L'hotel diventa una struttura per l'accoglienza di migranti. Danny Meyer chiude i suoi ristoranti in cerca di nuove sedi

13 Set 2023, 18:51 | a cura di
Dopo l'annuncio della chiusura di due ristoranti nell'hotel trasformato in rifugio di emergenza, Danny Meyer pare già pronto a riaprire la sua insegna di cucina romana. Nella sede originaria al Gramercy Park Hotel.

La chiusura risale a qualche settimana fa. Danny Meyer, ristoratore illuminato appassionato dell'Italia e imprenditore di lungo corso, faceva sapere che la pizzeria Marta e il ristorante e wine bar Maialino (vicino) all'interno del Redbury Hotel di New York avrebbero chiuso a breve: ultimo servizio, 25 agosto. Il motivo è legato alla conversione dell'albergo in una struttura destinata all'accoglienza di migranti per fare fronte a quella che si profila sempre più come un'emergenza nella Grande Mela: "Mai prima d'ora nella storia della nostra città abbiamo assistito a un afflusso così concentrato di richiedenti asilo", dichiarava Fabien Levy, addetto stampa del sindaco Eric Leroy Adams, mentre lo stesso Adams quantificava in più di 57.300 i migranti affidati alle cure della città mediamente ogni notte, con un costo quotidiano di 9,8 milioni di dollari e una carenza di spazi per dare riparo a queste persone. La corsa per allestire rifugi di emergenza ha coinvolto anche il Redbury Hotel, in collaborazione con l'amministrazione municipale.

Danny-Meyer

La chiusura dei ristoranti di Danny Meyer nel Redbury Hotel

La nuova destinazione d'uso va evidentemente in contrasto con l'attività ristorativa anche se Meyer (fondatore e presidente esecutivo dell'Union Square Hospitality Group) e l'intero gruppo si sono dichiarati a favore della decisione con un comunicato in cui si dice di "ammirare e rispettare la decisione di Redbury". Lo stesso Meyer si è già espresso a favore di permessi di lavoro accelerati per i richiedenti asilo. Del resto da sempre il ristoratore si è distinto per un approccio etico, di grande sensibilità nei confronti di chi vive momenti di difficoltà: basti pensare a quando, all'indomani dell'attacco dell'11 settembre, si adoperò attraverso i suoi locali per consegnare migliaia di pasti a centri assistenza, Croce Rossa, polizia, vigili del fuoco. Nonostante questo, però, è arrivata la decisione di chiudere  ristoranti nel Redbury: “la vitalità della nostra attività si basa in modo significativo sulle operazioni di ristorazione legate all'hotel, compresi gli spazi per eventi e il bar della hall, che ora non sono più disponibili per il nostro uso". Una decisione non facile se si considera che in quasi 40 anni di attività sono stati pochissimi i locali chiusi dal USHG, se si esclude ovviamente il periodo del Covid. Tra questi l'Union Square, primo locale di Meyer chiuso nel 2015 e poi riaperto.

Union Square Cafe

Union Square Cafe

La riapertura di Maialino a New York

La chiusura dei due locali a fine agosto non è definitiva: sono partite subito le ricerche per nuove sedi così da riassorbire il prima possibile i dipendenti. Ricerca già conclusa, almeno per il ristorante di cucina romana Maialino (vicino). L'insegna (al Redbury dallo scorso anno, mentre la pizzeria Marta c'era dal 2014) era la nuova versione di Maialino, chiuso nel 2020 dopo una decina di anni in attività e ora in procinto di tornare in vita. Attualmente infatti Meyer & Co. Sono in trattative per riaprire Maialino nella sede originaria, al Gramercy Park Hotel, ora acquistato da MCR Hotels per circa 50 milioni di dollari, dopo alterne vicende: la chiusura durante la pandemia e il pignoramento l'anno scorso. Seguiranno lavori di ristrutturazione prima dell'apertura, secondo voci nel 2025. "Possiamo confermare che stiamo discutendo attivamente per riportare il Maialino nella sua sede originaria a Gramercy Park", la dichiarazione di un portavoce dell'Union Square Hospitality Group, a Eater.

Chi è Danny Meyer

Danny Meyer non è solo un grande ristoratore, ma è un imprenditore dalla forte impronta etica, e incredibilmente influente: basti pensare a quando – era il 2015 – decise di eliminare completamente le mance dai suoi ristoranti, alzando i prezzi nei suoi locali per dare una paga adeguata ai dipendenti, con tanto di piano pensionistico e opportunità di congedo per le famiglie, svincolandoli così da quella che considerava “una pratica obsoleta che risale alla schiavitù”. In tantissimi ne seguirono l'esempio. Durante la pandemia tornò sui suoi passi adottando di nuovo la modalità standard delle mance, spiegando che gli sembrava "disumano privare i clienti della possibilità di fornire un compenso extra al lavoro di servizio”. Sempre a proposito di mance, tema molto sentito in Italia come negli Usa, più recentemente ha affermato che nessuno si deve sentire obbligato a lasciarla, quando si tratta di acquisti e consumi veloci, un caffè o cibo take away. Una presa di posizione non da poco, considerando che a lui fanno capo anche insegne di cibo very very fast, come il fast food Shake Shack, che ha centinaia di sedi in tutto il mondo, e le caffetterie Daily Provisions. Che sia foriero di nuove iniziative no tips?

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