Inglese di nascita, ma cittadino del mondo per origine e attitudine, Jeremy Chan si è conquistato, in pochissimo tempo, un ruolo di primo piano nella vivace scena gastronomica inglese. Dove, con il suo Ikoy, aperto a Londra con l'amico e socio Iré Hassan-Odukale, ha macinato il favore del pubblico e i riconoscimenti della critica in un batter baleno, non dopo un breve periodo di transizione con tante domande e tavoli desolatamente vuoti. Un periodo brevissimo, in realtà. Il tempo che le persone si accorgessero di loro. Da lì in poi è stato tutto velocissimo. La prima Stella ad appena un anno dall'apertura, la seconda 3 anni dopo. Del resto - ci raccontava nel 2019 - “quel che mi dà più soddisfazione è che con poche persone senza esperienza in cucina, oggi Ikoyi è uno dei migliori ristoranti di Londra per qualità, precisione e prodotto”. Presuntuoso? Forse. Ma la storia gli ha dato ragione, testimoniando un'ascesa sempre più veloce.
Dalla sua una cultura eterogenea che mescola filosofia, arte, letteratura, finanza, ma anche la conoscenza del mondo, filtrata da una mente analitica, la sicurezza da avere buone carte da giocare, la convinzione di volere uscire dalla strada scritta e creare una nuova tradizione – la sua – attraverso una cucina moderna e diretta, fatta di materie prime scelte liberamente, senza vincoli né confini, per decostruire il linguaggio del cibo e definire nuovi codici. Con un solo punto fermo : “se una cosa non è incredibile non la servo”.
Andando a unire le materie prime locali, spesso bio, di piccoli coltivatori, pescatori, agricoltori con cui stringe un rapporto diretto e molto stretto, ad altro in arrivo dall'Africa occidentale subsahariana, semplicemente perché “non c'era nulla di simile in giro”. Concretezza. Marketing. Una certa dose di sfrontatezza, figlia di talento, cultura, studio, alla British Library e tra documenti accademici, e nelle migliori cucine d'Europa, sempre con l'idea di apprendere il necessario e poi continuare sulle proprie gambe, e avere successo: “Con la giusta mentalità puoi arrivare anche alle Tre Stelle in pochi anni. Non è impossibile, è un esercizio mentale”. Per ora siamo a due. Ma il cambio di locale sembra voler proprio lusingare la Rossa.
Ikoy: il nuovo ristorante di Jeremy Chan a Londra
Da quell'intervista del 2019 molte cose sono successe: i riconoscimenti, per esempio, si sono avvicendati a ritmo sostenuto. La seconda Stella nel 2022, il premio One to watch (quello che segnala i cuochi da tenere d'occhio) della 50 Best che lo indica come “uno dei ristoranti più eccitanti al mondo” e poi il trasferimento, il 5 dicembre 2022, nel nuovo locale al 180 The Strand sulla Northbank di Londra firmata da David Thulstrup.
Un locale che restituisce quell'attitudine cosmopolita e molto personale, ai diversi spazi: la cucina aperta, a sala da pranzo - più ampia rispetto alla vecchia - una terrazza esterna e una sala da pranzo privata per un massimo di 6 persone. "Questo ci dà la possibilità di offrire agli ospiti un servizio davvero personale e su misura e un'esperienza più interattiva con me e il team di cucina".
Ikoy, il nuovo libro di Jeremy Chan
Esce il 6 aprile il primo libro di Jeremy Chan, che racconta la storia e l'evoluzione della cucina di Ikoyi: il suo approccio creativo, i sapori audaci, gli abbinamenti inusuali, sempre seguendo la linea guida della squisitezza. Una cucina che, sin dagli esordi, si è distinta per l'uso di spezie, l'uso di materie prime inconsuete, anche se dai primi menu a oggi, l'influenza dei prodotti africani è diventata meno decisiva a favore di una dispensa trasversale, che predilige ingredienti spesso trascurati in termini di contesto e cultura. Nel volume, 82 ricette micro-stagionali - snack, frutti di mare, verdure, carne, dessert e improvvisazioni e ricette di base, presentati attraverso gli scatti di Maureen Evans e le racconti eloquenti di Chan.
Ikoyi - UK - London - 180 The Strand - WCRC 1EA - https://ikoyilondon.com
Ikoyi: A Journey through Bold Heat with Recipes - Jeremy Chan - Phaidon - £54.95 - dal 6 aprile - in inglese
a cura di Antonella De Santis