il Delfino. All’esterno un cartello che spiega i motivi non senza una vena polemica: “Ci scusiamo per il disagio, ma il Comune ha deciso di smantellare le baracchine. Pertanto, nostro malgrado, saremo costretti a chiudere” ha scritto l’ormai ex titolare che, dopo aver riconsegnato le chiavi della struttura al Comune, ha ultimato lo sgombero dei locali.
Chi resiste tra il degrado
Chi resiste tra locali vuoti e degrado è la gelateria La Grotta Blu (una delle tre operative insieme al ristorante Zanzibar, e alla friggitoria L’Ostriconda), una delle pochissime insegne rimaste ancora accese. Anche se pure lì la situazione non è delle migliori dal momento che in pieno agosto una scala della baracchina ha ceduto ed è servito l’intervento dei vigili del fuoco per mettere in sicurezza la struttura: “Ho paura” ha dichiarato il titolare Andrea La Bruna al quotidiano Il Tirreno “temo che dopo il crollo della scala possa succedere qualcosa di grave. È dal 2020 che il Comune deve mettere in sicurezza la mia baracchina, ma il Covid ha interrotto tutto a metà. È stata demolita la torretta, ma la scala che la collegava alla terrazza sopra l’ex paninoteca Tanta roba..., accanto alla mia attività, è ancora lì” racconta.
“È chiaro che così è molto difficile lavorare” ci ha confermato La Bruna “per questo abbiamo chiesto la sospensione dei canoni di affitto al Comune e siamo in attesa di una risposta. Fortunatamente, però, i clienti non mancano nonostante la situazione: chi sceglie il nostro gelato lo fa per la qualità del prodotto che offriamo che, evidentemente, riesce a sopperire anche il degrado della struttura”.
Una riqualificazione che tarda ad arrivare
Eppure da anni si parla di riqualificare la zona abbattendo e ricostruendo le strutture che, come detto, in alcuni casi risultano in condizioni preoccupanti. I progetti non mancano e l’amministrazione comunale ha anche approvato il piano di riqualificazione delle piazzette e delle strutture commerciali tra la Bellana e la Terrazza Mascagni che dovrebbe portare presto all’inizio dei lavori.
Quel che è certo che negli ultimi mesi, delle nove attività che animavano quella zona del lungomare, ben sei hanno deciso (o sono state obbligate da una serie di fattori) ad abbassare la serranda. In attesa di una riqualificazione che - si spera - porterà a una svolta vera e propria.