Ci risiamo! Mangiamo al ristorante figo, piatti piccoli e costi alti, dopo però andiamo a riempirci la pancia da Mac! Questa volta l'occasione è stata colta dal sindaco di Taormina che posta uno scontrino da 309 euro per 4 persone. E il cuoco Lorenzo Biagiarelli, volto televisivo e noto food enfluencer, ne rivela l'insegna sulla sua pagina Facebook: "è lo Chat qui Rit - afferma - Lo so perché ci sono stato e, alla luce della mia esperienza, credo alle parole di Cateno De Luca".
La sparata del sindaco De Luca
Ma quali sarebbero le parole di Cateno De Luca? Partiamo dal suo scontrino (di cui però non cita l'insegna): acqua minerale 15 euro, calice vino 10 euro, pasta al pomodoro 30 euro, risi e bisi 48 euro, Rombo Yakitori alla mugnaia 50 euro, dessert, 16 euro. E il commento: quello iniziale, "tutto era buonissimo... tranne il conto". E quello finale: "E poi dicono che Taormina è cara". E Biagiarelli rincara la dose: il locale è “molto bello”, con una cucina e una carta dei vini ottimi; però le porzioni sono molto piccole. Menu degustazione (per l'intero tavolo) 120 euro per 7 portate che diventano 200 con l'abbinamento di 5 calici.
Prezzi a confronto: Taormina v/s Venezia
Ora, ognuno conosce la dimensione sia delle sue tasche che della sua pancia. I prezzo dei menu sono scritti sui menu, appunto, e sono perfino scritti sui siti di questi importanti ristoranti. Lo Chat qui Rit - se di questo si tratta davvero - sta a due passi da San Marco ed è un posto di fine dining con due cuochi bravi in cucina. Ma visto che il sindaco Cateno De Luca afferma che a Taormina si spende meno, siamo andati a vedere qualche prezzo di Taormina.
Quasi quasi costa di più la Sicilia!
Per stare al livello del ristorante che ha affamato De Luca, prendiamo i prezzi del San Domenico Palace, alla tavola del "ristorante raffinato" Principe Cerami: menu degustazione 190 euro (6 portate; se diventano 5 piatti si scende a 160 e con 4 portate a 145). Ma vediamo anche la carta. Un'occhiata agli antipasti: il più economico è il Come un quadro di “Arcimboldo” (verdure cotte e crude secondo stagione) a 40 euro; il più caro è lo Scampo (scampo, gamberi bianchi, spinaci e porcini etnei) a 50 euro. Primi piatti: dallo Sguardo a Oriente (sedano rapa, tenerumi, patate e pomodorini) a 44 euro, fino al Monte Etna (spaghettoni artigianali Luca Crimi “monte Etna”, fonduta di pomodoro e ricotta salata) a
47 euro. Uno sguardo ai secondi: Caponata (melanzana, peperoni, zucchine e mandorle) a 46 euro o Branzino (branzino, peperoni, datterino, pane “Turrato”) a 58 euro. Certo, anche qui non possiamo chiamarlo un menu per poveri!
Si può mangiare bene anche a meno
Però, caro sindaco di Taormina, non c'è bisogno di screditare Venezia per far pubblicità a Taormina: sono due posti incantevoli dove si possono godere bellezze artistiche e paesaggistiche uniche al mondo, in entrambi le cittadine, e mangiare bene anche benissimo, a prezzi diversi e con offerte che si propongono per clientele diverse. Perché poi, sia a Venezia che a Taormina si può magiare bene, e anche molto, spendendo molto meno rispetto ai prezzo dei due ristoranti che abbiamo citato qui sopra. Un esempio? Beh, a Venezia - a parte i bacari che offrono comunque cibi e cicchetti a buon prezzo e dai sapori tradizionali - possiamo citare Estro Vino e Cucina con un menu degustazione a 58 euro. A Taormina, invece, c'è Tischi Toschi di Luca Casablanca, cucina autentica siciliana e Tre Gamberi (prezzo medio 50 euro per un pasto completo).